domenica 7 ottobre 2007

LA GENESI.PRIMO LIBRO DI MOSÈ.

L'ANTICO TESTAMENTO
TRADUZIONE DI
GIOVANNI DIODATI
LUCCHESE
1576-1649
Prof. di lingua ebraica a Ginevra
nell'Accademia di Calvino



LA GENESI.
PRIMO LIBRO DI MOSÈ.



1:1 NEL principio Iddio creò il cielo e la terra. 2 E la terra era una cosa deserta e vacua; e tenebre erano sopra la faccia dell’abisso. E lo Spirito di Dio si moveva sopra la faccia delle acque.



3 E Iddio disse: Sia la luce. E la luce fu. 4 E Iddio vide che la luce era buona. E Iddio separò la luce dalle tenebre. 5 E Iddio nominò la luce Giorno, e le tenebre Notte. Così fu sera, e poi fu mattina, che fu il primo giorno.



6 Poi Iddio disse: Siavi una distesa tra le acque, la quale separi le acque dalle acque. 7 E Iddio fece quella distesa: e separò le acque che son disotto alla distesa, da quelle che son disopra d’essa. E così fu. 8 E Iddio nominò la distesa Cielo. Così fu sera, e poi fu mattina, che fu il secondo giorno.



9 Poi Iddio disse: Sieno tutte le acque, che son sotto al cielo, raccolte in un luogo, ed apparisca l’asciutto. E così fu. 10 E Iddio nominò l’asciutto Terra, e la raccolta delle acque Mari. E Iddio vide che ciò era buono. 11 Poi Iddio disse: Produca la terra erba minuta, erbe che facciano seme, ed alberi fruttiferi che portino frutto, secondo le loro specie; il cui seme sia in esso, sopra la terra. E così fu. 12 La terra adunque produsse erba minuta, erbe che fanno seme, secondo le loro specie, ed alberi che portano frutto, il cui seme è in esso, secondo le loro specie. E Iddio vide che ciò era buono. 13 Così fu sera, e poi fu mattina, che fu il terzo giorno.



14 Poi Iddio disse: Sienvi de’ luminari nella distesa del cielo, per far distinzione tra il giorno e la notte: e quelli sieno per segni, e per distinguer le stagioni e i giorni e gli anni. 15 E sieno per luminari nella distesa del cielo, per recar la luce in su la terra. E così fu. 16 Iddio adunque fece i due gran luminari il maggiore per avere il reggimento del giorno, e il minore per avere il reggimento della notte, e le stelle. 17 E Iddio li mise nella distesa del cielo, per recar la luce sopra la terra, 18 e per avere il reggimento del giorno e della notte, e per separar la luce dalle tenebre. E Iddio vide che ciò era buono. 19 Così fu sera, e poi fu mattina, che fu il quarto giorno.



20 Poi Iddio disse: Producano le acque copiosamente rettili, che sieno animali viventi; e volino gli uccelli sopra la terra, e per la distesa del cielo. 21 Iddio adunque creò le grandi balene, ed ogni animal vivente che va serpendo; i quali animali le acque produssero copiosamente, secondo le loro specie; ed ogni sorta di uccelli che hanno ale, secondo le loro specie. E Iddio vide che ciò era buono. 22 E Iddio li benedisse, dicendo: Figliate, moltiplicate, ed empiete le acque ne’ mari; moltiplichino parimente gli uccelli sulla terra. 23 Così fu sera, e poi fu mattina, che fu il quinto giorno.



24 Poi Iddio disse: Produca la terra animali viventi, secondo le loro specie; bestie domestiche, rettili e fiere della terra, secondo le loro specie. E così fu. 25 Iddio adunque fece le fiere della terra, secondo le loro specie; e gli animali domestici, secondo le loro specie; ed ogni sorta di rettili della terra, secondo le loro specie. E Iddio vide che ciò era buono.



26 Poi Iddio disse: Facciamo l’uomo alla nostra immagine, secondo la nostra somiglianza; ed abbia la signoria sopra i pesci del mare, e sopra gli uccelli del cielo, e sopra le bestie, e sopra tutta la terra, e sopra ogni rettile che serpe sopra la terra. 27 Iddio adunque creò l’uomo alla sua immagine; egli lo creò all’immagine di Dio; egli li creò maschio e femmina. 28 E Iddio li benedisse, e disse loro: Fruttate e moltiplicate, ed empiete la terra, e rendetevela soggetta, e signoreggiate sopra i pesci del mare, e sopra gli uccelli del cielo, e sopra ogni bestia che cammina sopra la terra.



29 Oltre a ciò, Iddio disse: Ecco, io vi do tutte l’erbe che producono seme, che son sopra tutta la terra; e tutti gli alberi fruttiferi che fanno seme. Queste cose vi saranno per cibo. 30 Ma a tutte le bestie della terra, ed a tutti gli uccelli del cielo, ed a tutti gli animali che serpono sopra la terra, ne’ quali è anima vivente, io do ogni erba verde per mangiarla. E così fu.



31 E Iddio vide tutto quello ch’egli avea fatto; ed ecco, era molto buono. Così fu sera, e poi fu mattina, che fu il sesto giorno. 2:1 Così furono compiuti i cieli e la terra, e tutto l’esercito di quelli. 2 Ora, avendo Iddio compiuta nel settimo giorno l’opera sua, la quale egli avea fatta, si riposò nel settimo giorno da ogni sua opera, che egli avea fatta. 3 E Iddio benedisse il settimo giorno, e lo santificò; perciocchè in esso egli s’era riposato da ogni sua opera ch’egli avea creata, per farla.



4 TALI furono le origini del cielo e della terra, quando quelle cose furono create, nel giorno che il Signore Iddio fece la terra e il cielo; 5 e ogni albero ed arboscello della campagna, avanti che ne fosse alcuno in su la terra; ed ogni erba della campagna, avanti che ne fosse germogliata alcuna; perciocchè il Signore Iddio non avea ancora fatto piovere in su la terra, e non v’era alcun uomo per lavorar la terra. 6 Or un vapore saliva dalla terra, che adacquava tutta la faccia della terra. 7 E il Signore Iddio formò l’uomo del la polvere della terra, e gli alitò nelle nari un fiato vitale; e l’uomo fu fatto anima vivente.



8 Or il Signore Iddio piantò un giardino in Eden, dall’Oriente, e pose quivi l’uomo ch’egli avea formato. 9 E il Signore Iddio fece germogliar dalla terra ogni sorta d’alberi piacevoli a riguardare, e buoni a mangiare; e l’albero della vita, in mezzo del giardino; e l’albero della conoscenza del bene e del male. 10 Ed un fiume usciva di Eden, per adacquare il giardino; e di là si spartiva in quattro capi. 11 Il nome del primo è Pison; questo è quello che circonda tutto il paese di Havila, ove è dell’oro. 12 E l’oro di quel paese è buono; quivi ancora si trovano le perle e la pietra onichina. 13 E il nome del secondo fiume è Ghihon; questo è quello che circonda tutto il paese di Cus. 14 E il nome del terzo fiume è Hiddechel; questo è quello che corre di rincontro all’Assiria. E il quarto fiume è l’Eufrate. 15 Il Signore Iddio adunque prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, per lavorarlo, e per guardarlo.



16 E il Signore Iddio comandò all’uomo, dicendo: Mangia pur d’ogni albero del giardino. 17 Ma non mangiar dell’albero della conoscenza del bene e del male; perciocchè, nel giorno che tu ne mangerai per certo tu morrai.



18 Il Signore Iddio disse ancora: E’ non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto convenevole a lui. 19 Or il Signore Iddio, avendo formate della terra tutte le bestie della campagna, e tutti gli uccelli del cielo, li menò ad Adamo, acciocchè vedesse qual nome porrebbe a ciascuno di essi; e che qualunque nome Adamo ponesse a ciascuno animale, esso fosse il suo nome. 20 E Adamo pose nome ad ogni animal domestico, ed agli uccelli del cielo, e ad ogni fiera della campagna; ma non si trovava per Adamo aiuto convenevole a lui.



21 E il Signore Iddio fece cadere un profondo sonno sopra Adamo, onde egli si addormentò; e Iddio prese una delle coste di esso, e saldò la carne nel luogo di quella. 22 E il Signore Iddio fabbricò una donna della costa che egli avea tolta ad Adamo, e la menò ad Adamo. 23 E Adamo disse: A questa volta pure ecco osso delle mie ossa, e carne della mia carne; costei sarà chiamata femmina d’uomo, conciossiachè costei sia stata tolta dall’uomo. 24 Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre, e si atterrà alla sua moglie, ed essi diverranno una stessa carne. 25 Or amendue, Adamo e la sua moglie, erano ignudi, e non se ne vergognavano.

3:1 OR il serpente era astuto più che qualunque altra bestia della campagna, che il Signore Iddio avesse fatta. Ed esso disse alla donna: Ha pure Iddio detto: Non mangiate del frutto di tutti gli alberi del giardino? 2 E la donna disse al serpente: Noi possiamo mangiare del frutto degli alberi del giardino. 3 Ma del frutto dell’albero, ch’è in mezzo del giardino, Iddio ha detto: Non ne mangiate, e nol toccate, chè non muoiate. 4 E il serpente disse alla donna: Voi non morreste punto. 5 Ma Iddio sa che, nel giorno che voi ne mangereste, i vostri occhi si aprirebbero; onde sareste come dii, avendo conoscenza del bene e del male.



6 La donna adunque, veggendo che il frutto dell’albero era buono a mangiare, e ch’era dilettevole a vedere e che l’albero era desiderabile per avere intelletto, prese del frutto, e ne mangiò, e ne diede ancora al suo marito, acciocchè ne mangiasse seco. Ed egli ne mangiò. 7 Allora gli occhi di amendue loro si apersero, e conobbero ch’erano ignudi; onde cucirono insieme delle foglie di fico, e se ne fecero delle coperte da cignersi attorno. 8 Poi, all’aura del dì, udirono la voce del Signore Iddio che camminava per lo giardino. E Adamo, con la sua moglie, si nascose dal cospetto del Signore Iddio, per mezzo gli alberi del giardino.



9 E il Signore Iddio chiamò Adamo, e gli disse: Ove sei? 10 Ed egli disse: Io intesi la tua voce per lo giardino, e temetti, perciocchè io era ignudo; e mi nascosi.



11 E Iddio disse: Chi ti ha mostrato che tu fossi ignudo? Hai tu mangiato del frutto dell’albero, del quale io ti avea vietato di mangiare? 12 E Adamo disse: La donna, che tu hai posta meco, è quella che mi ha dato del frutto dell’albero, ed io ne ho mangiato. 13 E il Signore Iddio disse alla donna: Che cosa è questo che tu hai fatto? E la donna rispose: Il serpente mi ha sedotta, ed io ho mangiato di quel frutto.



14 Allora il Signore Iddio disse al serpente: Perciocchè tu hai fatto questo, sii maledetto sopra ogni altro animale, e sopra ogni altra bestia della campagna; tu camminerai in sul tuo ventre, e mangerai la polvere tutti i giorni della tua vita. 15 Ed io metterò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di essa; essa progenie ti triterà il capo e tu le ferirai il calcagno.



16 Poi disse alla donna: Io accrescerò grandemente i dolori del tuo parto e della tua gravidanza; tu partorirai figliuoli con dolori, e i tuoi desiderii dipenderanno dal tuo marito, ed egli signoreggerà sopra te.



17 E ad Adamo disse: Perciocchè tu hai atteso alla voce della tua moglie, ed hai mangiato del frutto dell’albero, del quale io ti avea data questo comandamento: Non mangiarne: la terra sarà maledetta per cagion tua; tu mangerai del frutto di essa con affanno, tutti i giorni della tua vita. 18 Ed ella ti produrrà spine e triboli; e tu mangerai l’erba de’ campi. 19 Tu mangerai il pane col sudor del tuo volto, fin che tu ritorni in terra; conciossiachè tu ne sii stato tolto; perciocchè tu sei polvere, tu ritornerai altresì in polvere.



20 E Adamo pose nome Eva alla sua moglie; perciocchè ella è stata madre di tutti i viventi.



21 E il Signore Iddio fece delle toniche di pelle ad Adamo ed alla sua moglie; e li vestì.



22 Poi il Signore Iddio disse: Ecco, l’uomo è divenuto come uno di noi, avendo conoscenza del bene e del male; ora adunque e’ si convien provvedere che talora egli non istenda la mano, e non prenda ancora del frutto dell’albero della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo. 23 Perciò il Signore Iddio mandò l’uomo fuor del giardino di Eden, per lavorar la terra, dalla quale era stato tolto. 24 Così egli cacciò l’uomo, e pose dei Cherubini davanti al giardino di Eden, con una spada fiammeggiante che si vibrava in giro, per guardar la via dell’albero della vita.

4:1 OR Adamo conobbe la sua moglie, ed ella concepette, e partorì Caino, e disse: Io ho acquistato un uomo col Signore. 2 Poi partorì ancora Abele, fratello di esso. Ed Abele fu pastore di pecore, e Caino fu lavorator della terra.



3 Or avvenne, in capo di alquanto tempo, che Caino offerse al Signore offerta de’ frutti della terra. 4 Ed Abele offerse anch’esso de’ primogeniti delle sue pecore, e del grasso di esse. E il Signore riguardò ad Abele ed alla sua offerta. 5 Ma non riguardò a Caino, nè alla sua offerta; onde Caino si sdegnò grandemente, e il suo volto fu abbattuto.



6 E il Signore disse a Caino: Perchè sei tu sdegnato? e perchè è il tuo volto abbattuto? 7 Se tu fai bene, non vi sarà egli esaltazione? ma altresì, se tu fai male, il peccato giace alla porta. Ora i desiderii di esso dipendono da te, e tu hai la signoria sopra lui.



8 E Caino disse ad Abele suo fratello: Andiamo ai campi. Ed avvenne che essendo essi ai campi, Caino si levò contro ad Abele suo fratello, e l’uccise.



9 E il Signore disse a Caino: Ov’è Abele tuo fratello? Ed egli disse: Io non so; sono io guardiano del mio fratello? 10 E il Signore gli disse: Che hai fatto? ecco la voce del sangue del tuo fratello grida a me dalla terra. 11 Ora dunque tu sei maledetto, e sarai cacciato dalla terra, che ha aperta la sua bocca per ricevere il sangue del tuo fratello dalla tua mano. 12 Quando tu lavorerai la terra, ella non continuerà più di renderti la sua virtù; e tu sarai vagabondo ed errante sulla terra.



13 E Caino disse al Signore: La mia iniquità è più grande che io non posso portare. 14 Ecco, tu mi hai oggi cacciato d’in su la faccia della terra, ed io sarò nascosto dal tuo cospetto, e sarò vagabondo ed errante sulla terra; ed avverrà che chiunque mi troverà mi ucciderà. 15 E il Signore gli disse: Perciò, chiunque ucciderà Caino sarà punito a sette doppi più che Caino. E il Signore pose un segnale in Caino, acciocchè alcuno, trovandolo, non lo uccidesse.



16 E Caino si partì dal cospetto del Signore, e dimorò nel paese di Nod, dalla parte orientale di Eden. 17 E Caino conobbe la sua moglie, ed ella concepette, e partorì Enoch. Poi egli si mise ad edificare una città, e la nominò del nome del suo figliuolo Enoch. 18 E ad Enoch nacque Irad; ed Irad generò Mehujael; e Mehujael generò Metusael; e Metusael generò Lamec.



19 E Lamec si prese due mogli; il nome dell’una delle quali era Ada, e il nome dell’altra Silla. 20 E Ada partorì Iabal. Esso fu padre di coloro che dimorano in tende, e son mandriani. 21 E il nome del suo fratello fu Iubal. Esso fu padre di tutti coloro che maneggiano la cetera e l’organo. 22 E Silla partorì anch’ella Tubal-cain, il quale ha ammaestrato ogni fabbro di rame e di ferro; e la sorella di Tubal-cain fu Naama.



23 E Lamec disse ad Ada e Silla sue mogli: Ascoltate la mia voce, mogli di Lamec; Porgete l’orecchio al mio parlare. Certo io ho ucciso un uomo, dandogli una ferita; Ed un giovane, dandogli una percossa. 24 Se Caino è vendicato a sette doppi, Lamec lo sarà a settanta volte sette doppi.



25 E Adamo conobbe ancora la sua moglie; ed ella partorì un figliuolo, e gli pose nome Set; perciocchè, disse ella, Iddio mi ha riposta un’altra progenie in luogo di Abele, che Caino ha ucciso. 26 Ed a Set ancora nacque un figliuolo; ed egli gli pose nome Enos. Allora si cominciò a nominare una parte degli uomini del Nome del Signore.

5:1 QUESTA è la descrizione delle generazioni di Adamo. Nel giorno che Iddio creò l’uomo, egli lo fece alla sua somiglianza. 2 Egli li creò maschio e femmina, e li benedisse, e pose loro nome UOMO, nel giorno che furono creati. 3 Ora Adamo, essendo vivuto centotrent’anni, generò un figliuolo alla sua somiglianza, secondo la sua immagine; e gli pose nome Set. 4 E il tempo che visse Adamo, dopo ch’ebbe generato Set, fu ottocent’anni; e generò figliuoli e figliuole. 5 Così tutto il tempo che visse Adamo fu novecentrent’anni; poi morì.



6 E Set, essendo vivuto centocinque anni, generò Enos. 7 E Set, dopo che ebbe generato Enos, visse ottocensette anni, e generò figliuoli e figliuole. 8 Così tutto il tempo che visse Set fu novecendodici anni; poi morì. 9 Ed Enos, essendo vivuto novant’anni, generò Chenan. 10 Ed Enos, dopo ch’ebbe generato Chenan, visse ottocenquindici anni, e generò figliuoli e figliuole. 11 Così tutto il tempo che visse Enos fu novecencinque anni; poi morì. 12 E Chenan, essendo vivuto settant’anni, generò Mahalaleel. 13 E Chenan, dopo ch’ebbe generato Mahalaleel, visse ottocento quaranta anni, e generò figliuoli e figliuole. 14 Così tutto il tempo che Chenan visse fu novecendieci anni; poi morì. 15 E Mahalaleel, essendo vivuto sessantacinque anni, generò Iared. 16 E Mahalaleel, dopo ch’ebbe generato Iared, visse ottocento trenta anni, e generò figliuoli e figliuole. 17 Così tutto il tempo che Mahalaleel visse fu ottocento novanta cinque anni; poi morì. 18 E Iared, essendo vivuto censessantadue anni, generò Enoc. 19 E Iared, dopo ch’ebbe generato Enoc, visse ottocent’anni, e generò figliuoli e figliuole. 20 Così tutto il tempo che Iared visse fu novecento sessantadue anni; poi morì.



21 Ed Enoc essendo vivuto sessantacinque anni, generò Metusela. 22 Ed Enoc, dopo ch’ebbe generato Metusela, camminò con Dio per lo spazio di trecent’anni e generò figliuoli e figliuole. 23 Così, tutto il tempo che Enoc visse fu trecento sessanta cinque anni. 24 E dopo che Enoc fu camminato con Dio, non si vide più; perciocchè Iddio lo prese.



25 E Metusela, essendo vivuto cento ottantasette anni, generò Lamec. 26 E Metusela, dopo ch’ebbe generato Lamec, visse settecento ottantadue anni, e generò figliuoli e figliuole. 27 Così, tutto il tempo che Metusela visse fu novecento sessantanove anni; poi morì.



28 E Lamec, essendo vivuto cento ottantadue anni, generò un figliuolo. 29 E gli pose nome Noè, dicendo: Costui ci consolerà della nostra opera, e della fatica delle nostre mani, la quale portiamo per cagion della terra che il Signore ha maladetta. 30 E Lamec, dopo ch’ebbe generato Noè, visse cinquecento novantacinque anni, e generò figliuoli e figliuole. 31 Così tutto il tempo che Lamec visse fu settecento settantasette anni; poi morì. 32 E Noè, essendo di età di cinquecent’anni, generò Sem, Cam e Iafet.
6:1 OR avvenne che, quando gli uomini cominciarono a moltiplicar sopra la terra, e che furono loro nate delle figliuole, 2 i figliuoli di Dio, veggendo che le figliuole degli uomini erano belle, si presero per mogli quelle che si scelsero d’infra tutte.



3 E il Signore disse: Lo Spirito mio non contenderà in perpetuo con gli uomini; perciocchè anche non sono altro che carne; e il termine loro sarà centovent’anni.



4 In quel tempo i giganti erano in su la terra, e furono anche dappoi, quando i figliuoli di Dio entrarono dalle figliuole degli uomini, ed esse partorirono loro de’ figliuoli. Costoro son quegli uomini possenti, i quali già anticamente erano uomini famosi. 5 E il Signore, veggendo che la malvagità degli uomini era grande in terra; e che tutte le immaginazioni de’ pensieri del cuor loro non erano altro che male in ogni tempo,



6 ei si pentì d’aver fatto l’uomo in su la terra, e se ne addolorò nel cuor suo. 7 E il Signore disse: Io sterminerò d’in su la terra gli uomini che io ho creati; io sterminerò ogni cosa, dagli uomini fino agli animali, ai rettili ed agli uccelli del cielo; perciocchè io mi pento di averli fatti.



8 Ma Noè trovò grazia appo il Signore. 9 Queste son le generazioni di Noè. Noè fu uomo giusto, intiero nelle sue età, e camminò con Dio. 10 E generò tre figliuoli: Sem, Cam e Iafet.



11 Ora, la terra si era corrotta nel cospetto di Dio, ed era piena di violenza. 12 E Iddio riguardò la terra, ed ecco era corrotta; poichè ogni carne aveva corrotta la sua via in su la terra.



13 E Iddio disse a Noè: Appo me la fine di ogni carne è giunta; perciocchè la terra è ripiena di violenza per cagion di costoro; ed ecco io li farò perire, insieme con la terra. 14 Fatti un’Arca di legno di Gofer; falla a stanze, ed impeciala, di fuori e di dentro, con pece. 15 E questa è la forma della qual tu la farai: la lunghezza di essa sia di trecento cubiti, e la larghezza di cinquanta cubiti, e l’altezza di trenta cubiti. 16 E da’ lume all’Arca; e fa’ il comignolo di essa disopra di un cubito; e metti la porta dell’Arca al lato di essa; falla a tre palchi, basso, secondo e terzo. 17 Ed ecco io farò venir sopra la terra il diluvio delle acque, per far perir di sotto al cielo ogni carne in cui è alito di vita; tutto ciò ch’è in terra morrà. 18 Ma io fermerò il mio patto teco; e tu entrerai nell’Arca, tu, ed i tuoi figliuoli, e la tua moglie, e le mogli de’ tuoi figliuoli teco. 19 E di ogni creatura vivente, di ogni carne, fanne entrar dentro l’Arca due per ciascuna, che saranno maschio e femmina, per conservarli in vita teco. 20 Degli uccelli, secondo le loro specie; delle bestie, secondo le loro specie; e di tutti i rettili, secondo le loro specie; due per ciascuna verranno a te, per esser conservati in vita. 21 E tu, prenditi di ogni cibo che si mangia, ed accoglilo appresso a te; acciocchè sia a te ed a quegli animali per cibo.



22 E Noè fece così; egli fece secondo tutto ciò che Iddio gli avea comandato.


7:1 Poi il Signore disse a Noè: Entra tu, e tutta la tua famiglia dentro l’Arca; perciocchè in questa età io ti ho veduto giusto davanti a me. 2 Di ciascuna specie di animali mondi, prendine sette paia, maschio e femmina; e degli animali immondi, un paio, un maschio e la sua femmina. 3 Degli uccelli del cielo, prendine parimente di ciascuna specie sette paia, maschio e femmina; per conservarne in vita la generazione sopra la terra. 4 Perciocchè fra qui e sette dì, io farò piovere in su la terra per lo spazio di quaranta giorni e di quaranta notti, e sterminerò d’in su la terra ogni cosa sussistente che io ho fatta.



5 E Noè fece secondo tutto ciò che il Signore gli avea comandato. 6 Or Noè era di età di seicento anni, quando il diluvio fu, e le acque vennero sopra la terra. 7 E Noè, insieme co’ suoi figliuoli, e con la sua moglie, e con le mogli de’ suoi figliuoli, entrò nell’Arca d’innanzi alle acque del diluvio. 8 Degli animali mondi, e degli animali immondi, e degli uccelli, e di tutto ciò che serpe in su la terra, 9 ne vennero delle paia, maschio e femmina, a Noè, dentro l’Arca; come Iddio avea comandato a Noè. 10 Ed avvenne, al termine de’ sette giorni, che le acque del diluvio vennero sopra la terra.



11 L’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, nel decimosettimo giorno del mese, in quel giorno tutte le fonti del grande abisso scoppiarono, e le cateratte del cielo furono aperte. 12 E la pioggia fu in su la terra, per lo spazio di quaranta giorni e di quaranta notti.



13 In quel giorno stesso Noè entrò nell’Arca, insieme con Sem, Cam e Iafet, suoi figliuoli, e con la sua moglie, e con le tre mogli de’ suoi figliuoli. 14 Essi vi entrarono, ed anche fiere de ogni specie, ed animali domestici di ogni specie, e rettili che serpono sopra la terra di ogni specie, ed uccelli di ogni specie, ed uccelletti di ogni sorta di qualunque ala. 15 In somma, di ogni carne, in cui è alito di vita, ne venne un paio a Noè dentro l’Arca. 16 E gli animali che vennero erano maschio e femmina, come Iddio avea comandato a Noè. Poi il Signore serrò l’Arca sopra esso.



17 E il diluvio venne sopra la terra, per lo spazio di quaranta giorni; e le acque crebbero, e sollevarono l’Arca, ed ella fu alzata d’in su la terra. 18 E le acque si rinforzarono, e crebbero grandemente sopra la terra; e l’Arca notava sopra le acque. 19 E le acque si rinforzarono grandissimamente sopra la terra; e tutti gli alti monti, che son sotto tutti i cieli, furono coperti. 20 Le acque avanzarono essi monti, dell’altezza di quindici cubiti. Così i monti furono coperti.



21 Ed ogni carne che si muove sopra la terra, degli uccelli, degli animali domestici, delle fiere e di tutti i rettili che serpono sopra la terra, morì, insieme con tutti gli uomini. 22 Tutto ciò che ha fiato d’alito di vita nelle sue nari, d’infra tutto ciò ch’era nell’asciutto, morì. 23 E fu sterminata ogni cosa sussistente, che era sopra la faccia della terra, dagli uomini fino alle bestie, e i rettili, e gli uccelli del cielo; furono, dico, sterminati d’in su la terra; e Noè solo scampò, con quelli ch’erano con lui nell’Arca. 24 E le acque furono alte sopra la terra, per lo spazio di cencinquanta giorni.


8:1 OR Iddio si ricordò di Noè, e di tutte le fiere, e di tutti gli animali domestici ch’erano con lui nell’Arca; e fece passare un vento in su la terra; e le acque si posarono. 2 Ed essendo state le fonti dell’abisso e le cateratte del cielo serrate, e rattenuta la pioggia del cielo, 3 le acque andarono del continuo ritirandosi d’in su la terra. Al termine adunque di cencinquanta giorni cominciarono a scemare.



4 E, nel decimosettimo giorno del settimo mese, l’Arca si fermò sopra le montagne di Ararat. 5 E le acque andarono scemando fino al decimo mese. Nel primo giorno del decimo mese, le sommità de’ monti apparvero.



6 E, in capo di quaranta giorni, Noè aperse la finestra dell’Arca, ch’egli avea fatta. 7 E mandò fuori il corvo, il quale usciva del continuo fuori, e tornava, fin che le acque furono asciutte d’in su la terra. 8 Poi mandò d’appresso a sè la colomba, per veder se le acque erano scemate d’in su la faccia della terra. 9 Ma la colomba, non trovando ove posar la pianta del piè, se ne ritornò a lui dentro l’Arca; perciocchè v’erano ancora delle acque sopra la faccia di tutta la terra. Ed egli, stesa la mano, la prese, e l’accolse a sè, dentro l’Arca. 10 Ed egli aspettò sette altri giorni, e di nuovo mandò la colomba fuor dell’Arca. 11 Ed in sul tempo del vespro, la colomba ritornò a lui; ed ecco, avea nel becco una fronde spiccata di un ulivo; onde Noè conobbe che le acque erano scemate d’in su la terra. 12 Ed egli aspettò sette altri giorni, e mandò fuori la colomba, ed essa non ritornò più a lui.



13 E, nell’anno seicentunesimo di Noè, nel primo giorno del primo mese, le acque furono asciutte d’in su la terra. E Noè, levato il coperto dell’Arca, vide che la faccia della terra era asciutta. 14 E, nel ventisettesimo giorno del secondo mese, la terra era tutta asciutta.



15 E Iddio parlò a Noè, dicendo: 16 Esci fuor dell’Arca, tu, e la tua moglie, ed i tuoi figliuoli, e le mogli de’ tuoi figliuoli teco. 17 Fa uscir fuori teco tutti gli animali che son teco, di qualunque carne, degli uccelli, delle bestie, e di tutti i rettili che serpono sopra la terra; e lascia che scorrano per la terra, e figlino, e moltiplichino in su la terra. 18 E Noè uscì fuori, co’ suoi figliuoli, e con la sua moglie, e con le mogli de’ suoi figliuoli. 19 Tutte le bestie ancora, e tutti i rettili, e tutti gli uccelli, e tutti gli animali che si muovono sopra la terra, secondo le lor generazioni, uscirono fuor dell’Arca.



20 E Noè edificò un altare al Signore; e prese d’ogni specie di animali mondi, e d’ogni specie di uccelli mondi, ed offerse olocausti sopra l’altare. 21 E il Signore odorò un odor soave; e disse nel cuor suo: Io non maledirò più la terra per l’uomo; conciossiachè l’immaginazione del cuor dell’uomo sia malvagia fin dalla sua fanciullezza; e non percoterò più ogni cosa vivente, come ho fatto. 22 Da ora innanzi, quanto durerà la terra, sementa e ricolta, freddo e caldo, state e verno, giorno e notte giammai non cesseranno.

9:1 E IDDIO benedisse Noè, e i suoi figliuoli; e disse loro; Fruttate, e moltiplicate, e riempiete la terra. 2 E la paura e lo spavento di voi sia sopra tutte le bestie della terra, e sopra tutti gli uccelli del cielo; essi vi son dati nelle mani, insieme con tutto ciò che serpe sopra la terra, e tutti i pesci del mare. 3 Ogni cosa che si muove, ed ha vita, vi sarà per cibo; io ve le do tutte, come l’erbe verdi. 4 Ma pur non mangiate la carne con l’anima sua, ch’è il suo sangue. 5 E certamente io ridomanderò conto del vostro sangue, per le vostre persone; io ne ridomanderò conto ad ogni bestia, ed agli uomini; io ridomanderò conto della vita dell’uomo a qualunque suo fratello. 6 Il sangue di colui che spanderà il sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo; perciocchè Iddio ha fatto l’uomo alla sua immagine. 7 Voi dunque fruttate e moltiplicate; generate copiosamente sulla terra, e crescete in essa.



8 Poi Iddio parlò a Noè, ed a’ suoi figliuoli con lui, dicendo: 9 E quant’è a me, ecco, io fermo il mio patto con voi, e con la vostra progenie dopo voi; 10 e con ogni animal vivente ch’è con voi, così degli uccelli, come degli animali domestici, e di tutte le fiere della terra, con voi; così con quelle che sono uscite fuor dell’Arca, come con ogni altra bestia della terra. 11 Io fermo il mio patto con voi, che ogni carne non sarà più distrutta per le acque del diluvio, e che non vi sarà più diluvio, per guastar la terra.



12 Oltre a ciò, Iddio disse: Questo sarà il segno del patto che io fo fra me e voi e tutti gli animali viventi, che son con voi, in perpetuo per ogni generazione. 13 Io ho messo il mio Arco nella nuvola; ed esso sarà per segno del patto fra me e la terra. 14 Ed avverrà che, quando io avrò coperta la terra di nuvole, l’Arco apparirà nella nuvola. 15 Ed io mi ricorderò del mio patto, ch’è fra me e voi, ed ogni animal vivente, di qualunque carne; e le acque non faranno più diluvio, per distruggere ogni carne. 16 L’Arco adunque sarà nella nuvola, ed io lo riguarderò, per ricordarmi del patto perpetuo, fra Dio ed ogni animal vivente, di qualunque carne ch’è sopra la terra. 17 Così Iddio disse a Noè: Questo è il segno del patto, che io ho fermato fra me ed ogni carne ch’è sopra la terra.



18 OR i figliuoli di Noè, che uscirono fuor dell’Arca, furono Sem, Cam e Iafet. 19 E Cam fu padre di Canaan. Questi tre furono figliuoli di Noè; e da essi, sparsi per tutta la terra, ella è stata popolata. 20 E Noè cominciò ad esser lavorator della terra e piantò la vigna. 21 E bevve del vino, e s’inebbriò, e si scoperse in mezzo del suo tabernacolo. 22 E Cam, padre di Canaan, vide le vergogne di suo padre, e lo rapportò fuori a’ suoi due fratelli. 23 Ma Sem e Iafet presero un mantello, e se lo misero amendue in su le spalle; e, camminando a ritroso, copersero le vergogne del padre loro; e le faccie loro erano volte indietro, tal che non videro le vergogne del padre loro.



24 E, quando Noè si fu svegliato dal suo vino, seppe ciò che gli avea fatto il suo figliuol minore. 25 E disse: Maledetto sia Canaan; sia servo de’ servi de’ suoi fratelli. 26 Ma disse: Benedetto sia il Signore Iddio di Sem, e sia Canaan lor servo. 27 Iddio allarghi Iafet, ed abiti egli ne’ tabernacoli di Sem; e sia Canaan lor servo.



28 E Noè visse dopo il diluvio trecencinquanta anni. 29 E tutto il tempo che Noè visse fu novecencinquento anni; poi morì.

10:1 OR queste sono le generazioni dei figliuoli di Noè: Sem, Cam e Iafet; e ad essi nacquero figliuoli dopo il diluvio. 2 I figliuoli di Iafet furono Gomer, e Magog, e Madai, e Iavan, e Tubal, e Mesec, e Tiras. 3 E i figliuoli di Gomer furono Aschenaz, e Rifat, e Togarma. 4 E i figliuoli di Iavan furono Elisa e Tarsis, Chittim e Dodanim. 5 Da costoro, per le lor famiglie, nelle lor nazioni, è venuto lo spartimento dell’Isole delle genti, nei loro paesi, secondo la lingua di ciascun di essi.



6 E i figliuoli di Cam furono Cus, Misraim, e Put, e Canaan. 7 E i figliuoli di Cus furono Seba, ed Havila, e Sabta, e Rama, e Sabteca; ed i figliuoli di Rama furono Seba e Dedan. 8 E Cus generò Nimrod. Esso cominciò ad esser possente sulla terra. 9 Egli fu un potente cacciatore nel cospetto del Signore; perciò si dice: Come Nimrod, potente cacciatore nel cospetto del Signore. 10 E il principio del suo regno fu Babilonia, ed Erec, ed Accad, e Calne, nel paese di Sinear. 11 Di quel paese uscì Assur, ed edificò Ninive, e la città di Rehobot, a Cala; 12 e, fra Ninive e Cala, Resen, la gran città. 13 E Misraim generò Ludim, ed Anamim, e Lehabim, e Naftuhim, 14 e Patrusim, e Casluhim onde sono usciti i Filistei, e Caftorim.



15 E Canaan generò Sidon suo primogenito, ed Het; 16 e il Gebuseo, e l’Amorreo, e il Ghirgaseo; 17 e l’Hivveo, e l’Archeo, e il Sineo; 18 e l’Arvadeo, e il Semareo, e l’Hamateo. E poi le famiglie de’ Cananei si sparsero. 19 Ed i confini de’ Cananei furono da Sidon, traendo verso Gherar, fino a Gaza; e traendo verso Sodoma, e Gomorra, ed Adma, e Seboim, fino a Lesa. 20 Questi sono i figliuoli di Cam, secondo le lor famiglie e lingue, ne’ lor paesi e nazioni.



21 A Sem ancora, padre di tutti i figliuoli di Eber, e fratel maggiore di Iafet, nacquero figliuoli. 22 I figliuoli di Sem furono Elam, ed Assur, ed Arfacsad, e Lud, ed Aram. 23 E i figliuoli di Aram furono Us, Hul, Gheter, e Mas. 24 Ed Arfacsad generò Sela, e Sela generò Eber. 25 E ad Eber nacquero due figliuoli, il nome dell’uno fu Peleg, perciocchè al suo tempo la terra fu divisa; e il nome dell’altro suo fratello fu Ioctan. 26 E Ioctan generò Almodad, e Selef, ed Asarmavet, e Iera; 27 e Hadoram, ed Huzal, e Dicla; 28 ed Obal, ed Abimael, e Seba; 29 ed Ofir, ed Havila, e Iobab. Tutti costoro furono figliuoli di Ioctan. 30 E le loro abitazioni furono da Mesa, traendo verso Sefar, fino al monte Orientale. 31 Costoro furono i figliuoli di Sem, secondo le lor famiglie e lingue, ne’ lor paesi, per le lor nazioni. 32 Queste son le famiglie de’ figliuoli di Noè secondo le loro generazioni, nelle lor nazioni; e da costoro sono discese le genti divise per la terra, dopo il diluvio.

11:1 OR tutta la terra era d’una favella e di un linguaggio. 2 Ed avvenne che, partendosi gli uomini di Oriente, trovarono una pianura nel paese di Sinear, e quivi si posarono. 3 E dissero l’uno all’altro: Or su, facciamo de’ mattoni, e cociamoli col fuoco. I mattoni adunque furono loro in vece di pietre, e il bitume in vece di malta. 4 Poi dissero: Or su, edifichiamoci una città, ed una torre, la cui sommità giunga fino al cielo, ed acquistiamoci fama; che talora noi non siamo dispersi sopra la faccia di tutta la terra.



5 E il Signore discese, per veder la città e la torre che i figliuoli degli uomini edificavano. 6 E il Signore disse: Ecco un medesimo popolo, ed essi tutti hanno un medesimo linguaggio, e questo è il cominciamento del lor lavoro, ed ora tutto ciò che hanno disegnato di fare, non sarà loro divietato. 7 Or su, scendiamo e confondiamo ivi la lor favella; acciocchè l’uno non intenda la favella dell’altro. 8 E il Signore li disperse di là sopra la faccia di tutta la terra; ed essi cessarono di edificar la città. 9 Perciò essa fu nominata Babilonia; perciocchè il Signore confuse quivi la favella di tutta la terra, e disperse coloro di là sopra la faccia di tutta la terra.



10 QUESTE sono le generazioni di Sem: Sem, essendo d’età di cent’anni, generò Arfacsad, due anni dopo il diluvio. 11 E Sem, dopo ch’ebbe generato Arfacsad, visse cinquecent’anni, e generò figliuoli e figliuole. 12 Ed Arfacsad, essendo vivuto trentacinque anni, generò Sela. 13 Ed Arfacsad, dopo ch’egli ebbe generato Sela, visse quattrocentotre anni, e generò figliuoli e figliuole. 14 E Sela, essendo vivuto trent’anni, generò Eber. 15 E Sela, dopo ch’ebbe generato Eber, visse quattrocentotre anni, e generò figliuoli e figliuole. 16 Ed Eber, essendo vivuto trentaquattr’anni, generò Peleg. 17 Ed Eber, dopo ch’ebbe generato Peleg, visse quattrocentrenta anni, e generò figliuoli e figliuole. 18 E Peleg, essendo vivuto trent’anni, generò Reu. 19 E Peleg, dopo ch’ebbe generato Reu, visse dugennove anni, e generò figliuoli e figliuole. 20 E Reu, essendo vivuto trentadue anni, generò Serug. 21 E Reu, dopo che ebbe generato Serug, visse dugensette anni, e generò figliuoli e figliuole. 22 E Serug, essendo vivuto trent’anni, generò Nahor. 23 E Serug, dopo che ebbe generato Nahor, visse dugent’anni, e generò figliuoli e figliuole. 24 E Nahor, essendo vivuto ventinove anni, generò Tare. 25 E Nahor, dopo ch’ebbe generato Tare, visse cendiciannove anni, e generò figliuoli e figliuole. 26 E Tare, essendo vivuto settant’anni, generò Abramo, Nahor, e Haran.



27 E queste sono le generazioni di Tare: Tare generò Abramo, Nahor e Haran; e Haran generò Lot. 28 Or Haran morì in presenza di Tare suo padre, nel suo natio paese, in Ur de’ Caldei. 29 Ed Abramo e Nahor si presero delle mogli; il nome della moglie di Abramo era Sarai; e il nome della moglie di Nahor, Milca, la quale era figliuola di Haran, padre di Milca e d’Isca. 30 Or Sarai era sterile, e non avea figliuoli. 31 E Tare prese Abramo suo figliuolo, e Lot figliuol del suo figliuolo, cioè di Haran, e Sarai sua nuora, moglie di Abramo suo figliuolo; ed essi uscirono con loro fuori d’Ur de’ Caldei, per andar nel paese di Canaan; e, giunti fino in Charan, dimorarono quivi. 32 E il tempo della vita di Tare fu dugentocinque anni; poi morì in Charan.


12:1 OR il Signore avea detto ad Abramo: Vattene fuor del tuo paese, e del tuo parentado, e della casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. 2 Ed io ti farò divenire una gran gente, e ti benedirò, e magnificherò il tuo nome; e tu sarai benedizione. 3 Ed io benedirò coloro che ti benediranno, e maledirò coloro che ti malediranno; e tutte le nazioni della terra saranno benedette in te.



4 Ed Abramo se ne andò, come il Signore gli avea detto; e Lot andò con lui. Or Abramo era d’età di settantacinque anni quando partì di Charan. 5 Abramo adunque prese Sarai sua moglie, e Lot figliuol del suo fratello, e tutte le lor facoltà che aveano acquistate, e parimente le persone che aveano acquistate in Charan; e si partirono, per andar nel paese di Canaan. E pervennero al paese di Canaan.



6 Ed Abramo passò per lo paese, fino al luogo di Sichem, fino alla pianura di More. Ed in quel tempo i Cananei erano nel paese. 7 E il Signore apparve ad Abramo, e gli disse: Io darò questo paese alla tua progenie. Ed Abramo edificò quivi un altare al Signore che gli era apparito. 8 Poi egli si tramutò di là verso il monte, dalla parte orientale di Betel; e tese i suoi padiglioni, avendo dal lato occidentale Betel, e dall’orientale Ai; ed edificò quivi un altare al Signore, ed invocò il Nome del Signore. 9 Poi Abramo si partì, camminando e traendo verso il Mezzodì.



10 OR sopravvenne una fame nel paese; ed Abramo scese in Egitto, per dimorarvi, perciocchè la fame era grave nel paese. 11 E, come egli fu presso ad entrare in Egitto, disse a Sarai sua moglie: Ecco, ora io so che tu sei donna di bell’aspetto. 12 Laonde avverrà che, quando gli Egizj ti vedranno, diranno: Costei è moglie di costui; e mi uccideranno, e a te scamperanno la vita. 13 Deh! ‘che tu sei mia sorella; acciocchè per cagion di te mi sia fatto del bene, e per amor tuo la vita mi sia conservata.



14 Avvenne adunque che, come Abramo fu venuto in Egitto, gli Egizj riguardarono quella donna, perchè ella era molto bella. 15 Ed i principi di Faraone, vedutala, la commendarono a Faraone; onde quella donna fu presa e menata in casa di Faraone. 16 Ed egli fece del bene ad Abramo, per amor di lei; ed egli n’ebbe pecore, e buoi, ed asini, e servi, e serve, ed asine, e cammelli. 17 Ma il Signore percosse Faraone e la sua casa di gran piaghe, per cagion di Sarai, moglie di Abramo. 18 E Faraone chiamò Abramo, e gli disse: Che cosa è questo che tu mi hai fatto? perchè non mi hai tu dichiarato ch’ella era tua moglie? 19 Perchè dicesti: Ell’è mia sorella? onde io me l’avea presa per moglie; ora dunque, eccoti la tua moglie, prendila, e vattene. 20 E Faraone diede commissione di lui a certi uomini; ed essi accommiatarono lui e la sua moglie e tutto quello ch’era suo.

13:1 Abramo adunque salì di Egitto, con la sua moglie, e con tutto ciò ch’era suo, e con Lot, traendo verso il Mezzodì. 2 Or Abramo era grandemente possente in bestiame, in argento ed in oro. 3 Ed egli, seguendo il suo viaggio, andò dal Mezzodì fino a Betel, fino al luogo dove prima erano stati i suoi padiglioni, fra Betel ed Ai, 4 nel luogo ove era l’altare che egli aveva prima fatto quivi; ed Abramo invocò quivi il nome del Signore.



5 OR Lot ancora, che andava con Abramo, avea pecore, e buoi, e padiglioni. 6 E il paese non li poteva portare, abitando amendue insieme; perciocchè le lor facoltà erano grandi, e non potevano dimorare insieme. 7 E nacque contesa fra i pastori del bestiame di Abramo, ed i pastori del bestiame di Lot. Or i Cananei ed i Ferezei abitavano allora nel paese. 8 Ed Abramo disse a Lot: Deh! non siavi contesa fra me e te, nè fra i miei pastori ed i tuoi; conciossiachè noi siamo fratelli. 9 Tutto il paese non è egli davanti a te? deh! separati d’appresso a me; se tu vai a sinistra, io andrò a destra; e se tu vai a destra, io andrò a sinistra.



10 E Lot, alzati gli occhi, riguardò tutta la pianura del Giordano, ch’era tutta adacquata; avanti che il Signore avesse distrutto Sodoma e Gomorra, quella era come il giardino del Signore, come il paese di Egitto, fino a Soar. 11 E Lot elesse per sè tutta la pianura del Giordano; ed egli si partì, traendo verso l’Oriente; e così si separarono l’uno dall’altro. 12 Abramo dimorò nel paese di Canaan, e Lot dimorò nelle terre della pianura, e andò tendendo i suoi padiglioni fin che venne a Sodoma. 13 Ora gli uomini di Sodoma erano grandemente scellerati e peccatori contro al Signore.



14 E il Signore disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato d’appresso a lui: Alza ora gli occhi tuoi, e riguarda, dal luogo ove tu sei, verso il Settentrione, verso il Mezzodì, verso l’Oriente, e verso l’Occidente. 15 Perciocchè io darò a te ed alla tua progenie, in perpetuo, il paese che tu vedi. 16 E farò che la tua progenie sarà come la polvere della terra; che se alcuno può annoverar la polvere della terra, anche potrassi annoverar la tua progenie. 17 Levati, va’ attorno per lo paese, per largo e per lungo; perciocchè io tel darò. 18 Abramo adunque andò tendendo i suoi padiglioni; e, giunto alle pianure di Mamre, che sono in Hebron, dimorò quivi, e vi edificò un altare al Signore.


14:1 OR avvenne al tempo di Amrafel re di Sinear, d’Arioc re di Ellasar, di Chedor-laomer re di Elam, e di Tideal re de’ Goi, 2 ch’essi fecero guerra contro a Bera re di Sodoma, e contro a Birsa re di Gomorra, e contro a Sineab re di Adma, e contro a Semeeber re di Seboim, e contro al re di Bela, ch’è Soar. 3 Tutti costoro, fatta lega insieme, si adunarono nella Valle di Siddim, ch’è il mar salato. 4 Essi erano stati soggetti a Chedor-laomer, lo spazio di dodici anni, ed al decimoterzo si erano ribellati. 5 E nell’anno decimoquarto, Chedor-laomer e i re ch’erano con lui erano venuti, ed aveano percossi i Rafei in Asterot-carnaim, e gli Zuzei in Ham, e gli Emei nella pianura di Chiriataim, 6 e gli Horei nelle lor montagne di Seir, fino alla pianura di Paran, ch’è presso al deserto. 7 Poi, rivoltisi, erano venuti in Enmispat, ch’è Cades; ed aveano percosso tutto il territorio degli Amalechiti, ed anche gli Amorrei che dimoravano in Hasason-tamar. 8 E il re di Sodoma, e il re di Gomorra, e il re di Adma, e il re di Seboim, e il re di Bela, ch’è Soar, uscirono, ed ordinarono la battaglia nella Valle di Siddim, contro a questi: 9 contro a Chedor-laomer re di Elam, e Tideal re de’ Goi, ed Amrafel re di Sinear, ed Arioc re di Ellasar; quattro re contro a cinque. 10 Or la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; e i re di Sodoma e di Gomorra si misero in fuga, e cascarono dentro que’ pozzi; e coloro che scamparono fuggirono verso il monte. 11 E quei re presero tutte le ricchezze di Sodoma e di Gomorra, e tutta la lor vittuaglia; poi se ne andarono. 12 Presero ancora Lot figliuol del fratello di Abramo, il quale abitava in Sodoma, e la roba di esso; poi se ne andarono.



13 Ed alcuno ch’era scampato venne e rapportò la cosa ad Abramo Ebreo, il qual dimorava nelle pianure di Mamre Amorreo, fratello di Escol, e fratello di Aner, i quali erano collegati con Abramo. 14 Ed Abramo, com’ebbe inteso che il suo fratello era menato prigione, armò trecendiciotto de’ suoi allievi nati in casa sua, e perseguì coloro fino in Dan. 15 Ed egli, co’ suoi servitori, li assalì di notte da diverse bande, e li sconfisse, e li perseguì fino in Hoba, ch’è dal lato sinistro di Damasco. 16 E ricoverò tutta la roba; riscosse ancora Lot suo fratello, e la sua roba, ed anche le donne, e il popolo.



17 E di poi, come egli se ne ritornava dalla sconfitta di Chedor-laomer e de’ re ch’erano con lui, il re di Sodoma gli uscì incontro nella Valle della pianura, ch’è la Valle del re. 18 E Melchisedec, re di Salem, arrecò pane e vino; or egli era sacerdote dell’Iddio altissimo. 19 E lo benedisse, dicendo: Benedetto sia Abramo, appo l’Iddio altissimo, possessor del cielo e della terra. 20 E benedetto sia l’altissimo Iddio, che ti ha dati i tuoi nemici nelle mani. Ed Abramo gli diede la decima di ogni cosa.



21 E il re di Sodoma disse ad Abramo: Dammi le persone, e prendi per te la roba. 22 Ma Abramo rispose al re di Sodoma: Io ho alzata la mano al Signore Iddio altissimo, possessor del cielo e della terra; 23 se, di tutto ciò ch’è tuo, io prendo pure un filo, od una correggia di scarpa; che talora tu non dica: Io ho arricchito Abramo; 24 salvo sol quello che questi fanti hanno mangiato, e la parte degli uomini che sono andati meco, cioè: Aner, Escol e Mamre; essi prenderanno la lor parte.

15:1 DOPO queste cose, la parola del Signore fu indirizzata ad Abramo in visione, dicendo: Non temere, o Abramo, io ti sono scudo; il tuo premio è molto grande.



2 Ed Abramo disse: O Signore Iddio, che mi daresti? conciossiachè io viva senza figliuoli, e colui che ha il governo della mia casa è questo Eliezer Damasceno. 3 Abramo disse ancora: Ecco, tu non mi hai data progenie; ed ecco, un servo nato in casa mia sarà mio erede. 4 Ed in quello stante, la parola del Signore gli fu indirizzata, dicendo: Costui non sarà tuo erede; anzi colui che uscirà delle tue viscere sarà tuo erede. 5 Poi lo menò fuori, e gli disse: Riguarda ora verso il cielo, ed annovera le stelle, se pur tu le puoi annoverare. Poi gli disse: Così sarà la tua progenie. 6 Ed esso credette al Signore; e il Signore gl’imputò ciò a giustizia.



7 E gli disse: Io sono il Signore che ti ho fatto uscire di Ur de’ Caldei, per darti questo paese, acciocchè tu lo possegga. 8 Ed Abramo rispose: Signore Iddio, a che conoscerò io che io lo possederò? 9 E il Signore gli disse: Pigliami una giovenca di tre anni, ed una capra di tre anni, ed un montone di tre anni, ed una tortora ed un pippione. 10 Ed egli prese tutte quelle cose, e le partì per lo mezzo, e pose ciascuna metà dirimpetto all’altra; ma non partì gli uccelli. 11 Or certi uccelli discesero sopra quei corpi morti, ed Abramo, sbuffando, li cacciò.



12 Ed in sul tramontar del sole, un profondo sonno cadde sopra Abramo; ed ecco, uno spavento ed una grande oscurità cadde sopra lui. 13 E il Signore disse ad Abramo: Sappi pure che la tua progenie dimorerà come straniera in un paese che non sarà suo, e servirà alla gente di quel paese, la quale l’affliggerà; e ciò sarà per lo spazio di quattrocent’anni. 14 Ma altresì io farò giudicio della gente alla quale avrà servito; poi essi se ne usciranno con gran ricchezze. 15 E tu te ne andrai a’ tuoi padri in pace, e sarai seppellito in buona vecchiezza. 16 E nella quarta generazione, essi ritorneranno qua; perciocchè fino ad ora l’iniquità degli Amorrei non è compiuta.



17 Ora, come il sole si fu coricato, venne una caligine; ed ecco, un forno fumante, ed un torchio acceso, il qual passò per mezzo quelle parti di quegli animali. 18 In quel giorno il Signore fece patto con Abramo, dicendo: Io ho dato alla tua progenie questo paese, dal fiume di Egitto fino al fiume grande, ch’è il fiume Eufrate; 19 il paese de’ Chenei, e de’ Chenizzei, e de’ Cadmonei; 20 e degl’Hittei, e de’ Ferezei, e de’ Rafei; 21 e degli Amorrei, e de’ Cananei, e de’ Ghirgasei, e de’ Gebusei.

16:1 OR Sarai, moglie di Abramo, non gli partoriva figliuoli; 2 ed avendo una serva egizia, nominata Agar, disse ad Abramo: Ecco, ora il Signore mi ha fatta sterile, tal che non posso far figliuoli; deh! entra dalla mia serva; forse avrò progenie da lei. Ed Abramo acconsentì alla voce di Sarai. 3 Sarai adunque, moglie di Abramo, prese Agar egizia, sua serva, dopo che Abramo fu abitato nel paese di Canaan lo spazio di dieci anni, e la diede ad Abramo suo marito, da essergli per moglie.



4 Ed egli entrò da lei, ed ella concepette; e, veggendo che avea conceputo, sprezzò la sua padrona. 5 E Sarai disse ad Abramo: L’ingiuria ch’è fatta a me è sopra te; io ti ho data la mia serva in seno; ed ella, veggendo che ha conceputo, mi sprezza; il Signore giudichi fra me e te. 6 Ed Abramo rispose a Sarai: Ecco, la tua serva è in mano tua; falle come ti piacerà. Sarai adunque l’afflisse; laonde ella se ne fuggì dal suo cospetto.



7 E l’Angelo del Signore la trovò presso di una fonte d’acqua, nel deserto, presso della fonte ch’è in su la via di Sur. 8 E le disse: Agar, serva di Sarai, onde vieni? ed ove vai? Ed ella rispose: Io me ne fuggo dal cospetto di Sarai, mia padrona. 9 E l’Angelo del Signore le disse: Ritornatene alla tua padrona, ed umiliati sotto la sua mano.



10 L’Angelo del Signore le disse ancora: Io moltiplicherò grandemente la tua progenie; e non si potrà annoverare, per la moltitudine. 11 L’Angelo del Signore le disse oltre a ciò: Ecco, tu sei gravida, e partorirai un figliuolo, al quale poni nome Ismaele; perciocchè il Signore ha udita la tua afflizione. 12 Ed esso sarà un uomo simigliante ad un asino salvatico; la man sua sarà contro a tutti, e la man di tutti contro a lui; ed egli abiterà dirimpetto a tutti i suoi fratelli. 13 Allora Agar chiamò il nome del Signore che parlava con lei: Tu sei l’Iddio della veduta; perciocchè disse: Ho io pur qui ancora veduto, dopo la mia visione? 14 Perciò quel pozzo è stato nominato: Il pozzo del Vivente che mi vede; ecco, egli è fra Cades e Bered.



15 Ed Agar partorì un figliuolo ad Abramo; ed Abramo nominò il suo figliuolo, che Agar avea partorito, Ismaele. 16 Ed Abramo era di età d’ottantasei anni, quando Agar gli partorì Ismaele.

17:1 POI, quando Abramo fu d’età di novantanove anni, il Signore gli apparve, e gli disse: Io son l’Iddio Onnipotente; cammina davanti a me, e sii intiero. 2 Ed io stabilirò il mio patto fra me e te; e ti accrescerò grandissimamente. 3 Allora Abramo cadde sopra la sua faccia, e Iddio parlò con lui, dicendo:



4 Quant’è a me, ecco, io fo il mio patto teco: Tu diventerai padre d’una moltitudine di nazioni. 5 E tu non sarai più nominato Abramo; anzi il tuo nome sarà Abrahamo; perciocchè io ti ho costituito padre d’una moltitudine di nazioni. 6 E ti farò moltiplicare grandissimamente, e ti farò divenir nazioni; e re usciranno di te



7 Ed io fermerò il mio patto fra me e te, ed i tuoi discendenti dopo te, per le lor generazioni, per patto perpetuo; per esser l’Iddio tuo, e della tua progenie dopo te. 8 E darò a te, ed a’ tuoi discendenti dopo te, il paese dove tu abiti come forestiere, tutto il paese di Canaan, in possessione perpetua; e sarò loro Dio. 9 Iddio disse ancora ad Abrahamo: Tu altresì, ed i tuoi discendenti dopo te, per le lor generazioni, osservate il mio patto. 10 Questo è il mio patto, che io fo fra me e voi, e la tua progenie dopo te, il quale voi avete ad osservare: Ogni maschio d’infra voi sia circonciso. 11 E voi circonciderete la carne del vostro prepuzio, e ciò sarà per segno del patto fra me a voi. 12 Ed ogni maschio d’infra voi sarà circonciso nell’età di otto giorni per le vostre generazioni; così il servo che sarà nato in casa, come colui che sarà stato comperato con danari d’infra qualunque popolo straniero, che non sarà della tua progenie. 13 Circoncidasi del tutto, così colui che sarà nato in casa tua, come colui che tu avrai comperato co’ tuoi danari; e sia il mio patto nella vostra carne, per patto perpetuo. 14 E quant’è al maschio incirconciso, la carne del cui prepuzio non sarà stata circoncisa, sia una tal persona ricisa dai suoi popoli; ella ha violato il mio patto.



15 Oltre a ciò Iddio disse ad Abraham: Quant’è a Sarai, non chiamar più la tua moglie Sarai; perciocchè il suo nome ha ad esser Sara. 16 Ed io la benedirò, ed anche ti darò d’essa un figliuolo; io la benedirò, ed ella diventerà nazioni; e d’essa usciranno re di popoli. 17 Ed Abrahamo cadde sopra la sua faccia, e rise, e disse nel cuor suo: Nascerà egli pure un figliuolo ad un uomo di cent’anni? e Sara, ch’è d’età di novant’anni partorirà ella pure? 18 Ed Abrahamo disse a Dio: Viva pure Ismaele nel tuo cospetto. 19 E Iddio disse: Anzi Sara tua moglie ti partorirà un figliuolo, e tu gli porrai nome Isacco; ed io fermerò il mio patto con lui, per patto perpetuo per la sua progenie dopo lui. 20 E quant’è ad Ismaele ancora, io ti ho esaudito; ecco, io l’ho benedetto, e lo farò moltiplicare e crescer grandissimamente; egli genererà dodici principi, ed io lo farò divenire una gran nazione. 21 Ma io fermerò il mio patto con Isacco, il qual Sara ti partorirà l’anno vegnente, in quest’istessa stagione. 22 E, quando Iddio ebbe finito di parlare con Abrahamo, egli se ne salì d’appresso a lui.



23 Ed Abrahamo prese Ismaele suo figliuolo, e tutti coloro che gli erano nati in casa, e tutti coloro ch’egli avea comperati co’ suoi danari, tutti i maschi dei suoi famigliari; e circoncise il prepuzio della lor carne, in quell’istesso giorno, come Iddio gliene avea parlato. 24 Or Abrahamo era d’età di novantanove anni, quando egli circoncise la carne del suo prepuzio. 25 Ed Ismaele suo figliuolo era d’età di tredici anni, quando gli fu circoncisa la carne del suo prepuzio. 26 In quell’istesso giorno fu circonciso Abraham, ed Ismaele suo figliuolo. 27 Furono parimente circoncisi con lui tutti gli uomini della sua casa, così quelli ch’erano nati in casa, come quelli ch’erano stati comperati con danari d’infra gli stranieri.

18:1 POI il Signore gli apparve nelle pianure di Mamre, essendo egli a sedere all’entrata del padiglione, in sul caldo del giorno. 2 Ed egli, alzati gli occhi, riguardò, ed ecco, tre uomini si presentarono a lui; e come egli li ebbe veduti, corse loro incontro dall’entrata del padiglione, e s’inchinò verso terra. E disse: 3 Deh! Signore mio, se io ho trovato grazia appo te, non passare, ti prego, oltre la stanza del tuo servitore. 4 Deh! prendasi un poco d’acqua, e lavatevi i piedi, e vi posate sotto quest’albero. 5 Ed io arrecherò una fetta di pane, e voi vi conforterete il cuore; poi procederete al vostro cammino; conciossiachè per questo siate passati dal vostro servitore. Ed essi dissero: Fa’ così come tu hai detto. 6 Abrahamo adunque se ne andò in fretta nel padiglione a Sara, e le disse: Prendi prestamente tre misure di fior di farina, ed intridila, e fanne delle schiacciate. 7 Abrahamo corse ancora all’armento, e ne prese un vitello tenero e buono, e lo diede al servitore, il qual si affrettò d’apparecchiarlo. 8 Poi prese del burro e del latte, e quel vitello che il servitore avea apparecchiato, e pose queste cose davanti a loro: ed egli si stette presso di loro sotto quell’albero; ed essi mangiarono.



9 E gli dissero: Ov’è Sara tua moglie? Ed egli rispose: Eccola nel padiglione. 10 Ed egli gli disse: Io del tutto ritornerò a te, l’anno vegnente, in quest’istessa stagione; ed ecco, Sara tua moglie avrà un figliuolo. Or Sara ascoltava all’uscio del padiglione, dietro al quale essa era. 11 Or Abrahamo e Sara erano vecchi ed attempati; ed era cessato a Sara ciò che sogliono aver le donne. 12 E Sara rise tra sè stessa, dicendo: Avrei io diletto, dopo essere invecchiata? ed oltre a ciò, il mio signore è vecchio. 13 E il Signore disse ad Abrahamo: Perchè ha riso Sara, dicendo: Partorirei io pur certamente, essendo già vecchia? 14 Evvi cosa alcuna difficile al Signore? io ritornerò a te al termine posto, l’anno vegnente, in quest’istessa stagione, e Sara avrà un figliuolo. 15 E Sara negò d’aver riso, dicendo: Io non ho riso; perciocchè ebbe paura. Ma egli le disse: Non dir così, perciocchè tu hai riso.



16 POI quegli uomini si levarono di là, e si dirizzarono verso Sodoma; ed Abrahamo andava con loro, per accommiatarli. 17 E il Signore disse: Celerò io ad Abrahamo ciò ch’io son per fare? 18 Conciossiachè Abrahamo abbia pure a diventare una grande e possente nazione; ed in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra. 19 Perciocchè io l’ho conosciuto, io glielo paleserò, acciocchè ordini a’ suoi figliuoli ed alla sua casa, dopo sè, che osservino la via del Signore, per far giustizia e giudicio; acciocchè il Signore faccia avvenire ad Abrahamo quello che gli ha promesso. 20 Il Signore adunque disse: Certo il grido di Sodoma e di Gomorra è grande, e il lor peccato è molto grave. 21 Ora io scenderò, e vedrò se son venuti allo stremo, come il grido n’è pervenuto a me; e se no, io lo saprò. 22 Quegli uomini adunque, partitisi di là, s’inviarono verso Sodoma; ed Abrahamo stette ancora davanti al Signore.



23 Ed Abrahamo si accostò, e disse: Faresti tu pur perire il giusto con l’empio? 24 Forse vi son cinquanta uomini giusti dentro a quella città; li faresti tu eziandìo perire? anzi non perdoneresti tu a quel luogo per amor di cinquanta uomini giusti, che vi fosser dentro? 25 Sia lungi da te il fare una cotal cosa, di far morire il giusto con l’empio, e che il giusto sia al par con l’empio. Sia ciò lungi da te; il Giudice di tutta la terra non farebbe egli diritta giustizia? 26 E il Signore disse: Se io trovo dentro alla città di Sodoma cinquanta uomini giusti, io perdonerò a tutto il luogo per amor di essi. 27 Ed Abrahamo rispose, e disse: Ecco, ora io ho pure impreso di parlare al Signore, benchè io sia polvere e cenere. 28 Forse ne mancheranno cinque di quei cinquanta uomini giusti; distruggeresti tu tutta la città per cinque persone? E il Signore disse: Se io ve ne trovo quarantacinque, io non la distruggerò. 29 Ed Abrahamo continuò a parlargli, dicendo: Forse vi se ne troveranno quaranta. E il Signore disse: Per amor di que’ quaranta, io nol farò. 30 Ed Abrahamo disse: Deh! non adirisi il Signore, ed io parlerò: Forse vi se ne troveranno trenta. E il Signore disse: Io nol farò, se ve ne trovo trenta. 31 Ed Abrahamo disse: Ecco, ora io ho impreso di parlare al Signore: Forse vi se ne troveranno venti. E il Signore disse: Per amor di que’ venti, io non la distruggerò. 32 Ed Abrahamo disse: Deh! non adirisi il Signore, ed io parlerò sol questa volta: Forse vi se ne troveranno dieci. E il Signore disse: Per amor di que’ dieci, io non la distruggerò. 33 E quando il Signore ebbe finito di parlare ad Abrahamo, egli se ne andò; ed Abrahamo se ne ritornò al suo
19:1 OR que’ due Angeli giunsero n Sodoma, in su la sera; e Lot sedeva alla porta di Sodoma; e come egli li vide, si levò per andar loro incontro, e s’inchinò verso terra. 2 E disse: Or su, signori miei, io vi prego, riducetevi in casa del vostro servitore, e statevi questa notte ad albergo, e vi lavate i piedi: poi domattina voi vi leverete, e ve ne andrete al vostro cammino. Ed essi dissero: No; anzi noi staremo questa notte in su la piazza. 3 Ma egli fece loro gran forza, tanto che essi si ridussero appo lui, ed entrarono in casa sua. Ed egli fece loro un convito, e cosse de’ pani azzimi, ed essi mangiarono.



4 Avanti che si fossero posti a giacere, gli uomini della città di Sodoma intorniarono la casa, giovani e vecchi, tutto il popolo, fin dalle estremità della città. 5 E chiamarono Lot, e gli dissero: Ove son quegli uomini che son venuti a te questa notte? menaceli fuori, acciocchè noi li conosciamo. 6 E Lot uscì fuori a loro, in su la porta, e si serrò l’uscio dietro. 7 E disse: Deh! fratelli miei, non fate male. 8 Ecco, ora io ho due figliuole che non hanno conosciuto uomo; deh! lasciate che io ve le meni fuori, e fate loro come vi piacerà; solo non fate nulla a questi uomini; perciocchè per questo son venuti all’ombra del mio coperto. 9 Ma essi gli dissero: Fatti in là. Poi dissero: Quest’uno è venuto qua per dimorarvi come straniere, e pur fa il giudice! Ora noi faremo peggio a te che a loro. Fecero adunque gran forza a quell’uomo Lot, e si accostarono per romper l’uscio. 10 E quegli uomini stesero le mani, e ritrassero Lot a loro, dentro alla casa; poi serrarono l’uscio. 11 E percossero d’abbarbaglio gli uomini ch’erano alla porta della casa, dal minore al maggiore; onde essi si stancarono, per trovar la porta.



12 E quegli uomini dissero a Lot: Chi de’ tuoi è ancora qui? fa’ uscir di questo luogo generi, figliuoli e figliuole, e chiunque è de’ tuoi in questa città. 13 Perciocchè noi di presente distruggeremo questo luogo; perchè il grido loro è grande nel cospetto del Signore; e il Signore ci ha mandati per distruggerlo. 14 Lot adunque uscì fuori, e parlò a’ suoi generi, che doveano prender le sue figliole, e disse loro: Levatevi, uscite di questo luogo; perciocchè il Signore di presente distruggerà questa città. Ma parve loro ch’egli si facesse beffe.



15 E, come l’alba cominciò ad apparire, gli Angeli sollecitarono Lot, dicendo: Levati, prendi la tua moglie, e le tue due figliuole che qui si ritrovano; che talora tu non perisca nell’iniquità della città. 16 Ed egli s’indugiava; ma quegli uomini presero lui, la sua moglie e le sue due figliuole, per la mano perciocchè il Signore voleva risparmiarlo, e lo fecero uscire, e lo misero fuor della città. 17 E quando li ebber fatti uscir fuori, il Signore disse: Scampa sopra l’anima tua; non riguardare indietro, e non fermarti in tutta la pianura; scampa verso il monte, che talora tu non perisca. 18 E Lot disse loro: Deh! no, Signore. 19 Ecco, ora il tuo servitore ha trovato grazia appo te, e tu hai usata gran benignità in ciò che hai fatto verso me, conservando in vita la mia persona; ma io non potrò scampar verso il monte, che il male non mi giunga, onde io morrò. 20 Deh! ecco, questa città è vicina, per rifuggirmici, ed è poca cosa; deh! lascia che io mi salvi là non è ella poca cosa?, e la mia persona resterà in vita. 21 Ed egli gli disse: Ecco, io ti ho esaudito eziandio in questa cosa, per non sovvertir quella città, della quale tu hai parlato. 22 Affrettati, scampa là; perciocchè io non potrò far nulla fin che tu non vi sii arrivato. Perciò quella città è stata nominata Soar. 23 Il sole si levava in su la terra, quando Lot arrivò a Soar.



24 E il Signore fece piover dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra, solfo e fuoco, dal Signore. 25 E sovvertì quelle città e tutta la pianura, e tutti gli abitanti di esse città, e le piante della terra.



26 Or la moglie di Lot riguardò di dietro a lui, e divenne una statua di sale.



27 Ed Abrahamo levatosi la mattina a buon’ora, andò al luogo ove si era fermato davanti al Signore. 28 E, riguardando verso Sodoma e Gomorra e verso tutto il paese della pianura, vide che dalla terra saliva un fumo simile ad un fumo di fornace. 29 Così avvenne che, quando Iddio distrusse le città della pianura, egli si ricordò di Abrahamo, e mandò Lot fuori di mezzo la sovversione, mentre egli sovvertiva le città nelle quali Lot era dimorato.



30 POI Lot salì di Soar, e dimorò sul monte, insieme con le sue due figliuole perciocchè egli temeva di dimorare in Soar, e dimorò in una spelonca, egli e le sue due figliuole. 31 E la maggiore disse alla minore: Nostro padre è vecchio, e non vi è più uomo alcuno sulla terra ch’entri da noi, secondo l’usanza di tutta la terra. 32 Vieni, diam da bere del vino a nostro padre, e giaciamoci con lui; e così di nostro padre conserveremo in vita alcuna progenie. 33 Quell’istessa notte adunque diedero a ber del vino al loro padre; e la maggiore venne, e si giacque con suo padre, il quale non si avvide nè quando ella si pose a giacere, nè quando si levò. 34 E il giorno seguente, la maggiore disse alla minore: Ecco, la notte passata io son giaciuta con mio padre; diamogli a ber del vino ancora questa notte; poi va’, e giaciti con lui; così di nostro padre conserveremo in vita alcuna progenie. 35 Quella notte adunque diedero ancora a ber del vino al padre loro, e la minore si levò, e si giacque con lui; ed egli non si avvide nè quando ella si pose a giacere, nè quando si levò. 36 E le due figliuole di Lot concepettero di lor padre. 37 E la maggiore partorì un figliuolo, al quale pose nome Moab. Esso è il padre de’ Moabiti, che son fino ad oggi. 38 E la minore partorì anch’essa un figliuolo, al quale pose nome Ben-ammi. Esso è il padre degli Ammoniti, che son fino ad oggi.

20:1 ED Abrahamo se ne andò di là verso il paese del Mezzodì, e dimorò fra Cades e Sur; ed abitò come forestiere in Gherar. 2 Ed Abrahamo disse della sua moglie Sara: Ell’è mia sorella. Ed Abimelecco, re di Gherar, mandò a torla.



3 Ma Iddio venne ad Abimelecco in sogno di notte, e gli disse: Ecco, tu sei morto, per cagion della donna che tu hai tolta, essendo ella maritata ad un marito. 4 Or Abimelecco non se l’era accostato. Ed egli disse: Signore, uccideresti tu tutta una nazione, ed anche giusta? 5 Non mi ha egli detto: Ell’è mia sorella? ed essa ancora ha detto: Egli è mio fratello; io ho fatto questo con integrità del mio cuore, e con innocenza delle mie mani. 6 E Iddio gli disse in sogno: Anch’io so che tu hai fatto questo con integrità del tuo cuore; onde io ancora ti ho impedito di peccar contro a me; perciò non ti ho permesso di toccarla. 7 Ora dunque restituisci la moglie a quest’uomo; perciocchè egli è profeta; ed egli pregherà per te, e tu viverai; ma, se tu non la restituisci, sappi che per certo morrai, tu e tutti i tuoi.



8 Ed Abimelecco, levatosi la mattina, chiamò tutti i suoi servitori, e raccontò in lor presenza tutte queste cose; e quegli uomini temettero grandemente. 9 Ed Abimelecco chiamò Abrahamo, e gli disse: Che cosa ci hai tu fatto? e di che ti ho io offeso, che tu abbi fatto venir sopra me, e sopra il mio regno, un gran peccato? Tu hai fatto inverso me cose che non si convengono fare. 10 Abimelecco disse ancora ad Abrahamo: A che hai tu riguardato, facendo questo? 11 Ed Abrahamo disse: Io l’ho fatto, perciocchè io diceva: E’ non vi è pure alcun timor di Dio in questo luogo; e mi uccideranno per cagion della mia moglie. 12 E pure anche certo ella è mia sorella, figliuola di mio padre, ma non già figliuola di mia madre; ed è divenuta mia moglie. 13 Or facendomi Iddio andar qua e là, fuor della casa di mio padre, io le ho detto: Questo è il favor che tu mi farai: dovunque noi giungeremo, di’ di me: Egli è mio fratello.



14 Ed Abimelecco prese pecore, buoi, servi e serve, e le diede ad Abrahamo, e gli restituì Sara sua moglie. 15 Ed Abimelecco disse: Ecco, il mio paese è davanti a te, dimora dovunque ti piacerà. 16 Ed a Sara disse: Ecco, io ho donati mille sicli d’argento al tuo fratello; ecco, egli ti è coperta d’occhi appo tutti coloro che son teco. E con tutto ciò, ella fu ripresa. 17 Ed Abrahamo fece orazione a Dio; e Iddio guarì Abimelecco, e la sua moglie, e le sue serve; e poterono partorire. 18 Perciocchè il Signore avea del tutto serrata ogni matrice alla casa di Abimelecco, per cagion di Sara moglie di Abrahamo.

21:1 E IL Signore visitò Sara, come avea detto. E il Signore fece a Sara come ne avea parlato. 2 Ella adunque concepette, e partorì un figliuolo ad Abrahamo, nella vecchiezza di esso, al termine che Iddio gli aveva detto. 3 Ed Abrahamo pose nome Isacco al suo figliuolo che gli era nato, il qual Sara gli avea partorito. 4 Ed Abrahamo circoncise Isacco suo figliuolo, nell’età di otto giorni, come Iddio gli avea comandato. 5 Or Abrahamo era d’età di cent’anni, quando Isacco suo figliuolo gli nacque. 6 E Sara disse: Iddio mi ha fatto di che ridere; chiunque l’intenderà riderà meco. 7 Disse ancora: Chi avrebbe detto ad Abrahamo che Sara allatterebbe figliuoli? conciossiachè io gli abbia partorito un figliuolo nella sua vecchiezza. 8 Poi, essendo il fanciullo cresciuto, fu spoppato; e nel giorno che Isacco fu spoppato, Abrahamo fece un gran convito.



9 E Sara vide che il figliuolo di Agar Egizia, il quale ella avea partorito ad Abrahamo, si faceva beffe. 10 Onde ella disse ad Abrahamo: Caccia via questa serva e il suo figliuolo; perciocchè il figliuol di questa serva non ha da essere erede col mio figliuolo Isacco. 11 E ciò dispiacque grandemente ad Abrahamo, per amor del suo figliuolo. 12 Ma Iddio gli disse: Non aver dispiacere per lo fanciullo, nè per la tua serva; acconsenti a Sara in tutto quello ch’ella ti dirà; perciocchè in Isacco ti sarà nominata progenie. 13 Ma pure io farò che anche il figliuolo di questa serva diventerà una nazione; perciocchè egli è tua progenie.



14 Abrahamo adunque, levatosi la mattina a buon’ora, prese del pane, ed un bariletto d’acqua, e diede ciò ad Agar, metendoglielo in ispalla; le diede ancora il fanciullo, e la mandò via. Ed ella si partì, e andò errando per lo deserto di Beerseba. 15 Ed essendo l’acqua del bariletto venuta meno, ella gittò il fanciullo sotto un arboscello. 16 Ed ella se ne andò, e si pose a sedere dirimpetto, di lungi intorno ad una tratta d’arco; perciocchè ella diceva: Ch’io non vegga morire il fanciullo; e sedendo così dirimpetto, alzò la voce e pianse. 17 E Iddio udì la voce del fanciullo, e l’Angelo di Dio chiamò Agar dal cielo, e le disse: Che hai, Agar? non temere; perciocchè Iddio ha udita la voce del fanciullo, là dove egli è. 18 Levati, togli il fanciullo, e fortificati ad averne cura; perciocchè io lo farò divenire una gran nazione. 19 E Iddio le aperse gli occhi, ed ella vide un pozzo d’acqua, ed andò, ed empiè il bariletto d’acqua, e diè bere al fanciullo. 20 E Iddio fu con quel fanciullo, ed egli divenne grande, e dimorò nel deserto, e fu tirator d’arco. 21 Ed egli dimorò nel deserto di Paran; e sua madre gli prese una moglie del paese di Egitto.



22 OR avvenne in quel tempo che Abimelecco con Picol, capo del suo esercito, parlò ad Abrahamo, dicendo: Iddio è teco in tutto ciò che tu fai. 23 Ora dunque giurami qui per lo Nome di Dio, se tu menti a me, od al mio figliuolo, od al mio nipote; che tu userai la medesima benignità inverso me, ed inverso il paese dove tu sei dimorato come forestiere, la quale io ho usata inverso te. 24 Ed Abrahamo disse: Sì, io il giurerò. 25 Ma Abrahamo si querelò ad Abimelecco, per cagion di un pozzo d’acqua, che i servitori di Abimelecco aveano occupato per forza. 26 Ed Abimelecco disse: Io non so chi abbia fatto questo; nè anche tu me l’hai fatto assapere, ed io non ne ho inteso nulla, se non oggi. 27 Ed Abrahamo prese pecore e buoi, e li diede ad Abimelecco, e fecero amendue lega insieme. 28 Poi Abrahamo mise da parte sette agnelle della greggia. 29 Ed Abimelecco disse ad Abrahamo: Che voglion dire qui queste sette agnelle che tu hai poste da parte? 30 Ed egli disse: Che tu prenderai queste sette agnelle dalla mia mano; acciocchè questo sia per testimonianza che io ho cavato questo pozzo. 31 Perciò egli chiamò quel luogo Beerseba; perchè amendue vi giurarono. 32 Fecero adunque lega insieme in Beerseba. Poi Abimelecco con Picol, capo del suo esercito, si levò, ed essi se ne ritornarono nel paese de’ Filistei.



33 Ed Abrahamo piantò un bosco in Beerseba, e quivi invocò il Nome del Signore Iddio eterno. 34 Ed Abrahamo dimorò come forestiere nel paese de’ Filistei molti giorni.

22:1 DOPO queste cose, avvenne che Iddio provò Abrahamo, e gli disse: Abrahamo. Ed egli disse: Eccomi. 2 E Iddio gli disse: Prendi ora il tuo figliuolo, il tuo unico, il qual tu ami, cioè, Isacco; e vattene nella contrada di Moria, ed offeriscilo quivi in olocausto, sopra l’uno di que’ monti, il quale io ti dirò.



3 Abrahamo adunque, levatosi la mattina a buon’ora, mise il basto al suo asino, e prese due suoi servitori seco, ed Isacco, suo figliuolo; e schiappate delle legne per l’olocausto, si levò, e se ne andò al luogo il quale Iddio gli avea detto. 4 Al terzo giorno, Abrahamo alzò gli occhi, e vide quel luogo di lontano. 5 E disse a’ suoi servitori: Restate qui con l’asino; ed io e il fanciullo andremo fin colà, ed adoreremo; poi ritorneremo a voi. 6 Ed Abrahamo prese le legne per l’olocausto, e le mise addosso ad Isacco, suo figliuolo; e prese in mano il fuoco e il coltello; e se ne andarono amendue insieme. 7 Ed Isacco disse ad Abrahamo suo padre: Padre mio. Ed egli rispose: Eccomi, figliuol mio. Ed Isacco disse: Ecco il fuoco e le legne; ma dove è l’agnello per l’olocausto? 8 Ed Abrahamo disse: Figliuol mio, Iddio si provvederà d’agnello per l’olocausto. Ed essi se ne andarono amendue insieme. 9 E giunsero al luogo il quale Iddio avea detto ad Abrahamo; ed egli edificò quivi un altare, ed ordinò le legne; e legò Isacco suo figliuolo, e lo mise su l’altare disopra alle legne. 10 Ed Abrahamo stese la mano, e prese il coltello per iscannare il suo figliuolo.



11 Ma l’Angelo del Signore gli gridò dal cielo, e disse: Abrahamo, Abrahamo. Ed egli disse: Eccomi. 12 E l’Angelo gli disse: Non metter la mano addosso al fanciullo, e non fargli nulla; perciocchè ora conosco che tu temi Iddio, poichè tu non mi hai dinegato il tuo figliuolo, il tuo unico. 13 Ed Abrahamo alzò gli occhi, e riguardò; ed ecco un montone dietro a lui, rattenuto per le corna ad un cespuglio. Ed Abrahamo andò, e prese quel montone, e l’offerse in olocausto, in luogo del suo figliuolo. 14 Ed Abrahamo nominò quel luogo: Il Signor provvederà. Che è quel che oggi si dice: Nel monte del Signore sarà provveduto.



15 E l’Angelo del Signore gridò ad Abrahamo dal cielo, la secondo volta. 16 E disse: Io giuro per me stesso, dice il Signore, che, poichè tu hai fatto questo e non mi hai dinegato il tuo figliuolo, il tuo unico; 17 io del tutto ti benedirò, e farò moltiplicar grandemente la tua progenie, tal che sarà come le stelle del cielo, e come la rena che è in sul lido del mare; e la tua progenie possederà la porta de’ suoi nemici. 18 E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie; perciocchè tu hai ubbidito alla mia voce. 19 Poi Abrahamo se ne ritornò a’ suoi servitori. E si levarono, e se ne andarono insieme in Beerseba, ove Abrahamo dimorava.



20 E DOPO queste cose, fu rapportato ad Abrahamo: Ecco, Milca ha anch’essa partoriti figliuoli a Nahor, tuo fratello. 21 Questi furono: Us primogenito di esso, e Buz suo fratello, e Chemuel padre di Aram, 22 e Chesed, ed Hazo, e Pildas, ed Idlaf, e Betuel. Or Betuel generò Rebecca. 23 Milca partorì questi otto a Nahor fratello di Abrahamo. 24 E la concubina di esso, il cui nome era Reuma, partorì anch’essa Tebach, e Gaham, e Tahas, e Maaca.

23:1 OR la vita di Sara fu di cenventisette anni. Questi furono gli anni della vita di Sara. 2 E Sara morì in Chiriat-Arba, ch’è Hebron, nel paese di Canaan, ed Abrahamo entrò, per far duolo di Sara, e per piangerla.



3 Poi Abrahamo si levò d’appresso al suo morto, e parlò a’ figliuoli di Het, dicendo: 4 Io sono straniere ed avveniticcio appresso di voi; datemi la possessione di una sepoltura appo voi; acciocchè io seppellisca il mio morto, e mel levi d’innanzi. 5 E i figliuoli di Het risposero ad Abrahamo, dicendogli: 6 Signor mio, ascoltaci: Tu sei per mezzo noi un principe divino; seppellisci il tuo morto nella più scelta delle nostre sepolture; niuno di noi ti rifiuterà la sua sepoltura, che tu non vi seppellisca il tuo morto. 7 Ed Abrahamo si levò, e s’inchinò al popolo del paese, a’ figliuoli di Het; e parlò con loro, dicendo: 8 Se voi avete nell’animo che io seppellisca il mio morto, e mel levi d’innanzi, ascoltatemi: Intercedete per me appo Efron, figliuolo di Sohar; 9 che mi dia la spelonca di Macpela, che è sua, la quale è nell’estremità del suo campo; che me la dia per lo suo prezzo intiero, per possession di sepoltura fra voi. 10 Or Efron sedeva per mezzo i figliuoli di Het. Ed Efron Hitteo rispose ad Abrahamo, in presenza de’ figliuoli di Het, di tutti coloro ch’entravano nella porta della sua città, dicendo: 11 No, signor mio; ascoltami: Io ti dono il campo; ti dono ancora la spelonca ch’è in esso; io te ne fo un dono, in presenza de’ figliuoli del mio popolo; seppelliscivi il tuo morto. 12 Ed Abrahamo s’inchinò al popolo del paese; 13 e parlò ad Efron, in presenza del popolo del paese, dicendo: Anzi se così ti piace, ascoltami, ti prego: Io darò i danari del campo; prendili da me, ed io vi seppellirò il mio morto. 14 Ed Efron rispose ad Abrahamo, dicendogli: 15 Signor mio, ascoltami: Fra me e te che cosa è una terra di quattrocento sicli d’argento? seppelliscivi pure il tuo morto.



16 Ed Abrahamo acconsentì ad Efron, e gli pagò i danari ch’egli gli avea detto, in presenza de’ figliuoli di Het; cioè quattrocento sicli d’argento, correnti fra’ mercatanti. 17 Così l’acquisto del campo di Efron, il quale è in Macpela, ch’è dirimpetto a Mamre, insieme con la spelonca che è in esso, e con tutti gli alberi ch’erano in esso campo, in tutti i suoi confini attorno attorno, 18 fu fermato ad Abrahamo, in presenza de’ figliuoli di Het, fra tutti coloro ch’entravano nella porta della città di esso. 19 E dopo ciò, Abrahamo seppellì Sara, sua moglie, nella spelonca del campo di Macpela, ch’è dirimpetto a Mamre, ch’è Hebron, nel paese di Canaan. 20 Così l’acquisto di quel campo, e della spelonca ch’è in esso, fu fermato ad Abrahamo, per possession di sepoltura, dai figliuoli di Het.


24:1 OR Abrahamo, essendo vecchio ed attempato, ed avendolo il Signore benedetto in ogni cosa, 2 disse ad un suo servitore, ch’era il più vecchio di casa sua, il quale avea il governo di tutte le cose sue: Deh! metti la tua mano sotto la mia coscia; 3 ed io ti farò giurar per lo Signore Iddio del cielo, ed Iddio della terra, che tu non prenderai al mio figliuolo moglie delle figliuole de’ Cananei, fra’ quali io dimoro. 4 Ma che tu andrai al mio paese, ed al mio parentado, e di esso prenderai moglie al mio figliuolo Isacco. 5 E quel servitore gli disse: Forse non aggradirà a quella donna di venir dietro a me in questo paese; mi converrà egli del tutto rimenare il tuo figliuolo nel paese onde tu sei uscito? 6 Ed Abrahamo gli disse: Guardati che tu non rimeni là il mio figliuolo. 7 Il Signore Iddio del cielo, il qual mi ha preso di casa di mio padre, e del mio natio paese, e mi ha parlato, e mi ha giurato, dicendo: Io darò alla tua progenie questo paese; esso manderà l’Angelo suo davanti a te, e tu prenderai di là moglie al mio figliuolo. 8 E se non aggrada alla donna di venir dietro a te, tu sarai sciolto di questo giuramento che io ti fo fare; sol non rimenar là il mio figliuolo. 9 E il servitore pose la sua mano sotto la coscia di Abrahamo, suo signore, e gli giurò intorno a quest’affare.



10 E il servitore prese dieci cammelli, di quei del suo signore, e si partì, portando seco di ogni sorta di beni del suo signore; e, messosi in viaggio, andò in Mesopotamia, alla città di Nahor. 11 E, fatti posare in su le ginocchia i cammelli fuor della città, presso ad un pozzo d’acqua, in su la sera, al tempo ch’escono fuori quelle che vanno ad attigner l’acqua, disse: 12 O Signore Iddio di Abrahamo mio signore, dammi, ti prego, ch’io scontri oggi buono incontro; ed usa benignità inverso Abrahamo mio signore. 13 Ecco, io mi fermerò presso alla fonte d’acqua, e le figliuole della gente della città usciranno per attigner dell’acqua. 14 Avvenga adunque, che la fanciulla, la quale, dicendole io: Deh! abbassa la tua secchia, acciocchè io bea; mi dirà: Bevi, ed anche darò a bere a’ tuoi cammelli; essa sia quella che tu hai preparata ad Isacco, tuo servitore; ed in ciò conoscerò che tu avrai usata benignità verso il mio signore. 15 Ed avvenne che, avanti ch’egli avesse finito di parlare, ecco Rebecca, figliuola di Betuel, figliuol di Milca, moglie di Nahor, fratello di Abrahamo, usciva fuori, avendo la sua secchia in su la spalla. 16 E la fanciulla era di molto bello aspetto, vergine, ed uomo alcuno non l’avea conosciuta. Ed ella scese alla fonte, ed empiè la sua secchia, e se ne ritornava. 17 E quel servitore le corse incontro, e le disse: Deh! dammi a bere un poco d’acqua della tua secchia. 18 Ed ella disse: Bevi, signor mio. E prestamente, calatasi la secchia in mano, gli diè da bere. 19 E, dopo avergli dato da bere a sufficienza, disse: Io ne attignerò eziandio per li tuoi cammelli, finchè abbiano bevuto a sufficienza. 20 E prestamente votò la sua secchia nell’abbeveratoio, e corse di nuovo al pozzo per attignere; e attinse per tutti i cammelli di esso. 21 E quell’uomo stupiva di lei, stando tacito a considerare se il Signore avea fatto prosperare il suo viaggio, o no. 22 E quando i cammelli ebber finito di bere, quell’uomo prese un monile d’oro, di peso d’un mezzo siclo, e gliel mise disopra al naso; e un par di maniglie d’oro di peso di dieci sicli, e gliele mise in su le mani. 23 E le disse: Di chi sei tu figliuola? deh! dichiaramelo. Evvi in casa di tuo padre luogo per albergarci? 24 Ed ella rispose: Io son figliuola di Betuel, figliuolo di Milca; il quale ella partorì a Nahor. 25 Gli disse ancora: E’ vi è strame e pastura assai appo noi, ed anche luogo da albergarvi. 26 E quell’uomo s’inchinò, e adorò il Signore. 27 E disse: Benedetto sia il Signore Iddio di Abrahamo mio signore, il qual non ha dismessa la sua benignità e lealtà inverso il mio signore; e quant’è a me, il Signore mi ha condotto per la diritta via in casa de’ fratelli del mio signore. 28 E la fanciulla corse, e rapportò quelle cose in casa di sua madre.



29 Or Rebecca avea un fratello, il cui nome era Labano; costui corse fuori a quell’uomo, alla fonte. 30 Come adunque egli ebbe veduto quel monile, e quelle maniglie nelle mani della sua sorella; e come ebbe intese le parole di Rebecca sua sorella, che dicea: Quell’uomo mi ha così parlato; egli se ne venne a quell’uomo; ed ecco, egli se ne stava presso de’ cammelli, appresso alla fonte. 31 Ed egli gli disse: Entra, benedetto dal Signore; perchè te ne stai fuori? io ho pure apparecchiata la casa, e il luogo per i cammelli. 32 E quell’uomo entrò dentro la casa, e Labano scaricò i cammelli, e diede loro dello strame e della pastura; parimente recò dell’acqua per lavare i piedi a quell’uomo, ed a quelli che erano con lui. 33 Poi gli fu posto avanti da mangiare; ma egli disse: Io non mangerò, finchè io non abbia detto ciò che ho da dire. Ed esso gli disse: Parla. 34 Ed egli disse: Io son servitore di Abrahamo. 35 Ora, il Signore ha grandemente benedetto il mio signore, ed egli è divenuto grande; e il Signore gli ha dato pecore, e buoi, ed oro, ed argento, e servi, e serve, e cammelli, ed asini. 36 E Sara, moglie del mio signore, dopo esser divenuta vecchia gli ha partorito un figliuolo, al quale egli ha dato tutto ciò ch’egli ha. 37 E il mio signore mi ha fatto giurare, dicendo: Non prender moglie al mio figliuolo delle figliuole de’ Cananei, nel cui paese io dimoro. 38 Anzi, va’ alla casa di mio padre, ed alla mia nazione, e prendi moglie al mio figliuolo. 39 Ed io ho detto al mio signore: Forse quella donna non vorrà venirmi dietro. 40 Ed egli mi ha detto: Il Signore, nel cui cospetto io son camminato, manderà il suo Angelo teco, e prospererà il tuo viaggio, e tu prenderai moglie al mio figliuolo, della mia nazione, e della casa di mio padre. 41 Allora sarai sciolto del giuramento che io ti fo fare; quando sarai andato alla mia nazione, se essi non te l’avranno voluta dare, allora sarai sciolto del giuramento che io ti fo fare. 42 Essendo adunque oggi giunto alla fonte, io dissi: Signore Iddio di Abrahamo mio signore, se pur ti piace prosperare il viaggio che io ho impreso; 43 ecco, io mi fermerò presso a questa fontana di acqua; avvenga adunque, che la vergine che uscirà per attignere, la quale, dicendole io: Deh! dammi da bere un poco d’acqua della tua secchia; 44 mi dirà: Bevi pure; ed anche attignerò per i tuoi cammelli; essa sia la moglie che il Signore ha preparata al figliuolo del mio signore. 45 Avanti che io avessi finito di parlare fra me stesso, ecco, Rebecca uscì fuori, avendo la sua secchia in su la spalla; e scese alla fontana, ed attinse. Ed io le dissi: Deh! dammi da bere. 46 Ed ella, calatasi prestamente la sua secchia d’addosso, mi disse: Bevi; ed anche darò da bere a’ tuoi cammelli. Ed io bevvi, ed ella diede ancora da bere a’ cammelli. 47 Ed io la domandai, e le dissi: Di chi sei tu figliuola? Ed ella mi disse: Io son figliuola di Betuel, figliuolo di Nahor, il quale Milca gli partorì. Allora io le posi quel monile disopra al naso, e quelle maniglie in su le mani. 48 E m’inchinai, e adorai il Signore, e benedissi il Signore Iddio d’Abrahamo mio signore, il quale mi avea, per la vera via, condotto a prendere al figliuolo del mio signore la figliuola del fratello di esso. 49 Ora dunque, se voi volete usar benignità e lealtà verso il mio signore, significatemelo; se no, fatemelo assapere, ed io mi rivolgerò a destra o a sinistra. 50 E Labano e Betuel risposero, e dissero: Questa cosa è proceduta dal Signore; noi non possiamo dirti nè mal nè bene. 51 Ecco Rebecca al tuo comando; prendila, e vattene; e sia moglie del figliuol del tuo signore, siccome il Signore ne ha parlato. 52 E quando il servitore di Abrahamo ebbe udite le lor parole, s’inchinò a terra, e adorò il Signore. 53 Poi quel servitore trasse fuori vasellamenti d’argento e d’oro, e vestimenti; e li diede a Rebecca; ed al fratello, ed alla madre di essa donò cose preziose.



54 E poi mangiarono e bevvero, egli, e gli uomini ch’erano con lui, ed albergarono quivi quella notte; e la mattina seguente, essendosi levati, egli disse: Rimandatemi al mio signore. 55 E il fratello e la madre di Rebecca dissero: Rimanga la fanciulla con noi alcuni giorni, almeno dieci; poi tu te ne andrai. 56 Ed egli disse loro: Non mi ritardate, poichè il Signore ha fatto prosperare il mio viaggio: datemi commiato, acciocchè io me ne vada al mio signore. 57 Ed essi dissero: Chiamiamo la fanciulla, e domandiamone lei stessa. 58 Chiamarono adunque Rebecca, e le dissero: Vuoi tu andar con quest’uomo? Ed ella rispose: Sì, io vi andrò. 59 Così mandarono Rebecca, lor sorella, e la sua balia, col servitore di Abrahamo, e con la sua gente. 60 E benedissero Rebecca, e le dissero: Tu sei nostra sorella: moltiplica in mille migliaia; e possegga la tua progenie la porta de’ suoi nemici. 61 E Rebecca si levò, insieme con le sue serventi, e montarono sopra i cammelli, e andarono dietro a quell’uomo. E quel servitore prese Rebecca, e se ne andò.



62 Or Isacco se ne ritornava di verso il Pozzo del Vivente che mi vede; perciocchè egli abitava nella contrada del mezzodì. 63 Ed era uscito fuori per fare orazione alla campagna, in sul far della sera. E, alzati gli occhi, riguardò, ed ecco de’ cammelli che venivano. 64 Rebecca alzò anch’essa gli occhi, e vide Isacco, e si gittò giù d’in sul cammello. 65 Perciocchè avendo detto a quel servitore: Chi è quell’uomo che ci cammina incontro nel campo? egli le avea detto: Egli è il mio signore. E prese un velo, e se ne coprì. 66 E il servitore raccontò ad Isacco tutte le cose ch’egli avea fatte. 67 E Isacco menò Rebecca nel padiglione di Sara, sua madre; e la prese, ed ella divenne sua moglie, ed egli l’amò. E Isacco si consolò dopo la morte di sua madre.

25:1 ED Abrahamo prese un’altra moglie, il cui nome era Chetura. 2 Ed ella gli partorì Zimran, e Iocsan, e Medan, e Madian, e Isbac, e Sua. 3 E Iocsan generò Seba e Dedan. Ed i figliuoli di Dedan furono Assurim, e Letusim, e Leummim. 4 Ed i figliuoli di Madian furono Efa, ed Efer ed Hanoc, ed Abida, ed Eldaa. Tutti questi furono figliuoli di Chetura. 5 Ed Abrahamo donò tutto il suo avere ad Isacco. 6 Ed a’ figliuoli delle sue concubine diede doni; e mentre era in vita, li mandò via d’appresso al suo figliuolo Isacco, verso il Levante, nel paese Orientale. 7 Or il tempo della vita di Abrahamo fu di centosettanta cinque anni. 8 Poi trapassò, e morì in buona vecchiezza, attempato, e sazio di vita: e fu raccolto a’ suoi popoli. 9 E Isacco ed Ismaele, suoi figliuoli, lo seppellirono nella spelonca di Macpela nel campo di Efron, figliuoli di Sohar Hitteo, ch’è dirimpetto a Mamre; 10 ch’è il campo che Abrahamo avea comperato da’ figliuoli di Het; quivi fu seppellito Abrahamo, e Sara, sua moglie.



11 Ora, dopo che Abrahamo fu morto, Iddio benedisse Isacco, suo figliuolo; e Isacco abitò presso del Pozzo del Vivente che mi vede. 12 OR queste sono le generazioni d’Ismaele, figliuolo di Abrahamo, il quale Agar Egizia, serva di Sara, avea partorito ad Abrahamo. 13 E questi sono i nomi de’ figliuoli d’Ismaele secondo i lor nomi nelle lor generazioni: Il primogenito d’Ismaele fu Nebaiot; poi v’era Chedar, ed Adbeel, e Mibsam; 14 e Misma, e Duma, e Massa; 15 ed Hadar, e Tema, e Ietur, e Nafis, e Chedma. 16 Questi furono i figliuoli d’Ismaele, e questi sono i lor nomi, nelle lor villate, e nelle lor castella; e furono dodici principi fra’ lor popoli. 17 E gli anni della vita d’Ismaele furono centrentasette; poi trapassò, e morì, e fu raccolto a’ suoi popoli. 18 Ed i suoi figliuoli abitarono da Havila fin a Sur, ch’è dirimpetto all’Egitto, traendo verso l’Assiria. Il paese di esso gli scadde dirimpetto a tutti i suoi fratelli.



19 E QUESTE sono le generazioni d’Isacco, figliuolo di Abrahamo: 20 Abrahamo generò Isacco. Ed Isacco era d’età di quarant’anni, quando prese per moglie Rebecca, figliuola di Betuel, Sirio, da Paddanaram, e sorella di Labano, Sirio. 21 E Isacco fece orazione al Signore per la sua moglie; perciocchè ella era sterile: e il Signore l’esaudì; e Rebecca sua moglie concepette. 22 Ed i figliuoli si urtavano l’un l’altro nel suo seno. Ed ella disse: Se così è, perchè sono io in vita? E andò a domandarne il Signore. 23 E il Signore le disse: Due nazioni sono nel tuo seno; e due popoli diversi usciranno delle tue interiora; e l’un popolo sarà più possente dell’altro, e il maggiore servirà al minore. 24 E quando fu compiuto il termine di essa da partorire, ecco, due gemelli erano nel suo seno. 25 E il primo uscì fuori, ed era rosso, tutto peloso come un mantel velluto; e gli fu posto nome Esaù. 26 Appresso uscì il suo fratello, il quale con la mano teneva il calcagno di Esaù; e gli fu posto nome Giacobbe. Or Isacco era d’età di settant’anni, quando ella li partorì. 27 ED i fanciulli crebbero; ed Esaù fu uomo intendente della caccia, uomo di campagna; ma Giacobbe fu uomo semplice, che se ne stava ne’ padiglioni. 28 E Isacco amava Esaù; perciocchè le selvaggine erano di suo gusto; e Rebecca amava Giacobbe.



29 Ora, concendo Giacobbe una minestra, Esaù giunse da’ campi, ed era stanco. 30 Ed Esaù disse a Giacobbe: Deh! dammi a mangiare un po’ di cotesta minestra rossa; perciocchè io sono stanco; perciò egli fu nominato Edom. 31 E Giacobbe gli disse: Vendimi oggi la tua primogenitura. 32 Ed Esaù disse: Ecco, io me ne vo alla morte, che mi gioverà la primogenitura? 33 E Giacobbe disse: Giurami oggi che tu me la vendi. Ed Esaù gliel giurò; e vendette la sua primogenitura a Giacobbe. 34 E Giacobbe diede ad Esaù del pane, ed una minestra di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve; poi si levò e se ne andò. Così Esaù sprezzò la primogenitura.


26:1 OR vi fu fame nel paese, oltre alla prima fame ch’era stata al tempo di Abrahamo. E Isacco se ne andò ad Abimelecco, re de’ Filistei, in Gherar. 2 E il Signore gli apparve, e gli disse: Non iscendere in Egitto; dimora nel paese che io ti dirò. 3 Dimora in questo paese, ed io sarò teco, e ti benedirò; perciocchè io darò a te, ed alla tua progenie, tutti questi paesi; ed atterrò ciò che io ho giurato ad Abrahamo tuo padre. 4 E moltiplicherò la tua progenie, talchè sarà come le stelle del cielo; e darò alla tua progenie tutti questi paesi; e tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie. 5 Perciocchè Abrahamo ubbidì alla mia voce ed osservò ciò che io gli avea imposto di osservare, i miei comandamenti, i miei statuti, e le mie leggi.



6 E Isacco adunque dimorò in Gherar. 7 E le genti del luogo lo domandarono della sua moglie. Ed egli disse: Ella è mia sorella; perciocchè egli temeva di dire: Ella è mia moglie; che talora le genti del luogo non l’uccidessero per cagion di Rebecca; perciocchè ella era di bell’aspetto. 8 Or avvenne che, dopo ch’egli fu dimorato quivi alquanti giorni, Abimelecco, re de’ Filistei, riguardando per la finestra, vide Isacco, che scherzava con Rebecca, sua moglie. 9 E Abimelecco chiamò Isacco, e gli disse: Ecco, costei è pur tua moglie; come adunque hai tu detto: Ell’è mia sorella? E Isacco gli disse: Perciocchè io diceva: E’ mi convien guardare che io non muoia per cagion d’essa. 10 E Abimelecco gli disse: Che cosa è questo che tu ci hai fatto? per poco alcuno del popolo si sarebbe giaciuto con la tua moglie, e così tu ci avresti fatto venire addosso una gran colpa. 11 E Abimelecco fece un comandamento a tutto il popolo, dicendo: Chiunque toccherà quest’uomo, o la sua moglie, del tutto sarà fatto morire.



12 E Isacco seminò in quel paese; e quell’anno trovò cento per uno. E il Signore lo benedisse. 13 E quell’uomo divenne grande, e andò del continuo crescendo, finchè fu sommamente accresciuto. 14 Ed avea gregge di minuto bestiame, ed armenti di grosso, e molta famiglia; e perciò i Filistei lo invidiavano. 15 Laonde turarono, ed empierono di terra tutti i pozzi che i servitori di suo padre aveano cavati al tempo di Abrahamo. 16 E Abimelecco disse ad Isacco: Partiti da noi; perciocchè tu sei divenuto molto più possente di noi. 17 Isacco adunque si partì di là, e tese i padiglioni nella Valle di Gherar, e dimorò quivi. 18 E Isacco cavò di nuovo i pozzi d’acqua, che erano stati cavati al tempo di Abrahamo, suo padre, i quali i Filistei aveano turati dopo la morte di Abrahamo; e pose loro gli stessi nomi che suo padre avea lor posti. 19 E i servitori d’Isacco cavarono in quella valle, e trovarono quivi un pozzo d’acqua viva. 20 Ma i pastori di Gherar contesero co’ pastori d’Isacco, dicendo: Quest’acqua è nostra. Ed esso nominò quel pozzo Esec; perciocchè essi ne aveano mossa briga con lui. 21 Poi cavarono un altro pozzo, e per quello ancora contesero; laonde Isacco nominò quel pozzo Sitna. 22 Allora egli si tramutò di là, e cavò un altro pozzo, per lo quale non contesero; ed egli nominò quel pozzo Rehobot; e disse: Ora ci ha pure il Signore allargati, essendo noi moltiplicati in questo paese. 23 Poi di là salì in Beerseba. 24 E il Signore gli apparve in quella stessa notte, e gli disse: Io son l’Iddio di Abrahamo, tuo padre; non temere; perciocchè io son teco, e ti benedirò, e moltiplicherò la tua progenie, per amor di Abrahamo mio servitore. 25 Ed egli edificò quivi un altare, ed invocò il Nome del Signore, e tese quivi i suoi padiglioni; e i suoi servitori cavarono quivi un pozzo.



26 E Abimelecco andò a lui da Gherar, insieme con Ahuzat suo famigliare, e con Picol capo del suo esercito. 27 E Isacco disse loro: Perchè siete voi venuti a me, poichè mi odiate, e mi avete mandato via d’appresso a voi? 28 Ed essi dissero: Noi abbiamo chiaramente veduto che il Signore è teco; laonde abbiamo detto: Siavi ora giuramento fra noi; fra noi e te, e facciamo lega teco: 29 Se giammai tu ci fai alcun male; come ancora noi non ti abbiamo toccato; e non ti abbiam fatto se non bene, e ti abbiamo rimandato in pace; tu che ora sei benedetto dal Signore. 30 Ed egli fece loro un convito; ed essi mangiarono e bevvero. 31 E, levatisi la mattina seguente a buon’ora, giurarono l’uno all’altro. Poi Isacco li accommiatò; ed essi si partirono da lui amichevolmente. 32 In quell’istesso giorno, i servitori d’Isacco vennero, e gli fecero rapporto di un pozzo che aveano cavato; e gli dissero: Noi abbiam trovato dell’acqua. 33 Ed egli pose nome a quel pozzo Siba; perciò quella città è stata nominata Beerseba fino ad oggi.



34 Or Esaù, essendo d’età di quarant’anni, prese per moglie Iudit, figliuola di Beeri Hitteo; e Basmat, figliuola di Elon Hitteo. 35 Ed esse furono cagione di amaritudine d’animo a Isacco ed a Rebecca.

27:1 OR avvenne che, essendo già invecchiato Isacco, ed essendo gli occhi suoi scurati, sì che non vedeva, chiamò Esaù suo figliuol maggiore, e gli disse: Figliuol mio. Ed egli gli disse: Eccomi. 2 E Isacco disse: Ecco, ora io sono invecchiato, e non so il giorno della mia morte. 3 Deh! prendi ora i tuoi arnesi, il tuo turcasso e il tuo arco; e vattene fuori a’ campi, e prendimi qualche cacciagione. 4 Ed apparecchiami alcune vivande saporite, quali io le amo, e portamele, che io ne mangi; acciocchè l’anima mia ti benedica avanti che io muoia. 5 Or Rebecca stava ad ascoltare, mentre Isacco parlava ad Esaù, suo figliuolo. Esaù adunque andò a’ campi per prender qualche cacciagione, e portarla a suo padre.



6 E Rebecca parlò a Giacobbe suo figliuolo, e gli disse: Ecco, io ho udito che tuo padre parlava ad Esaù, tuo fratello, dicendo: 7 Portami della cacciagione, ed apparecchiami alcun mangiare saporito, acciocchè io ne mangi; ed io ti benedirò nel cospetto del Signore, avanti che io muoia. 8 Ora dunque, figliuol mio, attendi alla mia voce, in ciò che io ti comando. 9 Vattene ora alla greggia, ed arrecami di là due buoni capretti, ed io ne apparecchierò delle vivande saporite a tuo padre, quali egli le ama. 10 E tu le porterai a tuo padre, acciocchè ne mangi, e ti benedica, avanti ch’egli muoia. 11 E Giacobbe disse a Rebecca sua madre: Ecco, Esaù mio fratello è uomo peloso, ed io son uomo senza peli. 12 Per avventura mio padre mi tasterà, e sarò da lui reputato un ingannatore; e così mi farò venire addosso maledizione, e non benedizione. 13 Ma sua madre gli disse: Figliuol mio, la tua maledizione sia sopra me; attendi pure alla mia voce, e va’ ed arrecami que’ capretti. 14 Egli adunque andò, e prese que’ capretti, e li arrecò a sua madre; e sua madre ne apparecchiò delle vivande saporite, quali il padre di esso le amava. 15 Poi Rebecca prese i più bei vestimenti di Esaù suo figliuol maggiore, ch’ella avea appresso di sè in casa, e ne vestì Giacobbe suo figliuol minore. 16 E con le pelli de’ capretti coperse le mani di esso, e il collo ch’era senza peli. 17 E diede in mano a Giacobbe suo figliuolo, quelle vivande saporite, e quel pane che avea apparecchiato.



18 Ed egli venne a suo padre, e gli disse: Padre mio. Ed egli disse: Eccomi: chi sei, figliuol mio? 19 E Giacobbe disse a suo padre: Io sono Esaù, tuo primogenito; io ho fatto come tu mi dicesti. Deh! levati, assettati, e mangia della mia cacciagione, acciocchè l’anima tua mi benedica. 20 E Isacco disse al suo figliuolo: Come ne hai tu così presto trovato, figliuol mio? Ed egli rispose: Perciocchè il Signore Iddio tuo me ne ha fatto scontrare. 21 E Isacco disse a Giacobbe: Deh! appressati, figliuol mio, che io ti tasti, per saper se tu sei pure il mio figliuolo Esaù, o no. 22 Giacobbe adunque si appressò ad Isacco suo padre; e come egli l’ebbe tastato, disse: Cotesta voce è la voce di Giacobbe, ma queste mani son le mani di Esaù. 23 E nol riconobbe; perciocchè le sue mani erano pelose, come le mani di Esaù, suo fratello; e lo benedisse. 24 E disse: Sei tu pur desso, figliuol mio Esaù? Ed egli disse: Sì, io son desso. 25 Ed egli disse: Recami della cacciagione del mio figliuolo, acciocchè io ne mangi, e che l’anima mia ti benedica. E Giacobbe gliela recò, e Isacco mangiò. Giacobbe ancora gli recò del vino, ed egli bevve. 26 Poi Isacco suo padre gli disse: Deh! appressati e baciami, figliuol mio. 27 Ed egli si appressò, e lo baciò. E Isacco odorò l’odor dei vestimenti di esso, e lo benedisse; e disse: Ecco l’odor del mio figliuolo, simile all’odor di un campo che il Signore ha benedetto. 28 Iddio adunque ti dia della rugiada del cielo, E delle grassezze della terra, Ed abbondanza di frumento e di mosto. 29 Servanti i popoli, Ed inchininsi a te le nazioni; Sii pardrone de’ tuoi fratelli, Ed inchininsi a te i figliuoli di tua madre; Sieno maledetti coloro che ti malediranno, E benedetti coloro che ti benediranno.



30 E come Isacco ebbe finito di benedir Giacobbe, ed essendo appena Giacobbe uscito d’appresso ad Isacco suo padre, Esaù suo fratello giunse dalla sua caccia. 31 E apparecchiò anch’egli delle vivande saporite, e le recò a suo padre, e gli disse: Levisi mio padre, e mangi della cacciagion del suo figliuolo; acciocchè l’anima tua mi benedica. 32 E Isacco suo padre gli disse: Chi sei tu? Ed egli disse: Io sono Esaù tuo figliuolo primogenito. 33 E Isacco sbigottì di un grandissimo sbigottimento, e disse: Or chi è colui che prese della cacciagione e me la recò; talchè, avanti che tu fossi venuto, io mangiai di tutto ciò ch’egli mi presentò, e lo benedissi? ed anche sarà benedetto. 34 Quando Esaù ebbe intese le parole di suo padre, fece un grande ed amarissimo gridare: poi disse a suo padre: Benedici me ancora, padre mio. 35 Ed egli gli disse: Il tuo fratello è venuto con inganno, ed ha tolta la tua benedizione. 36 Ed Esaù disse: Non fu egli pur nominato Giacobbe? egli mi ha frodato già due volte; egli mi tolse già la mia primogenitura; ed ecco, ora mi ha tolta la mia benedizione. Poi disse a suo padre: Non mi hai tu riserbata alcuna benedizione? 37 E Isacco rispose, e disse ad Esaù: Ecco, io l’ho costituito tuo padrone, e gli ho dati tutti i suoi fratelli per servi; e l’ho fornito di frumento e di mosto; ora dunque, che ti farei io, figliuol mio? 38 Ed Esaù disse a suo padre: Hai tu una sola benedizione, padre mio? benedici ancora me, padre mio. E alzò la voce, e pianse. 39 E Isacco suo padre rispose, a gli disse: Ecco, la tua stanza sarà in luoghi grassi di terreno, E per la rugiada del cielo disopra. 40 E tu viverai con la tua spada, E servirai al tuo fratello; Ma egli avverrà che, dopo che tu avrai gemuto, Tu spezzerai il suo giogo d’in sul tuo collo.



41 Ed Esaù prese ad odiar Giacobbe, per cagion della benedizione, con la quale suo padre l’avea benedetto; e disse nel suo cuore: I giorni del duolo di mio padre si avvicinano; allora io ucciderò Giacobbe mio fratello. 42 E le parole di Esaù, suo figliuol maggiore, furono rapportate a Rebecca; ed ella mandò a chiamar Giacobbe, suo figliuol minore, e gli disse: Ecco, Esaù tuo fratello si consola intorno a te, ch’egli ti ucciderà. 43 Ora dunque, figliuol mio, attendi alla mia voce; levati, fuggitene in Charan, a Labano, mio fratello. 44 E dimora con lui alquanto tempo, finchè l’ira del tuo fratello sia racquetata; 45 finchè il cruccio del tuo fratello sia racquetato inverso te, e ch’egli abbia dimenticato ciò che tu gli hai fatto; e allora io manderò a farti tornar di là; perchè sarei io orbata di amendue voi in uno stesso giorno? 46 E Rebecca disse ad Isacco: La vita mi è noiosa per cagion di queste Hittee; se Giacobbe prende moglie delle figliuole degli Hittei, quali son queste che son delle donne di questo paese, che mi giova il vivere?

28:1 ISACCO adunque chiamò Giacobbe, e lo benedisse, e gli comandò, e gli disse: Non prender moglie delle figliuole di Canaan. 2 Levati, vattene in Paddan-aram, alla casa di Betuel, padre di tua madre, e prenditi di là moglie, delle figliuole di Labano, fratello di tua madre. 3 E l’Iddio Onnipotente ti benedica, e ti faccia fruttare, e crescere; talchè tu diventi una raunanza di popoli. 4 E ti dia la benedizione di Abrahamo; a te, ed alla tua progenie teco; acciocchè tu possegga il paese dove sei andato peregrinando, il quale Iddio donò ad Abrahamo. 5 Isacco adunque ne mandò Giacobbe; ed egli si ne andò in Paddan-aram, a Labano, figliuolo di Betuel, Sirio, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.



6 Ed Esaù vide che Isacco avea benedetto Giacobbe, e l’avea mandato in Paddan-aram, acciocchè di là si prendesse moglie; e che, benedicendolo, gli avea vietato e detto: Non prender moglie delle figliuole di Canaan; 7 e che Giacobbe avea ubbidito a suo padre ed a sua madre, e se n’era andato in Paddan-aram. 8 Esaù vedeva, oltre a ciò, che le figliuole di Canaan dispiacevano ad Isacco suo padre. 9 Ed egli andò ad Ismaele, e prese per moglie Mahalat, figliuola d’Ismaele, figliuolo di Abrahamo, sorella di Nebaiot; oltre alle sue altre mogli.



10 OR Giacobbe partì di Beerseba, ed andando in Charan, 11 capitò in un certo luogo, e vi stette la notte; perciocchè il sole era già tramontato, e prese delle pietre del luogo, e le pose per suo capezzale; e giacque in quel luogo. 12 E sognò; ed ecco una scala rizzata in terra, la cui cima giungeva al cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano per essa. 13 Ed ecco, il Signore stava al disopra di essa. Ed egli disse: Io sono il Signore Iddio di Abrahamo tuo padre, e l’Iddio d’Isacco; io darò a te, ed alla tua progenie, il paese sopra il quale tu giaci. 14 E la tua progenie sarà come la polvere della terra; e tu ti spanderai verso occidente, e verso oriente, e verso settentrione, e verso mezzodì; e tutte le nazioni della terra saranno benedette in te, e nella tua progenie. 15 Ed ecco, io son teco, e ti guarderò dovunque tu andrai, e ti ricondurrò in questo paese; perciocchè io non ti abbandonerò, finchè io abbia fatto ciò che ti ho detto.



16 E quando Giacobbe si fu risvegliato dal suo sonno, disse: Per certo il Signore è in questo luogo, ed io nol sapeva. 17 E temette, e disse: Quanto è spaventevole questo luogo! questo luogo non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo. 18 E Giacobbe si levò la mattina a buon’ora, e prese la pietra, la quale avea posta per suo capezzale, e ne fece un piliere, e versò dell’olio sopra la sommità di essa. 19 E pose nome a quel luogo Betel; conciossiachè prima il nome di quella città fosse Luz. 20 E Giacobbe fece un voto, dicendo: Se Iddio è meco, e mi guarda in questo viaggio che io fo, e mi dà del pane da mangiare, e de’ vestimenti da vestirmi; 21 e se io ritorno sano e salvo a casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. 22 E questa pietra, della quale ho fatto un piliere, sarà una casa di Dio, e del tutto io ti darò la decima di tutto quel che tu mi avrai donato.

29:1 POI Giacobbe si mise in cammino, e andò nel paese degli Orientali. 2 E riguardò, ed ecco un pozzo in un campo, e quivi erano tre gregge di pecore, che giacevano appresso di quello; perciocchè di quel pozzo si abbeveravano le gregge; ed una gran pietra era sopra la bocca del pozzo. 3 E quivi si raunavano tutte le gregge, e i pastori rotolavano quella pietra d’in su la bocca del pozzo, e abbeveravano le pecore; e poi tornavano la pietra al suo luogo, in su la bocca del pozzo. 4 E Giacobbe disse loro: Fratelli miei, onde siete voi? Ed essi risposero: Noi siamo di Charan. 5 Ed egli disse loro: Conoscete voi Labano, figliuolo di Nahor? Ed essi dissero: Sì, noi lo conosciamo. 6 Ed egli disse loro: Sta egli bene? Ed essi dissero: Sì, egli sta bene; ed ecco Rachele, sua figliuola, che viene con le pecore. 7 Ed egli disse loro: Ecco, il giorno è ancora alto; non è tempo di raccogliere il bestiame; abbeverate queste pecore, ed andate, e pasturatele. 8 Ma essi dissero: Noi non possiamo, finchè tutte le gregge non sieno adunate, e che si rotoli la pietra d’in su la bocca del pozzo; allora abbevereremo le pecore.



9 Mentre egli parlava ancora con loro, Rachele sopraggiunse, con le pecore di suo padre; perciocchè ella era guardiana di pecore. 10 E, quando Giacobbe ebbe veduta Rachele, figliuola di Labano, fratello di sua madre, con le pecore di Labano, fratello di sua madre, egli si fece innanzi, e rotolò quella pietra d’in su la bocca del pozzo, e abbeverò le pecore di Labano, fratello di sua madre. 11 E Giacobbe baciò Rachele, e alzò la sua voce, e pianse. 12 E Giacobbe dichiarò a Rachele come egli era fratello di suo padre; e come egli era figliuolo di Rebecca. Ed ella corse, e lo rapportò a suo padre. 13 E, come Labano ebbe udite le novelle di Giacobbe, figliuolo della sua sorella, gli corse incontro, e l’abbracciò, e lo baciò, e lo menò in casa sua. E Giacobbe raccontò a Labano tutte queste cose. 14 E Labano gli disse: Veramente tu sei mie ossa e mia carne. Ed egli dimorò con lui un mese intiero.



15 E Labano gli disse: Perchè tu sei mio fratello, mi serviresti tu gratuitamente? dichiarami qual deve essere il tuo premio. 16 Or Labano avea due figliuole: la maggiore si chiamava Lea, e la minore Rachele. 17 E Lea avea gli occhi teneri; ma Rachele era formosa, e di bello aspetto. 18 E Giacobbe amava Rachele; e disse a Labano: Io ti servirò sett’anni per Rachele, tua figliuola minore. 19 E Labano disse: Meglio è che io la dia a te, che ad un altro uomo; stattene pur meco. 20 E Giacobbe servì per Rachele lo spazio di sette anni; e quelli gli parvero pochi giorni, per l’amore ch’egli le portava. 21 E Giacobbe disse a Labano: Dammi la mia moglie; perciocchè il mio termine è compiuto; e lascia che io entri da lei. 22 E Labano adunò tutte le genti del luogo, e fece un convito. 23 Ma la sera prese Lea, sua figliuola, e la menò a Giacobbe; il quale entrò da lei. 24 E Labano diede Zilpa, sua serva, a Lea, sua figliuola, per serva. 25 Poi, venuta la mattina, ecco, colei era Lea. E Giacobbe disse a Labano: Che cosa è ciò che tu mi hai fatto? non ho io servito appo te per Rachele? perchè dunque mi hai ingannato? 26 E Labano gli disse: E’ non si suol far così appo noi, di dar la minore avanti la maggiore. 27 Fornisci pure la settimana di questa; e poi ti daremo ancora quest’altra, per lo servigio che tu farai in casa mia altri sett’anni. 28 Giacobbe adunque fece così; e fornì la settimana di quella; poi Labano gli diede ancora per moglie Rachele, sua figliluola. 29 E Labano diede Bilha, sua serva, a Rachele, sua figliola, per serva. 30 E Giacobbe entrò eziandio da Rachele, ed anche amò Rachele più che Lea, e servì ancora sett’altri anni appo Labano.



31 E il Signore, veggendo che Lea era odiata, aperse la sua matrice; ma Rachele era sterile. 32 E Lea concepette, e partorì un figliuolo, al quale ella pose nome Ruben; perciocchè disse: Il Signore ha pur riguardato alla mia afflizione; ora mi amerà pure il mio marito. 33 Poi concepette di nuovo, e partorì un figliuolo, e disse: Il Signore ha pure inteso che io era odiata, e però mi ha dato ancora questo figliuolo; perciò gli pose nome Simeone. 34 Ed ella concepette ancora, e partorì un figliuolo, e disse: Questa volta pure il mio marito starà congiunto meco; perciocchè io gli ho partoriti tre figliuoli; perciò fu posto nome a quel figliuolo Levi. 35 Ed ella concepette ancora, e partorì un figliuolo, e disse: Questa volta io celebrerò il Signore; perciò pose nome a quel figliuolo Giuda; poi restò di partorire.



30:1 E Rachele, veggendo che non faceva figliuoli a Giacobbe, portò invidia alla sua sorella; e disse a Giacobbe: Dammi de’ figliuoli; altrimenti io son morta. 2 E Giacobbe s’accesse in ira contro a Rachele, e disse: Sono io in luogo di Dio, il qual t’ha dinegato il frutto del ventre? 3 Ed ella disse: Ecco Bilha, mia serva; entra da lei ed ella partorirà sopra le mie ginocchia, ed io ancora avrò progenie da lei. 4 Ed ella diede a Giacobbe Bilha, sua serva, per moglie, ed egli entrò da lei. 5 E Bilha concepette, e partorì un figliuolo a Giacobbe. 6 E Rachele disse: Iddio mi ha fatto ragione, ed ha eziandio ascoltata la mia voce, e mi ha dato un figliuolo; perciò ella gli pose nome Dan. 7 E Bilha, serva di Rachele, concepette ancora, e partorì un secondo figliuolo a Giacobbe. 8 E Rachele disse: Io ho lottate le lotte di Dio con la mia sorella; ed anche ho vinto; perciò pose nome a quel figliuolo Neftali. 9 E Lea, veggendo ch’era restata di partorire, prese Zilpa, sua serva, e la diede a Giacobbe per moglie. 10 E Zilpa, serva di Lea, partorì un figliuolo a Giacobbe. 11 E Lea disse: Buona ventura è giunta; e pose nome a quel figliuolo Gad. 12 Poi Zilpa, serva di Lea, partorì un secondo figliuolo a Giacobbe. 13 E Lea disse: Quest’è per farmi beata; conciossiachè le donne mi chiameranno beata; perciò ella pose nome a quel figliuolo Aser.



14 Or Ruben andò fuori al tempo della ricolta de’ grani, e trovò delle mandragole per i campi, e le portò a Lea, sua madre. E Rachele disse a Lea: Deh! dammi delle mandragole del tuo figliuolo. 15 Ed ella le disse: È egli poco che tu mi abbi tolto il mio marito, che tu mi vuoi ancora togliere le mandragole del mio figliuolo? E Rachele disse: Or su, giacciasi egli questa notte teco per le mandragole del tuo figliuolo. 16 E come Giacobbe se ne veniva in su la sera da’ campi, Lea gli uscì incontro, e gli disse: Entra da me; perciocchè io ti ho tolto a prezzo per le mandragole del mio figliuolo. Egli adunque si giacque con lei quella notte. 17 E Iddio esaudì Lea, talchè ella concepette, e partorì il quinto figliuolo a Giacobbe. 18 Ed ella disse: Iddio mi ha dato il mio premio, di ciò che io diedi la mia serva al mio marito; e pose nome a quel figliuolo Issacar. 19 E Lea concepette ancora, e partorì il sesto figliuolo a Giacobbe. 20 E Lea disse: Iddio mi ha dotata d’una buona dote; questa volta il mio marito abiterà meco, poichè io gli ho partoriti sei figliuoli; e pose nome a quel figliuolo Zabulon. 21 Poi partorì una figliuola, e le pose nome Dina. 22 E Iddio si ricordò di Rachele, e l’esaudì, e le aperse la matrice. 23 Ed ella concepette, e partorì un figliuolo; e disse: Iddio ha tolto via il mio obbrobrio. 24 E pose nome a quel figliuolo Giuseppe, dicendo: Il Signore mi aggiunga un altro figliuolo.



25 E, dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Labano: Dammi licenza, acciocchè io me ne vada al mio luogo, ed al mio paese. 26 Dammi le mie mogli, per le quali io ti ho servito, ed i miei figliuoli; acciocchè io me ne vada; perciocchè tu sai il servigio che io t’ho renduto. 27 E Labano gli disse: Deh! se pure ho trovato grazia appo te: Io ho veduto che il Signore mi ha benedetto per cagion tua. 28 Poi disse: Significami appunto qual salario mi ti converrà dare, ed io te lo darò. 29 Ed egli gli disse: Tu sai come io ti ho servito, e quale è divenuto il tuo bestiame meco. 30 Perciocchè poco era quello che tu avevi, avanti che io venissi; ma ora egli è cresciuto sommamente; e il Signore ti ha benedetto per lo mio governo; ed ora quando mi adopererò io ancora per la mia famiglia? 31 Ed egli disse: Che ti darò io? E Giacobbe disse: Non darmi nulla; se tu mi fai questo, io tornerò a pasturare, ed a guardar le tue pecore. 32 Io passerò oggi per mezzo tutte le tue gregge, levandone, d’infra le pecore, ogni agnello macchiato e vaiolato; e ogni agnello di color fosco; e, d’infra le capre, le vaiolate e le macchiate; e tal sarà da ora innanzi il mio salario. 33 Così da questo dì innanzi, quando tu mi contenderai il mio salario, la mia giustizia risponderà per me nel tuo cospetto; tutto ciò che non sarà macchiato o vaiolato fra le capre, e di color fosco fra le pecore, e sarà trovato appo me, sarà furto. 34 E Labano disse: Ecco, sia come tu hai detto. 35 Ed in quel dì mise da parte i becchi, e i montoni macchiati e vaiolati; e tutte le capre macchiate e vaiolate; e tutte quelle in cui era alcuna macchia bianca; e, d’infra le pecore, tutte quelle ch’erano di color fosco; e le mise tra le mani de’ suoi figliuoli. 36 E frappose il cammino di tre giornate fra sè e Giacobbe. E Giacobbe pasturava il rimanente delle gregge di Labano.



37 E Giacobbe prese delle verghe verdi di pioppo, di nocciuolo, e di castagno; e vi fece delle scorzature bianche, scoprendo il bianco ch’era nelle verghe. 38 Poi piantò le verghe ch’egli avea scorzate, dinanzi alle gregge, ne’ canali dell’acqua, e negli abbeveratoi, ove le pecore venivano a bere; e le pecore entravano in calore quando venivano a bere. 39 Le pecore adunque e le capre entravano in calore, vedendo quelle verghe; onde figliavano parti vergati, macchiati, e viaolati. 40 Poi, come Giacobbe avea spartiti gli agnelli, faceva volger gli occhi alle pecore delle gregge di Labano, verso le vaiolate, e verso tutte quelle ch’erano di color fosco; e metteva le sue gregge da parte, e non le metteva di rincontro alle pecore di Labano. 41 E ogni volta che le pecore primaiuole entravano in calore, Giacobbe metteva quelle verghe ne’ canali, alla vista delle pecore e delle capre; acciocchè entrassero in calore, alla vista di quelle verghe. 42 Ma, quando le pecore erano serotine, egli non ve le poneva; e così le pecore serotine erano di Labano, e le primaiuole di Giacobbe. 43 E quell’uomo crebbe sommamente in facoltà, ed ebbe molte gregge, e servi, e serve, e cammelli, ed asini
31:1 OR egli udì le parole de’ figliuoli di Labano, che dicevano: Giacobbe ha tolto a nostro padre tutto il suo avere; e di quello ch’era di nostra padre, egli ha acquistata tutta questa dovizia. 2 Giacobbe ancora vide che la faccia di Labano non era verso lui qual soleva esser per addietro. 3 E il Signore disse a Giacobbe: Ritornatene al paese de’ tuoi, ed al tuo luogo natio, ed io sarò teco. 4 E Giacobbe mandò a chiamar Rachele e Lea, a’ campi, presso della sua greggia. 5 E disse loro: Io veggo che la faccia di vostro padre non è inverso me qual soleva esser per addietro; e pur l’Iddio di mio padre è stato meco. 6 E voi sapete che ho servito a vostro padre di tutto il mio potere. 7 Ma egli mi ha ingannato, e m’ha cambiato il mio salario dieci volte; ma Iddio non gli ha permesso di farmi alcun danno. 8 Se egli diceva così: Le macchiate saranno il tuo salario, tutta la greggia figliava parti macchiati; e se diceva così: Le vergate saranno il tuo salario, tutta la greggia figliava parti vergati. 9 E Iddio ha tolto il bestiame a vostro padre, e me lo ha dato. 10 Ed avvenne una volta, al tempo che le pecore entrano in calore, che io alzai gli occhi, e vidi in sogno che i becchi ed i montoni che ammontavano le pecore e le capre, erano vergati, macchiati e grandinati. 11 E l’angelo di Dio mi disse in sogno: Giacobbe. Ed io dissi: Eccomi. 12 Ed egli disse: Alza ora gli occhi, e vedi tutti i becchi e i montoni, che ammontano le capre e le pecore, come son tutti vergati, macchiati, e grandinati; perciocchè io ho veduto tutto quello che Labano ti fa. 13 Io son l’Iddio di Betel, dove tu ugnesti quel piliere, e dove tu mi facesti quel voto; ora levati, e partiti di questo paese, e ritornatene nel tuo natio paese. 14 E Rachele e Lea risposero, e dissero: Abbiamo noi più alcuna parte od eredità in casa di nostro padre? 15 Non fummo noi da lui reputate straniere, quando egli ci vendette? ed oltre a ciò egli ha tutti mangiati i nostri danari. 16 Conciossiachè tutte queste facoltà che Iddio ha tolte a nostro padre, già fosser nostre e de’ nostri figliuoli; ora dunque fa’ pur tutto quello che Iddio ti ha detto.



17 E Giacobbe si levò, e mise i suoi figliuoli e le sue mogli in su de’ cammelli. 18 E ne menò tutto il suo bestiame, e tutte le sue facoltà ch’egli avea acquistate; il bestiame ch’egli avea acquistato in Paddan-aram per venirsene nel paese di Canaan, ad Isacco suo padre. 19 Or Labano se n’era andato a tondere le sue pecore; e Rachele rubò gl’idoli di suo padre. 20 E Giacobbe si partì furtivamente da Labano, Sirio; perciocchè egli non gliel dichiarò; conciossiachè egli se ne fuggisse. 21 Egli adunque se ne fuggì, con tutto quello ch’egli avea; e si levò, e passò il Fiume, e si dirizzò verso il monte di Galaad. 22 E il terzo giorno appresso fu rapportato a Labano, che Giacobbe se n’era fuggito. 23 Allora egli prese seco i suoi fratelli, e lo perseguì per sette giornate di cammino; e lo raggiunse al monte di Galaad. 24 Ma Iddio venne a Labano, Sirio, in sogno di notte, e gli disse: Guardati che tu non venga a parole con Giacobbe, nè in bene, nè in male.



25 Labano adunque raggiunse Giacobbe. E Giacobbe avea tesi i suoi padiglioni in sul monte; e Labano, co’ suoi fratelli, tese parimente i suoi nel monte di Galaad. 26 E Labano disse a Giacobbe: Che hai tu fatto, partendoti da me furtivamente, e menandone le mie figliuole come prigioni di guerra? 27 Perchè ti sei fuggito celatamente, e ti sei furtivamente partito da me, e non me l’hai fatto assapere? ed io ti avrei accommiatato con allegrezza e con canti, con tamburi e con cetere. 28 E non mi hai pur permesso di baciare i miei figliuoli e le mie figliuole; ora tu hai stoltamente fatto. 29 E’ sarebbe in mio potere di farvi del male; ma l’Iddio del padre vostro mi parlò la notte passata, dicendo: Guardati che tu non venga a parole con Giacobbe, nè in bene, nè in male. 30 Ora dunque, siitene pure andato, poichè del tutto bramavi la casa di tuo padre; ma, perchè hai tu rubati i miei dii? 31 E Giacobbe rispose, e disse a Labano: Io me ne son così andato, perchè io avea paura; perciocchè io diceva che mi conveniva guardar che talora tu non rapissi le tue figliuole d’appresso a me. 32 Colui, appo il quale tu avrai trovati i tuoi dii, non sia lasciato vivere; riconosci, in presenza de’ nostri fratelli, se vi è nulla del tuo appo me, e prenditelo. Or Giacobbe non sapeva che Rachele avesse rubati quegl’iddii. 33 Labano adunque entrò nel padiglione di Giacobbe, e nel padiglione di Lea, e nel padiglione delle due serve, e non li trovò; ed uscito del padiglione di Lea, entrò nel padiglione di Rachele. 34 Ma Rachele avea presi quegl’idoli, e li avea messi dentro l’arnese d’un cammello, e s’era posta a sedere sopra essi; e Labano frugò tutto il padiglione, e non li trovò. 35 Ed ella disse a suo padre: Non prenda il mio signore sdegno, ch’io non posso levarmi su davanti a te; perciocchè io ho quello che sogliono aver le donne. Egli adunque investigò, ma non trovò quegl’idoli.



36 E Giacobbe si adirò, e contese con Labano, e gli parlò, e gli disse: Qual misfatto, o qual peccato ho io commesso, che tu mi abbi così ardentemente perseguito? 37 Poichè tu hai frugate tutte le mie masserizie, che hai tu trovato di tutte le masserizie di casa tua? mettilo qui davanti a’ tuoi e miei fratelli, acciocchè giudichino chi di noi due ha ragione. 38 Già son vent’anni ch’io sono stato teco; le tue pecore e le tue capre non hanno disperduto, ed io non ho mangiati i montoni della tua greggia. 39 Io non ti ho portato ciò ch’era lacerato; io l’ho pagato; tu me lo hai ridomandato: come ancora se alcuna cosa era stata rubata di giorno o di notte. 40 Io mi son portato in maniera che il caldo mi consumava di giorno, e di notte il gelo, e il sonno mi fuggiva dagli occhi. 41 Già son vent’anni ch’io sono in casa tua, io ti ho servito quattordici anni per le tue due figliuole, e sei anni per le tue pecore; e tu mi hai mutato il mio salario dieci volte. 42 Se l’Iddio di mio padre, l’Iddio di Abrahamo, e il terrore d’Isacco, non fosse stato meco, certo tu mi avresti ora rimandato voto. Iddio ha veduta la mia afflizione, e la fatica delle mie mani: e però la notte passata ne ha data la sentenza.



43 Labano rispose a Giacobbe, e gli disse: Queste figliuole son mie figliuole, e questi figliuoli son miei figliuoli, e queste pecore son mie pecore, e tutto quello che tu vedi è mio; e che farei io oggi a queste mie figliuole, ovvero a’ lor figliuoli che esse hanno partoriti? 44 Ora dunque, vieni, facciam patto insieme, tu ed io; e sia ciò per testimonianza fra me e te. 45 E Giacobbe prese una pietra, e la rizzò per un piliere. 46 E Giacobbe disse a’ suoi fratelli: Raccogliete delle pietre. Ed essi presero delle pietre, e ne fecero un mucchio, e mangiarono quivi. 47 E Labano chiamò quel mucchio Iegar-sahaduta; e Giacobbe gli pose nome Galed. 48 E Labano disse: Questo mucchio è oggi testimonio fra me e te; perciò fu nominato Galed: 49 ed anche Mispa; perciocchè Labano disse: Il Signore riguardi fra te e me, quando non ci potremo vedere l’un l’altro. 50 Se tu affliggi le mie figliuole, ovvero, se tu prendi altre mogli oltre alle mie figliuole, non un uomo è testimonio fra noi; vedi: Iddio è testimonio fra me e te. 51 Labano, oltre a ciò, disse a Giacobbe: Ecco questo mucchio che io ho ammonticchiato, ed ecco questo piliere fra me e te. 52 Questo mucchio sarà testimonio, e questo piliere ancora sarà testimonio, che nè io non passerò questo mucchio per andare a te, nè tu non passerai questo mucchio e questo piliere, per venire a me, per male. 53 L’Iddio di Abrahamo, e l’Iddio di Nahor, l’Iddio del padre loro, sieno giudici fra noi. Ma Giacobbe giurò per lo terrore d’Isacco, suo padre. 54 E Giacobbe sacrificò un sacrificio in su quel monte, e chiamò i suoi fratelli a mangiar del pane. Essi adunque mangiarono del pane, e dimorarono quella notte in su quel monte. 55 E la mattina, Labano si levò a buon’ora, e baciò le sue figliuole, e i suoi figliuoli, e li benedisse. Poi se ne andò, e ritornò al suo luogo.

32:1 E GIACOBBE andò al suo cammino; ed egli scontrò degli Angeli di Dio. 2 E come Giacobbe li vide, disse: Quest’è un campo di Dio: perciò pose nome a quel luogo Mahanaim.



3 E Giacobbe mandò davanti a sè dei messi ad Esaù, suo fratello, nel paese di Seir, territorio di Edom. 4 E diede loro quest’ordine: Dite così ad Esaù, mio signore: Così ha detto il tuo servitore Giacobbe: Io sono stato forestiere appo Labano, e vi son dimorato infino ad ora. 5 Ed ho buoi, ed asini, e pecore, e servi, e serve; e mando significandolo al mio signore, per ritrovar grazia appo te. 6 E i messi se ne ritornarono a Giacobbe, e gli dissero: Noi siamo andati ad Esaù, tuo fratello; ed egli altresì ti viene incontro, menando seco quattrocent’uomini. 7 E Giacobbe temette grandemente, e fu angosciato; e spartì la gente ch’era seco, e le gregge, e gli armenti, e i cammelli in due schiere. 8 E disse: Se Esaù viene ad una delle schiere, e la percuote, l’altra scamperà.



9 Poi Giacobbe disse: O Dio di Abrahamo, mio padre, e Dio parimente d’Isacco, mio padre; o Signore, che mi dicesti: Ritorna al tuo paese, ed al tuo luogo natio, ed io ti farò del bene, 10 io son piccolo appo tutte le benignità, e tutta la lealtà che tu hai usata inverso il tuo servitore; perciocchè io passai questo Giordano col mio bastone solo, ed ora son divenuto due schiere. 11 Liberami, ti prego, dalle mani del mio fratello, dalle mani di Esaù; perciocchè io temo di lui, che talora egli non venga, e mi percuota, madre e figliuoli insieme. 12 E pur tu hai detto: Per certo io ti farò del bene, e farò che la tua progenie sarà come la rena del mare, la qual non si può annoverare per la sua moltitudine.



13 Ed egli dimorò quivi quella notte; e prese di ciò che gli venne in mano per farne un presente ad Esaù, suo fratello; 14 cioè dugento capre, e venti becchi; dugento pecore, e venti montoni; 15 trenta cammelle allattanti, insieme co’ lor figli; quaranta vacche, e dieci giovenchi; venti asine, e dieci puledri d’asini. 16 E diede ciascuna greggia da parte in mano ai suoi servitori; e disse loro: Passate davanti a me, e fate che vi sia alquanto spazio fra una greggia e l’altra. 17 E diede quest’ordine al primo: Quando Esaù, mio fratello, ti scontrerà, e ti domanderà: Di cui sei tu? e dove vai? e di cui son questi animali che vanno davanti a te? 18 di’: Io son del tuo servitore Giacobbe; quest’è un presente mandato al mio signore Esaù; ed ecco, egli stesso viene dietro a noi. 19 E diede lo stesso ordine al secondo, ed al terzo, ed a tutti que’ servitori che andavano dietro a quelle gregge; dicendo: Parlate ad Esaù in questa maniera, quando voi lo troverete. 20 E ditegli ancora: Ecco il tuo servitore Giacobbe dietro a noi. Perciocchè egli diceva: Io lo placherò col presente che va davanti a me; e poi potrò veder la sua faccia; forse mi farà egli buona accoglienza. 21 Quel presente adunque passò davanti a lui; ed egli dimorò quella notte nel campo. 22 Ed egli si levò di notte, e prese le sue due mogli, e le sue due serve, e i suoi undici figliuoli; e passò il guado di Iabboc. 23 E, dopo che li ebbe presi, ed ebbe loro fatto passare il torrente, fece passare tutto il rimanente delle cose sue.



24 E Giacobbe restò solo; ed un uomo lottò con lui fino all’apparir dell’alba. 25 Ed esso, veggendo che non lo potea vincere, gli toccò la giuntura della coscia; e la giuntura della coscia di Giacobbe fu smossa, mentre quell’uomo lottava con lui. 26 E quell’uomo gli disse: Lasciami andare; perciocchè già spunta l’alba. E Giacobbe gli disse: Io non ti lascerò andare, che tu non mi abbi benedetto. 27 E quell’uomo gli disse: Quale è il tuo nome? 28 Ed egli disse: Giacobbe. E quell’uomo gli disse: Tu non sarai più chiamato Giacobbe, anzi Israele; conciossiachè tu sii stato prode e valente con Dio e con gli uomini, ed abbi vinto. 29 E Giacobbe lo domandò, e gli disse: Deh! dichiarami il tuo nome. Ed egli disse: Perchè domandi del mio nome? 30 E quivi lo benedisse. E Giacobbe pose nome a quel luogo Peniel; perciocchè disse: Io ho veduto Iddio a faccia a faccia; e pur la vita mi è stata salvata. 31 E il sole gli si levò come fu passato Peniel; ed egli zoppicava della coscia. 32 Perciò i figliuoli d’Israele non mangiano fino ad oggi del muscolo della commessura dell’anca ch’è sopra la giuntura della coscia; perciocchè quell’uomo toccò la giuntura della coscia di Giacobbe, al muscolo della commessura dell’anca.
33:1 POI Giacobbe alzò gli occhi, e riguardò; ed ecco Esaù veniva, menando seco quattrocent’uomini. Ed egli spartì i fanciulli in tre schiere, sotto Lea, sotto Rachele, e sotto le due serve. 2 E mise le serve e i lor figliuoli davanti; e Lea e i suoi figliuoli appresso; e Rachele e Giuseppe gli ultimi. 3 Ed egli passò davanti a loro, e s’inchinò sette volte a terra, finchè fu presso al suo fratello. 4 Ed Esaù gli corse incontro, e l’abbracciò, e gli si gittò al collo, e lo baciò; ed amendue piansero.



5 Ed Esaù alzò gli occhi, e vide quelle donne e que’ fanciulli, e disse: Che ti son costoro? E Giacobbe disse: Sono i fanciulli che Iddio ha donati al tuo servitore. 6 E le serve si accostarono, coi loro figliuoli, e s’inchinarono. 7 Poi Lea si accostò, co’ suoi figliuoli, e s’inchinarono. Poi si accostò Giuseppe e Rachele, e si inchinarono. 8 Ed Esaù disse a Giacobbe: Che vuoi far di tutta quell’oste che io ho scontrata? Ed egli disse: Io l’ho mandata per trovar grazia appo il mio signore. 9 Ed Esaù disse: Io ne ho assai, fratel mio; tienti per te ciò ch’è tuo. 10 Ma Giacobbe disse: Deh! no; se ora io ho trovato grazia appo te, prendi dalla mia mano il mio presente; conciossiachè per ciò io abbia veduta la tua faccia, il che mi è stato come se avessi veduta la faccia di Dio; e tu mi hai gradito. 11 Deh! prendi il mio presente che ti è stato condotto; perciocchè Iddio mi è stato liberal donatore, ed io ho di tutto. E gli fece forza, sì ch’egli lo prese. 12 Poi Esaù disse: Partiamoci, ed andiamocene; ed io ti accompagnerò. 13 Ma Giacobbe gli disse: Ben riconosce il mio signore che questi fanciulli son teneri; ed io ho le mie pecore e le mie vacche pregne; e se sono spinte innanzi pure un giorno, tutta la greggia morrà. 14 Deh! passi il mio signore davanti al suo servitore, ed io mi condurrò pian piano, al passo di questo bestiame ch’è davanti a me, e di questi fanciulli, finchè io arrivi al mio signore in Seir. 15 Ed Esaù disse: Deh! lascia che io faccia restar teco della gente ch’è meco. Ma Giacobbe disse: Perchè questo? lascia che io ottenga questa grazia dal mio signore.



16 Esaù adunque in quel dì se ne ritornò verso Seir, per lo suo cammino. 17 E Giacobbe partì, e venne in Succot, e si edificò una casa, e fece delle capanne per lo suo bestiame; perciò pose nome a quel luogo Succot. 18 Poi Giacobbe arrivò sano e salvo nella città di Sichem, nel paese di Canaan, tornando di Paddan-aram; e tese i suoi padiglioni davanti alla città. 19 E comperò da’ figliuoli d’Hemor, padre di Sichem, per cento pezze di moneta, la parte del campo, ove avea tesi i suoi padiglioni. 20 E rizzò un altare, e lo nominò Iddio, l’Iddio d’Israele.

34:1 OR Dina, figliuola di Lea, la quale ella avea partorita a Giacobbe, uscì fuori, per veder le donne del paese. 2 E Sichem, figliuolo d’Hemor, Hivveo, principe del paese, vedutala, la rapì, e si giacque con lei, e la sforzò. 3 E l’animo suo si apprese a Dina, figliuola di Giacobbe; ed amò quella giovane, e la racconsolò. 4 Poi disse ad Hemor, suo padre: Prendimi questa giovane per moglie. 5 E Giacobbe intese che Sichem avea contaminata Dina, sua figliuola; ed essendo i suoi figliuoli a’ campi col suo bestiame, Giacobbe si tacque finchè fosser venuti.



6 Ed Hemor, padre di Sichem, venne a Giacobbe, per parlarne con lui. 7 E quando i figliuoli di Giacobbe ebbero inteso il fatto, se ne vennero da’ campi; e quegli uomini furono addolorati, e gravemente adirati, che colui avesse commessa villania in Israele, giacendosi con la figliuola di Giacobbe; il che non si conveniva fare. 8 Ed Hemor parlò con loro, dicendo: Sichem, mio figliuolo, ha posto il suo amore alla figliuola di casa vostra; deh! dategliela per moglie. 9 Ed imparentatevi con noi; dateci le vostre figliuole, e prendetevi le nostre. 10 Ed abitate con noi; e il paese sarà a vostro comando; dimoratevi, e trafficatevi, ed acquistate delle possessioni in esso. 11 Sichem ancora disse al padre ed a’ fratelli di essa: Lasciate che io trovi grazia appo voi; ed io darò ciò che mi direte. 12 Imponetemi pur gran dote e presenti, ed io li darò, secondo che mi direte; e datemi la fanciulla per moglie. 13 E i figliuoli di Giacobbe risposero a Sichem, e ad Hemor suo padre, con inganno, e lo trattennero con parole; perciocchè egli avea contaminata Dina, lor sorella. 14 E disser loro: Noi non possiam far questa cosa, di dar la nostra sorella ad un uomo incirconciso; perciocchè il prepuzio ci è cosa vituperosa. 15 Ma pur vi compiaceremo con questo, che voi siate come noi, circoncidendosi ogni maschio d’infra voi. 16 Allora noi vi daremo le nostre figliuole, e ci prenderemo le vostre, ed abiteremo con voi, e diventeremo uno stesso popolo. 17 Ma se voi non ci acconsentite di circoncidervi, noi prenderemo la nostra fanciulla, e ce ne andremo.



18 E le lor parole piacquero ad Hemor, ed a Sichem figliuolo d’Hemor. 19 E quel giovane non indugiò il far questa cosa; perciocchè egli portava affezione alla figliuola di Giacobbe; ed egli era il più onorato di tutta la casa di suo padre. 20 Ed Hemor, e Sichem suo figliuolo, vennero alla porta della città, e parlarono agli uomini della lor città, dicendo: 21 Questi uomini vivono pacificamente con noi, e dimoreranno nel paese, e vi trafficheranno; ed ecco il paese è ampio assai per loro; e noi ci prenderemo le lor figliuole per mogli, e daremo loro le nostre. 22 Ma pure a questi patti ci compiaceranno di abitar con noi, per diventare uno stesso popolo, che ogni maschio d’infra noi sia circonciso, siccome essi son circoncisi. 23 Il lor bestiame, e le lor facoltà, e tutte le lor bestie non saranno elle nostre? compiacciamo pur loro, ed essi abiteranno con noi. 24 E tutti quelli che uscivano per la porta della lor città, acconsentirono loro; e ogni maschio d’infra tutti quelli che uscivano per la porta della lor città, fu circonciso.



25 E al terzo giorno, mentre essi erano in dolore, due figliuoli di Giacobbe, Simeone e Levi fratelli di Dina, presa ciascuno la sua spada, assalirono a man salva la città, ed uccisero tutti i maschi. 26 Uccisero ancora Hemor e Sichem suo figliuolo, mettendoli a fil di spada; e presero Dina della casa di Sichem, e se ne uscirono. 27 Dopo che coloro furono uccisi, sopraggiunsero i figliuoli di Giacobbe, e predarono la città; perciocchè la lor sorella era stata contaminata. 28 E presero le lor gregge, e i loro armenti, e i loro asini, e ciò ch’era nella città e per li campi. 29 Così predarono tutte le facoltà de’ Sichemiti, e tutto ciò ch’era nelle case, e menarono prigioni i lor piccoli figliuoli e le lor mogli. 30 E Giacobbe disse a Simeone ed a Levi: Voi mi avete messo in gran turbamento, rendendomi abbominevole agli abitanti di questo paese, a’ Cananei, ed a’ Ferezei; laonde, avendo io poca gente, essi si rauneranno contro a me, e mi percoteranno; e sarò distrutto io e la mia famiglia. 31 Ed essi dissero: Avrebbe egli fatto della nostra sorella come d’una meretrice?



35:1 E IDDIO disse a Giacobbe: Levati, vattene in Betel, e dimora quivi, e fa’ un altare all’Iddio che ti apparve quando tu fuggivi per tema di Esaù, tuo fratello. 2 E Giacobbe disse alla sua famiglia, ed a tutti coloro ch’erano con lui: Togliete via gl’iddii stranieri che son fra voi, e purificatevi, e cambiatevi i vestimenti. 3 E noi ci leveremo, ed andremo in Betel; ed io farò quivi un altare all’Iddio che mi ha risposto al giorno della mia angoscia, ed è stato meco per lo viaggio che io ho fatto. 4 Ed essi diedero a Giacobbe tutti gl’iddii degli stranieri, ch’erano nelle lor mani, e i monili che aveano agli orecchi; e Giacobbe il nascose sotto la quercia, ch’è vicina a Sichem. 5 Poi si partirono. E il terror di Dio fu sopra le città ch’erano d’intorno a loro; laonde non perseguirono i figliuoli di Giacobbe.



6 E Giacobbe, con tutta la gente ch’era con lui, giunse a Luz, ch’è nel paese di Canaan, la quale è Betel. 7 Ed edificò quivi un altare, e nominò quel luogo: L’Iddio di Betel; perciocchè quivi gli apparve Iddio, quando egli si fuggiva per tema del suo fratello. 8 E Debora, balia di Rebecca, morì, e fu seppellita al disotto di Betel, sotto una quercia, la quale Giacobbe nominò: Quercia di pianto. 9 E Iddio apparve ancora a Giacobbe, quando egli veniva di Paddan-aram, e lo benedisse. 10 E Iddio gli disse: Il tuo nome è Giacobbe: tu non sarai più nominato Giacobbe, anzi il tuo nome sarà Israele; e gli pose nome Israele. 11 Oltre a ciò Iddio gli disse: Io son l’Iddio Onnipotente; cresci e moltiplica; una nazione, anzi una raunanza di nazioni, verrà da te, e re usciranno da’ tuoi lombi. 12 Ed io donerò a te, ed alla tua progenie dopo te, il paese che io diedi ad Abrahamo e ad Isacco. 13 Poi Iddio risalì d’appresso a lui, nel luogo stesso dove egli avea parlato con lui. 14 E Giacobbe rizzò un piliere di pietra nel luogo ove Iddio avea parlato con lui; e versò sopra esso una offerta da spandere, e vi sparse su dell’olio. 15 Giacobbe adunque pose nome Betel a quel luogo, dove Iddio avea parlato con lui.



16 Poi Giacobbe, co’ suoi, partì di Betel; e, restandovi ancora alquanto spazio di paese per arrivare in Efrata, Rachele partorì, ed ebbe un duro parto. 17 E, mentre penava a partorire, la levatrice le disse: Non temere; perciocchè eccoti ancora un figliuolo. 18 E, come l’anima sua si partiva perciocchè ella morì, ella pose nome a quel figliuolo: Ben-oni; ma suo padre lo nominò Beniamino. 19 E Rachele morì, e fu seppellita nella via d’Efrata, ch’è Bet-lehem. 20 E Giacobbe rizzò una pila sopra la sepoltura di essa. Quest’è la pila della sepoltura di Rachele, che dura infino al dì d’oggi.



21 E Israele si partì, e tese i suoi padiglioni di là da Migdal-eder. 22 Ed avvenne, mentre Israele abitava in quel paese, che Ruben andò, e si giacque con Bilha, concubina di suo padre; e Israele lo intese. 23 Or i figliuoli di Giacobbe furono dodici. 24 I figliuoli di Lea furono Ruben, primogenito di Giacobbe, e Simeone e Levi, e Giuda, ed Issacar, e Zabulon. 25 E i figliuoli di Rachele furono Giuseppe e Beniamino. 26 E i figliuoli di Bilha, serva di Rachele, furono Dan e Neftali. 27 E i figliuoli di Zilpa, serva di Lea, furono Gad ed Aser. Questi sono i figliuoli di Giacobbe, i quali gli nacquero in Paddan-aram. 28 E Giacobbe arrivò ad Isacco, suo padre, in Mamre, nella città di Arba, ch’è Hebron, ove Abrahamo ed Isacco erano dimorati. 29 Or il tempo della vita d’Isacco fu di centottant’anni. (35-30) Poi Isacco trapassò, e morì, e fu raccolto a’ suoi popoli, vecchio e sazio di giorni. Ed Esaù e Giacobbe, suoi figliuoli, lo seppellirono.


36:1 OR queste sono le generazioni di Esaù, che è Edom. 2 Esaù prese le sue mogli d’infra le figliuole de’ Cananei; Ada, figliuola di Elon Hitteo; ed Oholibama, figliuola di Ana, e figliuola di Sibon Hivveo; 3 e Basemat, figliuola d’Ismaele, sorella di Nebaiot. 4 E Ada partorì ad Esaù Elifaz; e Basemat partorì Reuel. 5 Ed Oholibama partorì Ieus, e Ialam, e Cora. Questi sono i figliuoli di Esaù, che gli nacquero nel paese di Canaan. 6 Ed Esaù prese le sue mogli, ed i suoi figliuoli, e le sue figliuole, e tutte le persone di casa sua, e le sue gregge, e tutte le sue bestie, e tutte le sue facoltà, che egli avea acquistate nel paese di Canaan; ed andò nel paese, lungi da Giacobbe, suo fratello. 7 Perciocchè le lor facoltà erano troppo grandi, per poter dimorare insieme; e il paese, nel quale abitavano come forestieri, non li poteva comportare per cagion de’ lor bestiami. 8 Ed Esaù abitò nella montagna di Seir. Esaù è Edom.



9 E queste sono le generazioni di Esaù, padre degl’Idumei, nella montagna di Seir. 10 Questi sono i nomi de’ figliuoli di Esaù: Elifaz, figliuolo di Ada, moglie di Esaù; e Reuel, figliuolo di Basemat, moglie di Esaù. 11 E i figliuoli di Elifaz furono Teman, Omar, Sefo, Gatam, e Chenaz. 12 E Timna fu concubina d’Elifaz, figliuolo di Esaù, e gli partorì Amalec. Questi furono i figliuoli di Ada moglie di Esaù. 13 E questi furono i figliuoli di Reuel: Nahat, e Zera, e Samma, e Mizza. Questi furono i figliuoli di Basemat, moglie di Esaù. 14 E questi furono i figliuoli d’Oholibama figliuola di Ana, figliuola di Sibon, moglie di Esaù. Ella partorì ad Esaù Ieus, Ialam e Cora. 15 Questi sono i duchi de’ figliuoli di Esaù: de’ figliuoli di Elifaz, primogenito di Esaù, il duca Teman, il duca Omar, il duca Sefo, il duca Chenaz; 16 il duca Cora, il duca Gatam, il duca Amalec. Questi furono i duchi della linea di Elifaz, nel paese degl’Idumei. Essi furono dei figliuoli di Ada. 17 E questi furono i duchi de’ figliuoli di Reuel, figliuolo di Esaù: il duca Nahat, il duca Zera, il duca Samma, il duca Mizza. Questi furono i duchi della linea di Reuel, nel paese degl’Idumei. Questi furono de’ figliuoli di Basemat, moglie di Esaù. 18 E questi furono de’ figliuoli di Oholibama, moglie di Esaù: il duca Ieus, il duca Ialam, il duca Cora. Questi furono i duchi de’ figliuoli di Oholibama, figliuola di Ana, moglie di Esaù. 19 Questi furono i figliuoli di Esaù, che è Edom; e questi furono i duchi d’infra loro.



20 Questi furono i figliuoli di Seir Horeo, i quali abitavano in quel paese cioè: Lotan, e Sobal, e Sibon, ed Ana; e Dison, ed Eser, e Disan. 21 Questi furono i duchi degli Horei, figliuoli di Seir, nel paese degl’Idumei. 22 E i figliuoli di Lotan furono Hori, ed Hemam; e la sorella di Lotan fu Timna. 23 E questi furono i figliuoli di Sobal, cioè: Alvan, e Manahat, ed Ebal, e Sefo, ed Onam. 24 E questi furono i figliuoli di Sibon: Aia, ed Ana. Questo Ana fu colui che trovò le acque calde nel deserto, mentre pasturava gli asini di Sibon, suo padre. 25 E questi furono i figliuoli di Ana: Dison, ed Oholibama, figliuola di Ana. 26 E questi furono i figliuoli di Dison: Hemdan, ed Esban, ed Itran, e Cheran. 27 Questi furono i figliuoli di Eser, cioè: Bilhan, e Zaavan, ed Aran. 28 Questi furono i figliuoli di Dison, cioè: Us, ed Aran. 29 Questi furono i duchi degli Horei: il duca Lotan, il duca Sobal, il duca Sibon, il duca Ana; 30 il duca Dison, il duca Eser, il duca Disan. Questi furono i duchi degli Horei, secondo il numero de’ lor duchi nel paese di Seir.



31 E questi furono i re, che regnarono nel paese d’Idumea, avanti che re alcuno regnasse sopra i figliuoli d’Israele. 32 Bela, figliuolo di Beor, regnò in Idumea; e il nome della sua città era Dinhaba. 33 E, morto Bela, Iobab, figliuolo di Zera, da Bosra, regnò in luogo suo. 34 E, morto Iobab, Husam, del paese de’ Temaniti, regnò in luogo suo. 35 E, morto Husam, Hadad, figliuolo di Bedad, il qual percosse i Madianiti nel territorio di Moab, regnò in luogo suo; e il nome della sua città era Avit. 36 E, morto Hadad, Samla, da Masreca, regnò in luogo suo. 37 E, morto Samla, Saul, da Rehobot del Fiume, regnò in luogo suo. 38 E, morto Saul, Baal-hanan, figliuolo di Acbor, regnò in luogo suo. 39 E, morto Baal-hanan, figliuolo di Acbor, Hadar regnò in luogo suo; il nome della cui città era Pau e il nome della sua moglie era Mehetabeel, figliuola di Matred, figliuola di Mezahab. 40 E questi sono i nomi de’ duchi di Esaù, per le lor famiglie, secondo i lor luoghi, nominati de’ loro nomi: il duca Timna, il duca Alva, il duca Ietet; 41 il duca Oholibama, il duca Ela, il duca Pinon; 42 il duca Chenaz, il duca Teman, il duca Mibsar; 43 il duca Magdiel, e il duca Iram. Questi furono i duchi degl’Idumei, spartiti secondo le loro abitazioni, nel paese della lor possessione. Così Esaù fu padre degl’Idumei.

37:1 OR Giacobbe abitò nel paese dove suo padre era andato peregrinando, nel paese di Canaan. 2 E le generazioni di Giacobbe furono quelle. Giuseppe, essendo giovane, d’età di diciassette anni, pasturava le gregge, coi suoi fratelli, co’ figliuoli di Bilha, e coi figliuoli di Zilpa, mogli di suo padre. Ed egli rapportava al padre loro la mala fama che andava attorno di loro. 3 Or Israele amava Giuseppe più che tutti gli altri suoi figliuoli; perciocchè gli era nato nella sua vecchiezza, e gli fece una giubba vergata. 4 E i suoi fratelli, veggendo che il padre loro l’amava più che tutti i suoi fratelli, l’odiavano, e non potevano parlar con lui in pace.



5 E Giuseppe sognò un sogno, ed egli lo raccontò a’ suoi fratelli; ed essi l’odiarono vie maggiormente. 6 Egli adunque disse loro: Deh! udite questo sogno che io ho sognato. 7 Ecco, noi legavamo i covoni in mezzo di un campo; ed ecco, il mio covone si levò su, ed anche si tenne ritto; ed ecco, i vostri covoni furon d’intorno al mio covone, e gli s’inchinarono. 8 E i suoi fratelli gli dissero: Regneresti tu pur sopra noi? signoreggeresti tu pur sopra noi? Essi adunque l’odiarono vie maggiormente per i suoi sogni, e per le sue parole. 9 Ed egli sognò ancora un altro sogno, e lo raccontò a’ suoi fratelli, dicendo: Ecco, io ho sognato ancora un sogno: ed ecco, il sole, e la luna, ed undici stelle, mi s’inchinavano. 10 Ed egli lo raccontò a suo padre, e a’ suoi fratelli. E suo padre lo sgridò, e gli disse: Quale è questo sogno che tu hai sognato? avremo noi, io, e tua madre, e i tuoi fratelli, pure a venire ad inchinarci a te a terra? 11 E i suoi fratelli gli portavano invidia; ma suo padre riserbava appo sè queste parole.



12 Or i suoi fratelli andarono a pasturar le gregge del padre loro in Sichem. 13 Ed Israele disse a Giuseppe: I tuoi fratelli non pasturano essi in Sichem? Vieni, ed io ti manderò a loro. Ed egli disse: Eccomi. 14 Ed esso gli disse: Or va’, e vedi se i tuoi fratelli, e le gregge, stanno bene, e rapportamelo. Così lo mandò dalla valle di Hebron; ed egli venne in Sichem. 15 Ed un uomo lo trovò ch’egli andava errando per li campi; e quell’uomo lo domandò, e gli disse: Che cerchi? 16 Ed egli disse: Io cerco i miei fratelli; deh! insegnami dove essi pasturano. 17 E quell’uomo gli disse: Essi son partiti di qui; perciocchè io li udii che dicevano: Andamocene in Dotain. Giuseppe adunque andò dietro a’ suoi fratelli, e li trovò in Dotain. 18 Ed essi lo videro da lungi; ed avanti che si appressasse a loro, macchinarono contro a lui, per ucciderlo. 19 E dissero l’uno all’altro: Ecco cotesto sognatore viene. 20 Ora dunque venite, ed uccidiamolo; e poi gittiamolo in una di queste fosse; e noi diremo che una mala bestia l’ha divorato; e vedremo che diverranno i suoi sogni. 21 Ma Ruben, udendo questo, lo riscosse dalle lor mani, e disse: Non percotiamolo a morte. 22 Ruben ancora disse loro: Non ispandete il sangue; gittatelo in quella fossa ch’è nel deserto, ma non gli mettete la mano addosso; per riscuoterlo dalle lor mani e per rimenarlo a suo padre.



23 E, quando Giuseppe fu venuto a’ suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua giubba, di quella giubba vergata ch’egli avea indosso. 24 Poi lo presero, e lo gittarono in quella fossa: or la fossa era vota, e non vi era acqua alcuna dentro. 25 Poi si assettarono per prender cibo, ed alzarono gli occhi, e videro una carovana d’Ismaeliti che veniva di Galaad, i cui cammelli erano carichi di cose preziose, di balsamo e di mirra; ed essi andavano per portar quelle cose in Egitto. 26 E Giuda disse a’ suoi fratelli: Che guadagno faremo, quando avremo ucciso il nostro fratello, ed avremo occultato il suo sangue? 27 Venite, vendiamolo a cotesti Ismaeliti, e non mettiamogli la mano addosso; perciocchè egli è nostro fratello, nostra carne. E i suoi fratelli gli acconsentirono. 28 E come que’ mercatanti Madianiti passavano, essi trassero e fecero salir Giuseppe fuor di quella fossa, e per venti sicli d’argento lo vendettero a quegl’Ismaeliti; ed essi lo menarono in Egitto. 29 Or Ruben tornò alla fossa, ed ecco, Giuseppe non v’era più; ed egli stracciò i suoi vestimenti. 30 E tornò a’ suoi fratelli, e disse: Il fanciullo non si trova; ed io, dove andrò io?



31 Ed essi presero la giubba di Giuseppe; e scannarono un becco, e tinsero quella col sangue. 32 E mandarono a portar quella giubba vergata al padre loro, ed a dirgli: Noi abbiam trovata questa giubba: riconosci ora se è la giubba del tuo figliuolo, o no. 33 Ed egli la riconobbe, e disse: Questa è la giubba del mio figliuolo; una mala bestia l’ha divorato; Giuseppe per certo è stato lacerato. 34 E Giacobbe stracciò i suoi vestimenti, e si mise un sacco sopra i lombi, e fece cordoglio del suo figliuolo per molti giorni. 35 E tutti i suoi figliuoli, e tutte le sue figliuole, si levarono per consolarlo; ma egli rifiutò di esser consolato, e disse: Certo io scenderò con cordoglio al mio figliuolo nel sepolcro. E suo padre lo pianse. 36 E que’ Madianiti, menato Giuseppe in Egitto, lo vendettero a Potifarre, Eunuco di Faraone, Capitan delle guardie.


38:1 OR avvenne in quel tempo, che Giuda discese d’appresso a’ suoi fratelli, e si ridusse ad albergare in casa di un uomo Adullamita, il cui nome era Hira. 2 E Giuda vide quivi una figliuola di un uomo Cananeo, il nome del quale era Sua; ed egli la prese per moglie, ed entrò da lei. 3 Ed ella concepette e partorì un figliuolo, al quale Giuda pose nome Er. 4 Poi ella concepette ancora, e partorì un figliuolo, e gli pose nome Onan. 5 Ed ella partorì ancora un figliuolo, e gli pose nome Sela; or Giuda era in Chezib, quando ella lo partorì. 6 E Giuda prese una moglie ad Er, suo primogenito, il cui nome era Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, dispiacque al Signore, e il Signore lo fece morire. 8 E Giuda disse ad Onon: Entra dalla moglie del tuo fratello, e sposala per ragion di consanguinità, e suscita progenie al tuo fratello. 9 Ma Onan, sapendo che quella progenie non sarebbe sua, quando entrava dalla moglie del suo fratello, si corrompeva in terra, per non dar progenie al suo fratello. 10 E ciò ch’egli faceva dispiacque al Signore; ed egli fece morire ancora lui. 11 E Giuda disse a Tamar, sua nuora: Stattene vedova in casa di tuo padre, finchè Sela, mio figliuolo, sia divenuto grande; perciocchè egli diceva: E’ si convien provvedere che costui ancora non muoia, come i suoi fratelli. Tamar adunque se ne andò, e dimorò in casa di suo padre.



12 E, dopo molti giorni, morì la figliuola di Sua, moglie di Giuda; e, dopo che Giuda si fu consolato, salì in Timna, con Hira Adullamita, suo famigliare amico, a’ tonditori delle sue pecore. 13 Ed e’ fu rapportato a Tamar, e detto: Ecco, il tuo suocero sale in Timna, per tonder le sue pecore. 14 Allora ella si levò d’addosso gli abiti suoi vedovili, e si coperse di un velo, e se ne turò il viso, e si pose a sedere alla porta di Enaim, ch’è in sulla strada, traendo verso Timna; perciocchè vedeva che Sela era divenuto grande, e pure ella non gli era data per moglie. 15 E Giuda la vide, e stimò lei essere una meretrice; conciossiachè ella avesse coperto il viso. 16 E, stornatosi verso lei in su la via, le disse: Deh! permetti che io entri da te perciocchè egli non sapeva ch’ella fosse sua nuora. Ed ella gli disse: Che mi darai, perchè tu entri da me? 17 Ed egli le disse: Io ti manderò un capretto della greggia. Ed ella disse: Mi darai tu un pegno, finchè tu me l’abbi mandato? 18 Ed egli disse: Qual pegno ti darò io? Ed ella disse: Il tuo suggello, e la tua benda, e il tuo bastone che tu hai in mano. Ed egli le diede quelle cose, ed entrò da lei, ed ella concepette di lui. 19 Poi si levò, e se ne andò, e si levò d’addosso il suo velo, e si rivestì i suoi abiti vedovili. 20 E Giuda mandò il capretto per le mani di quell’Adullamita, suo famigliare amico, per ritrarre il pegno da quella donna; ma egli non la trovò. 21 E ne domandò gli uomini del luogo dove era stata, dicendo: Dove è quella meretrice ch’era alla porta di Enaim in sulla strada? Ed essi risposero: Qui non è stata alcuna meretrice. 22 Ed egli se ne ritornò a Giuda, e gli disse: Io non ho trovata colei; ed anche gli uomini di quel luogo mi hanno detto: Qui non è stata alcuna meretrice. 23 E Giuda disse: Tengasi pure il pegno, che talora noi non siamo in isprezzo: ecco, io le ho mandato questo capretto; ma tu non l’hai trovata.



24 Or intorno a tre mesi appresso, fu rapportato, e detto a Guida: Tamar, tua nuora, ha fornicato, ed anche ecco, è gravida di fornicazione. E Giuda disse: Menatela fuori, e sia arsa. 25 Come era menata fuori, mandò a dire al suo suocero: Io son gravida di colui al quale appartengono queste cose. Gli mandò ancora a dire: Riconosci ora di cui è questo suggello, e queste bende, e questo bastone. 26 E Giuda riconobbe quelle cose, e disse: Ell’è più giusta di me; conciossiachè ella abbia fatto questo, perciocchè io non l’ho data per moglie a Sela, mio figliuolo. Ed egli non la conobbe più da indi innanzi. 27 Or avvenne che al tempo ch’ella dovea partorire, ecco, avea due gemelli in corpo. 28 E, mentre partoriva, l’uno porse la mano; e la levatrice la prese, e vi legò dello scarlatto sopra, dicendo: Costui è uscito il primo. 29 Ma avvenne ch’egli ritrasse la mano; ed ecco, il suo fratello uscì fuori; e la levatrice disse: Qual rottura hai tu fatta? la rottura sia sopra te; e gli fu posto nome Fares. 30 Poi uscì il suo fratello che avea lo scarlatto sopra la mano; e gli fu posto nome Zara.

39:1 ORA, essendo stato Giuseppe menato in Egitto, Potifarre, Eunuco di Faraone, Capitan delle guardie, uomo Egizio, lo comperò da quegl’Ismaeliti, che l’aveano menato. 2 E il Signore fu con Giuseppe; e fu uomo che andava prosperando; e stette in casa del suo signore Egizio. 3 E il suo signore vide che il Signore era con lui, e che il Signore gli prosperava nelle mani tutto ciò ch’egli faceva. 4 Laonde Giuseppe venne in grazia di esso, e gli serviva; ed egli lo costituì sopra tutta la sua casa, e gli diede in mano tutto ciò ch’egli avea. 5 E da che quell’Egizio l’ebbe costituito sopra la sua casa, e sopra tutto ciò ch’egli avea, il Signore benedisse la casa di esso, per amor di Giuseppe; e la benedizione del Signore fu sopra tutto ciò ch’egli avea in casa, e ne’ campi. 6 Ed egli rimise nelle mani di Giuseppe tutto ciò ch’egli avea, e non tenea ragion con lui di cosa alcuna, salvo del suo mangiare. Or Giuseppe era formoso, e di bell’aspetto.



7 Ed avvenne, dopo queste cose, che la moglie del signore di Giuseppe gli pose l’occhio addosso, e gli disse: Giaciti meco. 8 Ma egli il ricusò, e disse alla moglie del suo signore: Ecco, il mio signore non tiene ragione meco di cosa alcuna che sia in casa, e mi ha dato in mano tutto ciò ch’egli ha. 9 Egli stesso non è più grande di me in questa casa, e non mi ha divietato null’altro che te; perciocchè tu sei sua moglie; come dunque farei questo gran male, e peccherei contro a Dio? 10 E, benchè ella gliene parlasse ogni giorno, non però le acconsentì di giacerlesi allato, per esser con lei. 11 Or avvenne un giorno, che, essendo egli entrato in casa per far sue faccende, e non essendovi alcuno della gente di casa ivi in casa; 12 ella, presolo per lo vestimento, gli disse: Giaciti meco. Ma egli, lasciatole il suo vestimento in mano, se ne fuggì, e se ne uscì fuori.



13 E, quando ella vide ch’egli le avea lasciato il suo vestimento in mano, e che se ne era fuggito fuori; 14 chiamò la gente di casa sua, e disse loro: Vedete, egli ci ha menato in casa un uomo Ebreo per ischernirci; esso venne a me per giacersi meco; ma io gridai ad alta voce. 15 E come egli udì che io avea alzata la voce, e gridava, lasciò il suo vestimento appresso a me, e se ne fuggì, e se ne uscì fuori. 16 Ed ella ripose il vestimento di Giuseppe appo sè, finchè il signore di esso fosse tornato in casa sua. 17 Poi gli parlò in questa maniera: Quel servo Ebreo che tu ci menasti venne a me per ischernirmi. 18 Ma, come io ebbi alzata la voce, ed ebbi gridato, egli lasciò il suo vestimento appresso a me, e se ne fuggì fuori.



19 E quando il signore di Giuseppe ebbe intese le parole che sua moglie gli diceva, cioè: Il tuo servo mi ha fatte cotali cose, si accese nell’ira. 20 E il signore di Giuseppe lo prese, e lo mise nel Torrione, ch’era il luogo dove i prigioni del re erano incarcerati; ed egli fu ivi nel Torrione. 21 E il Signore fu con Giuseppe, e spiegò la sua benignità inverso lui, e lo rendette grazioso al carceriere. 22 E il carceriere diede in mano a Giuseppe tutti i prigioni ch’erano nel Torrione; ed egli faceva tutto ciò che vi si avea a fare. 23 Il carceriere non riguardava a cosa alcuna ch’egli avesse nelle mani; perciocchè il Signore era con lui; e il Signore prosperava tutto quello ch’egli faceva.
40:1 OR, dopo queste cose, avvenne che il coppiere del re di Egitto, e il panattiere, peccarono contro al re di Egitto, lor signore. 2 E Faraone si crucciò gravemente contro a que’ suoi due Eunuchi, cioè: contro al coppier maggiore, e contro al panattier maggiore. 3 E li fece mettere in prigione in casa del Capitan delle guardie, nel Torrione, nello stesso luogo ove Giuseppe era incarcerato. 4 E il Capitan delle guardie commise a Giuseppe d’esser con loro; ed egli li serviva. Ed essi furono un anno in prigione.



5 Ed amendue, il coppiere ed il panattiere del re di Egitto, ch’erano incarcerati nel Torrione, sognarono ciascuno un sogno in una stessa notte, conveniente alla interpretazione che ne fu data a ciascun d’essi. 6 E Giuseppe, venuto la mattina a loro, li riguardò; ed ecco, erano conturbati. 7 Ed egli domandò quegli Eunuchi di Faraone, ch’erano seco in prigione, in casa del suo signore, dicendo: Perchè sono oggi le vostre facce meste? 8 Ed essi gli dissero: Noi abbiam sognato ciascuno un sogno, e non vi è alcuno che ce lo interpreti. E Giuseppe disse loro: Le interpretazioni non appartengono esse a Dio? deh! raccontatemeli. 9 E il coppier maggiore raccontò a Giuseppe il suo sogno, e gli disse: E’ mi pareva nel mio sogno di veder davanti a me una vite. 10 E in quella vite erano tre tralci; e parve ch’ella germogliasse, poi che fiorisse, ed in fine che i suoi grappoli maturassero le uve. 11 Ed io avea la coppa di Faraone in mano; e prendeva quelle uve, e le spremeva nella coppa di Faraone, e dava la coppa in mano a Faraone. 12 E Giuseppe gli disse: Quest’è l’interpretazione di cotesto sogno: I tre tralci son tre giorni. 13 Fra qui e tre giorni, Faraone, rivedendo la sua famiglia, ti rassegnerà, e ti rimetterà nel tuo stato; e tu porgerai in mano a Faraone la sua coppa, secondo il tuo primiero ufficio, quando eri suo coppiere. 14 Ma abbi appo te memoria di me, quando avrai del bene; ed usa, ti prego, benignità inverso me, e fa’ menzion di me a Faraone, e fa’ che io esca fuor di questa casa. 15 Perciocchè in verità io sono stato rubato dal paese degli Ebrei; ed anche qui non ho fatto nulla, perchè io dovessi esser messo in questa fossa. 16 E il panattier maggiore, veggendo che Giuseppe avea interpretato il sogno di colui in bene, disse a Giuseppe: A me ancora pareva nel mio sogno di aver tre panieri bianchi in su la testa. 17 E nel più alto paniere vi erano di tutte le vivande di Faraone, di lavoro di fornaio; e gli uccelli le mangiavano di dentro quel paniere d’in sul mio capo. 18 E Giuseppe rispose, e disse: Questa è l’interpretazione di cotesto sogno: I tre panieri son tre giorni. 19 Fra qui e tre giorni, Faraone, rivedendo la sua famiglia, ti casserà e ti torrà il tuo ufficio, e ti farà appiccare ad un legno, e gli uccelli ti mangeranno la carne d’addosso.



20 Ed egli avvenne il terzo giorno appresso, ch’era il giorno della natività di Faraone, ch’egli fece un convito a tutti i suoi servitori; e trovò fra’ suoi servitori rassegnati, il coppier maggiore, e il panattier maggiore. 21 Ed egli rimise il coppier maggiore nel suo ufficio di coppiere; ed egli porse la coppa in mano a Faraone. 22 Ma fece appiccare il panattier maggiore, secondo l’interpretazione che Giuseppe avea lor data. 23 E il coppier maggiore non si ricordò di Giuseppe; anzi lo dimenticò.

41:1 ED avvenne, in capo di due anni intieri, che Faraone sognò, e gli pareva di essere presso al fiume. 2 Ed ecco, dal fiume salivano sette vacche di bella apparenza, e grasse, e carnose, e pasturavano nella giuncaia. 3 Poi ecco, dal fiume salivano sette altre vacche di brutta apparenza, e magre, e scarne; e si fermarono presso a quelle altre in su la riva del fiume. 4 E le vacche di brutta apparenza, e magre, e scarne, mangiarono le sette vacche di bella apparenza, e grasse. E Faraone si risvegliò. 5 Poi, raddormentatosi, sognò di nuovo: ed ecco, sette spighe prospere, e belle, salivano da un gambo. 6 Poi ecco, sette altre spighe minute, ed arse dal vento orientale, germogliavano dopo quelle. 7 E le spighe minute tranghiottirono le sette spighe prospere e piene. E Faraone si risvegliò; ed ecco un sogno. 8 E venuta la mattina, lo spirito suo fu conturbato; e mandò a chiamar tutti i Magi ed i Savi d’Egitto, e raccontò loro i suoi sogni; ma non vi fu alcuno che li potesse interpretare a Faraone.



9 Allora il coppier maggiore parlò a Faraone, dicendo: Io mi rammemoro oggi i miei falli. 10 Faraone si crucciò già gravemente contro a’ suoi servitori, e mise me e il panattier maggiore in prigione, in casa del Capitan delle guardie. 11 E sognammo egli ed io, in una stessa notte ciascuno un sogno; noi sognammo ciascuno il suo sogno, conveniente all’interpretazione che ne fu data. 12 Or quivi con noi era un giovane Ebreo, servitor del Capitan delle guardie, al quale noi raccontammo i nostri sogni, ed egli ce l’interpretò, dando la interpretazione a ciascuno secondo il suo sogno. 13 Ed avvenne che, secondo l’interpretazione ch’egli ci avea data, Faraone mi rimise nel mio stato, e fece appiccar quell’altro. 14 Allora Faraone mandò a chiamar Giuseppe, il quale prestamente fu tratto fuor della fossa; ed egli si tondè, e si cambiò i vestimenti, e venne a Faraone. 15 E Faraone disse a Giuseppe: Io ho sognato un sogno, e non vi è niuno che l’interpreti; or io ho udito dir di te, che tu intendi i sogni, per interpretarli. 16 E Giuseppe rispose a Faraone, dicendo: V’è altri che me; Iddio risponderà ciò che sarà per la prosperità di Faraone.



17 E Faraone disse a Giuseppe: E’ mi pareva nel mio sogno che io stava presso alla riva del fiume. 18 Ed ecco, dal fiume salivano sette vacche, grasse, e carnose, e di bella apparenza, e pasturavano nella giuncaia. 19 Poi ecco, sette altre vacche salivano dietro a quelle, magre, e di bruttissima apparenza, e scarne; io non ne vidi mai di così misere in tutto il paese di Egitto. 20 E le vacche magre, e misere, mangiarono le sette prime vacche grasse. 21 E quelle entrarono loro in corpo; ma pur non se ne riconobbe nulla; conciossiachè fossero di così brutto aspetto, come prima. Ed io mi risvegliai. 22 E’ mi parve ancora, sognando, veder sette spighe piene e belle, che salivano da un gambo. 23 Poi ecco, sette altre spighe aride, minute, arse dal vento orientale, germogliarono dopo quelle. 24 E le spighe minute tranghiottirono le sette spighe belle. Or io ho detti questi sogni a’ Magi; ma non vi è stato alcuno che me li abbia saputi dichiarare. 25 Allora Giuseppe disse a Faraone: Ciò che ha sognato Faraone è una stessa cosa. Iddio ha significato a Faraone ciò ch’egli è per fare. 26 Le sette vacche belle son sette anni; e le sette spighe belle sono altresì sette anni; l’uno e l’altro sogno sono una stessa cosa. 27 Parimente, le sette vacche magre e brutte, che salivano dopo quelle, son sette anni; e le sette spighe vote, arse dal vento orientale, saranno sette anni di fame. 28 Questo è quello che io ho detto a Faraone: Che Iddio ha mostrato a Faraone ciò ch’egli è per fare. 29 Ecco, vengono sette anni di grande abbondanza in tutto il paese di Egitto. 30 Poi, dopo quelli, verranno sette anni di fame; e tutta quella abbondanza sarà dimenticata nel paese di Egitto; e la fame consumerà il paese. 31 E quell’abbondanza non si conoscerà nel paese, per cagion di quella fame che verrà appresso; perciocchè ella sarà molto aspra. 32 E quant’è a ciò che il sogno è stato reiterato per due volte a Faraone, ciò è avvenuto, perchè la cosa è determinata da Dio; e Iddio l’eseguirà tosto.



33 Ora dunque provveggasi Faraone di un uomo intendente e savio, il quale egli costituisca sopra il paese di Egitto. 34 Faraone faccia questo: Ordini de’ commissari nel paese; e facciasi dare il quinto della rendita del paese di Egitto, ne’ sette anni dell’abbondanza. 35 E adunino essi tutta la vittuaglia di questi sette buoni anni che vengono, e ammassino il grano sotto la mano di Faraone, per vittuaglia nella città; e lo conservino. 36 E quella vittuaglia sarà per provvisione del paese, ne’ sette anni della fame che saranno nel paese di Egitto; e il paese non sarà distrutto per la fame. 37 E la cosa piacque a Faraone e a tutti i suoi servitori. 38 E Faraone disse a’ suoi servitori: Potremmo noi trovare alcuno pari a costui, ch’è uomo in cui è lo Spirito di Dio? 39 E Faraone disse a Giuseppe: Poichè Iddio ti ha manifestato tutto questo, e’ non vi è alcuno intendente, nè savio, come sei tu. 40 Tu sarai sopra la mia casa, e tutto il mio popolo ti bacerà in bocca; io non sarò più grande di te, salvo che nel trono. 41 Oltre a ciò, Faraone disse a Giuseppe: Vedi, io ti costituisco sopra tutto il paese di Egitto. 42 E Faraone si trasse il suo anello di mano, e lo mise in mano a Giuseppe, e lo fece vestir di vestimenti di bisso, e gli mise una collana d’oro al collo. 43 E lo fece salir sopra il carro della seconda persona del suo regno; e si gridava davanti a lui: Ognuno s’inginocchi; e ch’egli lo costituiva sopra tutto il paese di Egitto. 44 Faraone disse ancora a Giuseppe: Io son Faraone; niuno leverà il piè, nè la mano, in tutto il paese di Egitto, senza te. 45 E Faraone pose nome a Giuseppe Safenatpaanea; e gli diede per moglie Asenat, figliuola di Potifera, Governatore di On. E Giuseppe andò attorno per lo paese di Egitto.



46 Or Giuseppe era d’età di trent’anni, quando egli si presentò davanti a Faraone, re di Egitto. Giuseppe adunque si partì dal cospetto di Faraone, e passò per tutto il paese di Egitto. 47 E la terra produsse a menate, ne’ sette anni dell’abbondanza. 48 E Giuseppe adunò tutta la vittuaglia di quei sette anni, che furono nel paese di Egitto, e la ripose nelle città; egli ripose in ciascuna tutta la vittuaglia del contado circonvicino. 49 Giuseppe adunque ammassò grano in grandissima quantità, come la rena del mare; tanto che si rimase di annoverarlo; perciocchè era innumerabile. 50 Ora, avanti che venisse il primo anno della fame, nacquero a Giuseppe due figliuoli; i quali Asenat, figliuola di Potifera, Governatore di On, gli partorì. 51 E Giuseppe pose nome al primogenito Manasse; perciocchè, disse egli, Iddio mi ha fatto dimenticare ogni affanno, e tutta la casa di mio padre. 52 E pose nome al secondo, Efraim; perciocchè, disse egli, Iddio mi ha fatto fruttare nel paese della mia afflizione. 53 Poi, finiti i sette anni dell’abbondanza che fu nel paese di Egitto; 54 cominciarono a venire i sette anni della fame, siccome Giuseppe avea detto; e vi fu fame per tutti i paesi; ma per tutto Egitto vi era del pane. 55 Alla fine tutto il paese di Egitto fu anch’esso affamato, e il popolo gridò a Faraone per del pane. E Faraone disse a tutti gli Egizj: Andate a Giuseppe, e fate ciò ch’egli vi dirà. 56 Ed essendo la fame per tutto il paese, Giuseppe aperse tutti i granai, e ne vendè agli Egizj. E la fame si aggravò nel paese di Egitto. 57 Da ogni paese eziandio si veniva in Egitto a Giuseppe, per comperar del grano; perciocchè la fame si era aggravata per tutta la terra.

42:1 E GIACOBBE, veggendo che vi era del grano da vendere in Egitto, disse a’ suoi figliuoli: Perchè state a riguardarvi l’un l’altro? 2 Poi disse: Ecco, io ho udito che in Egitto v’è del grano da vendere; scendete là, e compratacene di là; e noi viveremo, e non morremo. 3 E dieci de’ fratelli di Giuseppe scesero in Egitto, per comperar del grano di là. 4 Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di Giuseppe, co’ suoi fratelli; perciocchè diceva: E’ si convien guardare che talora alcuna mortale sciagura non gl’intervenga. 5 I figliuoli d’Israele adunque giunsero in Egitto, per comperar del grano, per mezzo altri che vi andavano; perciocchè la fame era nel paese di Canaan. 6 Or Giuseppe, ch’era rettor del paese, vendeva il grano a ciascun popolo della terra. I fratelli di Giuseppe adunque, essendo giunti, s’inchinarono a lui, con la faccia verso terra.



7 E, come Giuseppe ebbe veduti i suoi fratelli, li riconobbe; ma pur s’infinse strano inverso loro, e parlò loro aspramente, e disse loro: Onde venite voi? Ed essi dissero: Dal paese di Canaan, per comperar della vittuaglia. 8 Giuseppe adunque riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobber lui. 9 E Giuseppe si ricordò de’ sogni che egli avea sognati di loro, e disse loro: Voi siete spie; voi siete venuti per vedere i luoghi sforniti del paese. 10 Ma essi dissero: No, signor mio, anzi i tuoi servitori son venuti per comperar della vittuaglia. 11 Noi siamo tutti figliuoli di uno stesso uomo; noi siamo uomini leali; i tuoi servitori non furono giammai spie. 12 Ed egli disse loro: No; anzi voi siete venuti per veder i luoghi sforniti del paese. 13 Ed essi dissero: Noi, tuoi servitori, eravamo dodici fratelli, figliuoli di uno stesso uomo, nel paese di Canaan; ed ecco, il minore è oggi con nostro padre, e uno non è più. 14 E Giuseppe disse loro: Quest’è pur quello che io vi ho detto, che voi siete spie. 15 E’ si farà prova di voi in questo: Come vive Faraone, voi non partirete di qui, prima che il vostro fratel minore sia venuto qua. 16 Mandate un di voi a prendere il vostro fratello; e voi restate qui incarcerati, e si farà prova delle vostre parole, se vi è in voi verità; se no, come vive Faraone, voi siete spie. 17 E li serrò in prigione, per tre dì. 18 E al terzo giorno, Giuseppe disse loro: Fate questo, e voi viverete; io temo Iddio. 19 Se voi siete uomini leali uno di voi fratelli rimanga incarcerato nella prigione dove siete stati posti, e voi altri andate, portatene del grano, secondo la necessità delle vostre case. 20 E menatemi il vostro fratel minore, e così le vostre parole saranno verificate, e voi non morrete. Ed essi fecero così.



21 E dicevano l’uno all’altro: Certamente noi siamo colpevoli intorno al nostro fratello; perciocchè noi vedemmo l’angoscia dell’anima sua, quando egli ci supplicava, e non l’esaudimmo; perciò è avvenuta questa angoscia a noi. 22 E Ruben rispose loro, dicendo: Non vi diceva io: Non peccate contro al fanciullo? ma voi non mi voleste ascoltare; perciò altresì, ecco, è domandata ragion del suo sangue. 23 Or essi non sapevano che Giuseppe li intendesse; perciocchè fra loro vi era un interprete. 24 E Giuseppe si rivoltò indietro da loro, e pianse. Poi ritornò a loro, e parlò loro, e prese d’infra loro Simeone, il quale egli fece incarcerare in lor presenza. 25 Poi Giuseppe comandò che si empiessero di grano le lor sacca, e che si rimettessero i danari di ciascun d’essi nel suo sacco, e che si desse loro provvisione per lo viaggio. E così fu lor fatto. 26 Ed essi, caricato sopra i loro asini il grano che aveano comperato, si partirono di là. 27 E l’uno di essi, aperto il suo sacco, per dar della pastura al suo asino nell’albergo, vide i suoi danari ch’erano alla bocca del suo sacco. 28 E disse a’ suoi fratelli: I miei danari mi sono stati restituiti; e anche eccoli nel mio sacco. E il cuore isvenne loro, e si spaventarono, dicendo l’uno all’altro: Che cosa è questo che Iddio ci ha fatto?



29 Poi, venuti a Giacobbe, lor padre, nel paese di Canaan, gli raccontarono tutte le cose ch’erano loro intervenute, dicendo: 30 Quell’uomo, che è rettor del paese, ci ha parlato aspramente, e ci ha trattati da spie del paese. 31 E noi gli abbiam detto: Noi siamo uomini leali; noi non fummo giammai spie. 32 Noi eravamo dodici fratelli, figliuoli di nostro padre, e l’uno non è più; e il minore è oggi con nostro padre, nel paese di Canaan. 33 E quell’uomo, rettor del paese, ci ha detto: Per questo conoscerò che voi siete uomini leali: lasciate un di voi fratelli appo me, e prendete quanto vi fa bisogno per la necessità delle vostre casa, e andate. 34 E menatemi il vostro fratel minore; ed io conoscerò che voi non siete spie, anzi uomini leali; ed io vi renderò il vostro fratello, e voi potrete andare attorno trafficando per lo paese. 35 Ora, come essi votavano le lor sacca, ecco, il sacchetto de’ denari di ciascuno era nel suo sacco; ed essi, e il padre loro, videro i sacchetti de’ lor danari, e temettero. 36 E Giacobbe, lor padre, disse loro: Voi mi avete orbato di figliuoli; Giuseppe non è più, Simeone non è più, e ancora volete tormi Beniamino; tutte queste cose son contro a me. 37 E Ruben disse a suo padre: Fa’ morire i miei due figliuoli, se io non te lo riconduco; rimettilo nelle mie mani, ed io te lo ricondurrò. 38 Ma Giacobbe disse: Il mio figliuolo non iscenderà con voi; perciocchè il suo fratello è morto, ed egli è rimasto solo; e, se gli avvenisse alcuna mortale sciagura per lo viaggio che farete, voi fareste scender la mia canutezza con cordoglio nel sepolcro.

43:1 OR la fame era grave nel paese. 2 E, dopo ch’essi ebber finito di mangiare il grano che aveano portato di Egitto, il padre loro disse loro: Tornate a comperarci un poco di vittuaglia. 3 E Giuda gli disse: Quell’uomo ci ha espressamente protestato, e detto: Voi non vedrete la mia faccia, che il vostro fratello non sia con voi. 4 Se tu mandi il nostro fratello con noi, noi scenderemo, e ti compreremo della vittuaglia. 5 Ma, se pur tu non vel mandi, noi non iscenderemo; perciocchè quell’uomo ci ha detto: Voi non vedrete la mia faccia, che il vostro fratello non sia con voi. 6 E Israele disse: Perchè mi avete voi fatto questa offesa, di dichiarare a quell’uomo che avevate ancora un fratello? 7 Ed essi dissero: Quell’uomo ci domandò partitamente di noi, e del nostro parentado, dicendo: Il padre vostro vive egli ancora? avete voi alcun altro fratello? E noi gliene demmo contezza, secondo quelle parole; potevamo noi in alcun modo sapere ch’egli direbbe: Fate venire il vostro fratello? 8 E Giuda disse a Israele, suo padre: Lascia venire il giovane meco, e noi ci leveremo, e andremo, e viveremo, e non morremo, e noi, e tu, e le nostre famiglie. 9 Io te lo sicuro; ridomandalo dalla mia mano; se io non tel riconduco, e non tel rappresento, io sarò colpevole inverso te in perpetuo. 10 Che se non ci fossimo indugiati, certo ora saremmo già ritornati due volte.



11 E Israele, lor padre, disse loro: Se pur qui così bisogna fare, fate questo: Prendete delle più isquisite cose di questo paese nelle vostre sacca, e portatene un presente a quell’uomo; un poco di balsamo, e un poco di mele, e degli aromati, e della mirra, e de’ pinocchi, e delle mandorle. 12 E pigliate in mano danari al doppio; riportate eziandio i danari che vi furono rimessi alla bocca de’ vostri sacchi; forse fu errore. 13 E prendete il vostro fratello, e levatevi e ritornate a quell’uomo. 14 E facciavi l’Iddio Onnipotente trovar pietà appo quell’uomo, sì ch’egli vi rilasci il vostro altro fratello, e Beniamino; e se pure io sarò orbato di figliuoli, sialo.



15 Quegli uomini adunque presero quel presente; presero eziandio danari al doppio, e Beniamino; e, levatisi, scesero in Egitto, e si presentarono davanti a Giuseppe. 16 E Giuseppe, veggendo Beniamino con loro, disse al suo mastro di casa: Mena questi uomini dentro alla casa, e ammazza delle carni e apparecchiale; perciocchè questi uomini mangeranno meco a meriggio. 17 E colui fece come Giuseppe avea detto, e menò quegli uomini dentro alla casa di Giuseppe. 18 E quegli uomini temettero, perciocchè erano menati dentro alla casa di Giuseppe, e dissero: Noi siamo menati qua entro per que’ danari che ci furono tornati ne’ nostri sacchi la prima volta; acciocchè egli si rivolti addosso a noi, e si avventi contro a noi, e ci prenda per servi, insieme co’ nostri asini. 19 E accostatisi al mastro di casa di Giuseppe, gli parlarono in su l’entrata della casa. 20 E dissero: Ahi, signor mio! certo da principio noi scendemmo per comperar della vittuaglia. 21 Or avvenne, come fummo giunti all’albergo, che, aprendo i nostri sacchi, ecco, i danari di ciascun di noi erano alla bocca del suo sacco; i nostri danari vi erano appunto secondo il lor peso; e noi li abbiamo riportati con noi. 22 Abbiamo, oltre a ciò, portati nelle nostre mani altri danari per comperar della vittuaglia; noi non sappiamo chi mettesse i nostri danari ne’ nostri sacchi. 23 Ed egli disse loro: Datevi pace; non temiate; l’Iddio vostro, e l’Iddio del padre vostro, ha messo un tesoro ne’ vostri sacchi; i vostri danari mi vennero in mano. 24 Poi trasse lor fuori Simeone. E, menatili dentro alla casa di Giuseppe, fece portar dell’acqua, ed essi si lavarono i piedi; ed egli diede della pastura ai loro asini. 25 E aspettando che Giuseppe venisse a meriggio, essi apparecchiarono quel presente; perciocchè aveano inteso che resterebbero quivi a mangiare.



26 E quando Giuseppe fu venuto in casa, essi gli porsero quel presente che aveano in mano, dentro alla casa; e gli s’inchinarono fino in terra. 27 E egli li domandò del lor bene stare, e disse: Il padre vostro, quel vecchio di cui mi parlaste, sta egli bene? vive egli ancora? 28 Ed essi dissero: Nostro padre, tuo servitore, sta bene; egli vive ancora. E s’inchinarono, e gli fecero riverenza. 29 E Giuseppe alzò gli occhi, e vide Beniamino, suo fratello, figliuol di sua madre, e disse: È costui il vostro fratel minore, del qual mi parlaste? Poi disse: Iddio ti sia favorevole, figliuol mio. 30 E Giuseppe si ritrasse prestamente; perciocchè le sue viscere si riscaldavano inverso il suo fratello; e cercando luogo per piangere, se n’entrò nella cameretta, e quivi pianse. 31 Poi, lavatosi il viso, uscì fuori, e si fece forza, e disse: Recate le vivande. 32 Furono adunque recate le vivande a lui da parte, a loro da parte, e agli Egizj che mangiavano con lui da parte; conciossiachè gli Egizj non possano mangiare con gli Ebrei; perciocchè ciò è cosa abbominevole agli Egizj. 33 Essi adunque si posero a sedere nel suo cospetto, il primogenito, secondo l’ordine suo di primogenito; e il minore, secondo l’ordine della sua età minore; e quegli uomini, maravigliandosi, si riguardavano l’un l’altro. 34 Ed egli prese de’ messi delle vivande d’appresso a sè, e le mandò loro; e la parte di Beniamino fu cinque volte maggiore di quella di qualunque altro di loro. Ed essi bevvero, e goderono con lui.

44:1 E GIUSEPPE comandò, e disse al suo mastro di casa: Empi le sacca di questi uomini di vittuaglia, quanto essi ne potranno portare; e rimetti i danari di ciascuno di essi alla bocca del suo sacco. 2 Metti eziandio la mia coppa, quella coppa di argento, alla bocca del sacco del minore, insieme co’ danari del suo grano. Ed egli fece come Giuseppe gli avea detto. 3 In su lo schiarir della mattina, quegli uomini furono accommiatati co’ loro asini. 4 Essendo usciti fuor della città, e non essendo ancora lungi, Giuseppe disse al suo mastro di casa: Levati, persegui quegli uomini; e, quando tu li avrai aggiunti, di’ loro: Perchè avete voi renduto mal per bene? 5 Non è quella la coppa, nella quale il mio signore suol bere, per la quale egli suole indovinare? voi avete malvagiamente operato in ciò che avete fatto. 6 Egli adunque li raggiunse, e disse loro quelle parole. 7 Ed essi gli dissero: Perchè dice il mio signore cotali parole? tolga Iddio che i tuoi servitori facciano una cotal cosa. 8 Ecco, noi ti riportammo dal paese di Canaan i danari che avevamo trovati alle bocche delle nostre sacca; come dunque avremmo noi rubato della casa del tuo signore oro od argento? 9 Muoia colui de’ tuoi servitori, appo il quale quella coppa sarà trovata; e oltre a ciò noi saremo servi al mio signore. 10 Ed egli disse: Quantunque ora fosse ragionevole di far secondo le vostre parole, pur nondimeno colui solo appo il quale ella sarà trovata, mi sarà servo, e voi altri sarete sciolti. 11 E ciascun d’essi mise giù il suo sacco in terra, e l’aperse. 12 E il maestro di casa li frugò tutti, cominciando dal sacco del maggiore, e finendo a quel del minore; e la coppa fu ritrovata nel sacco di Beniamino. 13 Allora essi stracciarono i lor vestimenti; e, caricato ciascuno il suo asino, tornarono nella città. 14 E Giuda, co’ suoi fratelli, entrò nella casa di Giuseppe, il quale era ancora quivi; ed essi si gittarono in terra davanti a lui. 15 E Giuseppe disse loro: Quale è questo atto che voi avete fatto? non sapete voi che un par mio per certo indovina? 16 E Giuda disse: Che diremo al mio signore? quali parole useremo? e come ci giustificheremo noi? Iddio ha ritrovata l’iniquità de’ tuoi servitori; ecco, noi siamo servi al mio signore, così noi altri, come colui appo il quale è stata ritrovata la coppa. 17 Ma Giuseppe disse: Tolga Iddio che io faccia questo; colui, appo il quale è stata trovata la coppa, mi sia servo, e voi altri ritornatevene in pace a vostro padre.



18 E Giuda gli si accostò, e disse: Ahi! signor mio: deh! lascia che il tuo servitore dica una parola al mio signore, e non accendasi la tua ira contro al tuo servitore; conciossiachè tu sii appunto come Faraone. 19 Il mio signore domandò i suoi servitori, dicendo: Avete voi padre o fratello? 20 Enoi: dicemmo al mio signore: Noi abbiamo un padre vecchio, e un giovane piccol fratello, nato a nostro padre nella sua vecchiezza, e il suo fratello è morto; talchè egli è rimasto solo di sua madre, e suo padre l’ama. 21 Allora tu dicesti a’ tuoi servitori: Menatemelo, ed io porrò l’occhio mio sopra lui. 22 E noi dicemmo al mio signore: Il fanciullo non può lasciar suo padre; perciocchè s’egli lo lasciasse, suo padre morrebbe. 23 E tu dicesti a’ tuoi servitori: Se il vostro fratel minore non iscende con voi, voi non vedrete più la mia faccia. 24 Come dunque fummo ritornati a mio padre, tuo servitore, gli rapportammo le parole del mio signore. 25 Dipoi nostro padre disse: Tornate a comperarci un poco di vittuaglia. 26 E noi dicemmo: Noi non possiamo scender là; ma, se il nostro fratello minore è con noi, noi vi scenderemo; perciocchè noi non possiam veder la faccia di quell’uomo, se il nostro fratel minore non è con noi. 27 E mio padre, tuo servitore, ci disse: Voi sapete che mia moglie mi partorì due figliuoli. 28 L’uno de’ quali, essendosi dipartito d’appresso a me, io ho detto: Certo egli del tutto è stato lacerato; ed io non l’ho veduto fino ad ora. 29 E se voi togliete ancora questo d’appresso a me, e gli avviene alcuna mortal sciagura, voi farete scender la mia canutezza con afflizione nel sepolcro. 30 Ora dunque se, quando io giungerò a mio padre, tuo servitore, il fanciullo, alla cui anima la sua è legata, non è con noi; 31 egli avverrà che, come vedrà che il fanciullo non vi sarà, egli si morrà; e così i tuoi servitori avranno fatto scender la canutezza di nostro padre, tuo servitore, con cordoglio, nel sepolcro. 32 Ora, perciocchè il tuo servitore ha assicurato di questo fanciullo a mio padre, menandonelo d’appresso a lui, dicendo: Se io non te lo riconduco, io sarò colpevole inverso mio padre in perpetuo; 33 deh! lascia ora che il tuo servitore rimanga servo al mio signore, in luogo del fanciullo, e che il fanciullo se ne ritorni co’ suoi fratelli. 34 Perciocchè, come ritornerei io a mio padre, non essendo il fanciullo meco? Io non potrei farlo, che talora io non vedessi l’afflizione che ne avverrebbe a mio padre.


45:1 ALLORA Giuseppe, non potendo più farsi forza in presenza di tutti i circostanti, gridò: Facciasi uscire ognuno fuori d’appresso a me. E niuno restò con lui, quando egli si diede a conoscere a’ suoi fratelli. 2 Ed egli diede un grido con pianto, e gli Egizj lo intesero; que’ della casa di Faraone lo intesero anch’essi. 3 E Giuseppe disse a’ suoi fratelli: Io son Giuseppe; mio padre vive egli ancora? Ma i suoi fratelli non gli potevano rispondere; perciocchè erano tutti sbigottiti della sua presenza. 4 E Giuseppe disse a’ suoi fratelli: Deh! appressatevi a me. Ed essi si appressarono a lui. Ed egli disse: Io son Giuseppe, vostro fratello, il qual voi vendeste per esser menato in Egitto. 5 Ma ora non vi contristate, e non vi rincresca di avermi venduto per esser menato qua; conciossiachè Iddio mi abbia mandato davanti a voi per vostra conservazione. 6 Perciocchè quest’è l’anno secondo della fame dentro del paese; e ve ne saranno ancora cinque, ne’ quali non vi sarà nè aratura, nè mietitura. 7 Ma Iddio mi ha mandato davanti a voi, per far che abbiate alcun rimanente nella terra, e per conservarvelo in vita, per un grande scampo. 8 Ora dunque, non voi mi avete mandato qua, anzi Iddio; ed egli mi ha costituito per padre a Faraone, e per padrone sopra tutta la sua casa, e rettore in tutto il paese di Egitto. 9 Ritornatevene prestamente a mio padre, e ditegli: Così dice il tuo figliuolo Giuseppe: Iddio mi ha costituito rettor di tutto l’Egitto; scendi a me, non restare. 10 E tu dimorerai nella contrada di Gosen, e sarai presso di me, tu, e i tuoi figliuolo, e i figliuoli de’ tuoi figliuoli e le tue gregge, e i tuoi armenti, e tutto ciò ch’è tuo. 11 E io ti sostenterò quivi, perciocchè vi saranno ancora cinque anni di fame; acciocchè talora tu non sofferi necessità, tu, e la tua famiglia, e tutto ciò ch’è tuo. 12 Ed ecco, gli occhi vostri veggono, gli occhi del mio fratello Beniamino anch’essi veggono, che la mia bocca è quella che vi parla. 13 Rapportate adunque a mio padre tutta la gloria, nella quale io sono in Egitto, e tutto ciò che voi avete veduto; e fate prestamente venir qua mio padre. 14 Poi, gittatosi al collo di Beniamino, suo fratello, pianse; Beniamino altresì pianse sopra il collo di esso. 15 Baciò ancora tutti i suoi fratelli, e pianse sopra loro. E, dopo questo, i suoi fratelli parlarono con lui.



16 E il grido ne fu udito nella casa di Faraone, e fu detto: I fratelli di Giuseppe son venuti. E la cosa piacque a Faraone ed a’ suoi servitori. 17 E Faraone disse a Giuseppe: Di’ a’ tuoi fratelli: Fate questo: caricate le vostre bestie, e andatevene; e, quando sarete giunti nel paese di Canaan, 18 prendete vostro padre, e le vostre famiglie, e venite a me; ed io vi darò il meglio del paese di Egitto, e voi mangerete il grasso del paese. 19 E a te, Giuseppe, è ordinato questo: fate ciò: prendete de’ carri del paese di Egitto, per le vostre famiglie, e per le vostre mogli; e levate vostro padre, e venitevene. 20 E non vi rincresca di lasciar le vostre masserizie; perciocchè il meglio di tutto il paese di Egitto sarà vostro. 21 E i figliuoli d’Israele fecero così; e Giuseppe diede loro de’ carri secondo il comandamento di Faraone; diede loro ancora provvisione per lo viaggio. 22 Diede eziandio a ciascun d’essi tutti delle mute di vestimenti; e a Beniamino diede trecento sicli di argento, e cinque mute di vestimenti. 23 E a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose di Egitto; e dieci asine cariche di grano, e di pane, e di vittuaglia, per suo padre, per lo viaggio. 24 E diede commiato a’ suoi fratelli, ed essi se ne andarono. Ed egli disse loro: Non vi crucciate per cammino.



25 Ed essi se ne ritornarono di Egitto; e vennero nel paese di Canaan, a Giacobbe, lor padre. 26 E gli rapportarono la cosa, dicendo: Giuseppe vive ancora; e anche è rettore in tutto il paese di Egitto. E il cuore gli venne meno; perciocchè non credeva loro. 27 Ma essi gli dissero tutte le parole che Giuseppe avea lor dette; ed egli vide i carri, che Giuseppe avea mandati per levarlo; allora lo spirito si ravvivò a Giacobbe, lor padre. 28 E Israele disse: Basta, il mio figliuolo Giuseppe vive ancora; io andrò, e lo vedrò, avanti che io muoia.

46:1 ISRAELE adunque si partì, con tutto ciò ch’egli avea. E, giunto in Beerseba, sacrificò sacrificii all’Iddio d’Isacco suo padre. 2 E Iddio parlò a Israele in visioni di notte, e disse: Giacobbe, Giacobbe. Ed egli disse: Eccomi. 3 E Iddio disse: Io sono Iddio, l’Iddio di tuo padre; non temer di andare in Egitto; perciocchè io ti farò divenir quivi una gran nazione. 4 Io scenderò teco in Egitto; e altresì te ne ricondurrò fuori; e Giuseppe metterà la sua mano sopra gli occhi tuoi.



5 E Giacobbe partì di Beerseba; e i figliuoli d’Israele fecero salire Giacobbe, loro padre, e i lor piccoli figliuoli, e le lor mogli, sopra i carri, che Faraone avea mandati per levar Giacobbe. 6 Presero ancora i lor bestiami, e le facoltà che aveano acquistate nel paese di Canaan; e vennero in Egitto, Giacobbe e tutta la sua progenie. 7 Egli menò seco in Egitto i suoi figliuoli, e i figliuoli de’ suoi figliuoli; le sue figliuole, e le figliuole de’ suoi figliuoli, e tutta la sua progenie. 8 E questi sono i nomi de’ figliuoli d’Israele, che vennero in Egitto: Giacobbe, vi venne, co’ suoi figliuoli; il primogenito di Giacobbe fu Ruben. 9 E i figliuoli di Ruben furono Henoc, e Pallu, e Hesron, e Carmi. 10 E i figliuoli di Simeone furono Iemuel, e Iamin, e Ohad, e Iachin, e Sohar, e Saul, figliuolo di una Cananea. 11 E i figliuoli di Levi furono Gherson, e Chehat, e Merari. 12 E i figliuoli di Giuda furono Er, e Onan, e Sela, e Fares, e Zara; or Er, e Onan morirono nel paese di Canaan. E i figliuoli di Fares furono Hesron, e Hamul. 13 E i figliuoli d’Issacar furono Tola, e Puva, e Iob, e Simron. 14 E i figliuoli di Zabulon furono Sered, ed Elon, e Ialeel. 15 Questi sono i figliuoli di Lea, i quali ella partorì a Giacobbe in Paddan-aram, oltre a Dina, figliuola di esso: tutte le persone de’ suoi figliuoli, con le sue figliuole, erano trentatre. 16 E i figliuoli di Gad furono Siflon, e Hagghi, e Suni, ed Esbon, ed Eri, e Arodi, e Areeli. 17 E i figliuoli di Aser furono Imna, e Isua, e Isui, e Beria, e Sera, lor sorella. E i figliuoli di Beria furono Heber, e Malchiel. 18 Questi sono i figliuoli di Zilpa, la quale Labano diede a Lea, sua figliuola; ed ella partorì costoro a Giacobbe, che furono sedici persone. 19 I figliuoli di Rachele, moglie di Giacobbe, furono Giuseppe, e Beniamino. 20 E a Giuseppe, nel paese di Egitto, nacquero Manasse ed Efraim, i quali Asenat, figliuola di Potifera, Governatore di On, gli partorì. 21 E i figliuoli di Beniamino furono Bela, e Becher, e Asbel, e Ghera, e Naaman, ed Ehi, e Ros, e Muppim, e Huppim, e Ard. 22 Questi sono i figliuoli di Rachele, i quali nacquero a Giacobbe: in tutto quattordici persone. 23 E il figliuolo di Dan fu Husim. 24 E i figliuoli di Neftali furono Iaseel, e Guni, e Ieser, e Sillem. 25 Questi sono i figliuoli di Bilha, la quale Labano diede a Rachele, sua figliuola: ed ella partorì costoro a Giacobbe; in tutto sette persone. 26 Tutte le persone che vennero in Egitto, appartenenti a Giacobbe, procedute dalla sua anca, oltre alle mogli de’ figliuoli di Giacobbe, furono in tutto sessantasei. 27 E i figliuoli di Giuseppe, che gli nacquero in Egitto, furono due persone; talchè tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che vennero in Egitto, furono settanta.



28 Or Giacobbe mandò davanti a sè Giuda a Giuseppe, per avvisarlo che gli venisse incontro in Gosen. Ed essi giunsero alla contrada di Gosen. 29 E Giuseppe fece mettere i cavalli al suo carro, e andò incontro a Israele, suo padre, in Gosen, e gli si fece vedere, e gli si gittò al collo, e pianse sopra il suo collo, per lungo spazio. 30 E Israele disse a Giuseppe: Muoia io pure questa volta, poichè ho veduta la tua faccia; conciossiachè tu vivi ancora. 31 Poi Giuseppe disse a’ suoi fratelli, e alla famiglia di suo padre: Io andrò, e farò assapere la vostra venuta a Faraone, e gli dirò: I miei fratelli, e la famiglia di mio padre, i quali erano nel paese di Canaan, son venuti a me. 32 E questi uomini son pastori di gregge; conciossiachè sieno sempre stati gente di bestiame; e hanno menate le lor gregge, e i loro armenti, e tutto ciò che hanno. 33 Ora, s’egli avviene che Faraone vi chiami, e vi dica: Qual’è il vostro mestiere? dite: 34 I tuoi servitori, dalla nostra giovanezza infino ad ora, sono sempre stati gente di bestiame, così noi, come i nostri padri; acciocchè dimoriate nella contrada di Gosen: perciocchè ogni pastor di greggia è in abbominio agli Egizj.




47:1 GIUSEPPE adunque venne, e rapportò e disse a Faraone: Mio padre, e i miei fratelli, con le lor gregge, e co’ loro armenti, e con tutto ciò che hanno, son venuti dal paese di Canaan; ed ecco, sono nella contrada di Gosen. 2 Prese eziandio una parte de’ suoi fratelli, cioè cinque, e li presentò davanti a Faraone. 3 E Faraone disse a’ fratelli di Giuseppe: Qual’è il vostro mestiere? Ed essi dissero a Faraone: I tuoi servitori son pastori di gregge, come anche furono i nostri padri. 4 Poi dissero a Faraone: Noi siam venuti per dimorare in questo paese; perciocchè non vi è pastura per le gregge de’ tuoi servitori nel paese di Canaan, conciossiachè la fame vi sia grave; deh! permetti ora che i tuoi servitori dimorino nella contrada di Gosen. 5 E Faraone disse a Giuseppe: Poichè tuo padre, e i tuoi fratelli, son venuti a te; 6 il paese di Egitto è al tuo comando; fa’ abitar tuo padre, e i tuoi fratelli, nel meglio del paese; dimorino pur nella contrada di Gosen, e se tu conosci che fra loro vi sieno degli uomini di valore, costituiscili governatori del mio bestiame. 7 Poi Giuseppe menò Giacobbe, suo padre, a Faraone, e gliel presentò. E Giacobbe benedisse Faraone. 8 E Faraone disse a Giacobbe: Quanti anni hai? 9 E Giacobbe rispose a Faraone: Il tempo degli anni de’ miei pellegrinaggi è centrent’anni; il tempo degli anni della mia vita è stato corto, e malvagio, e non è giunto al tempo degli anni della vita de’ miei padri, ne’ quali andarono peregrinando. 10 Poi Giacobbe, salutato Faraone, se ne uscì fuori dal suo cospetto. 11 E Giuseppe diede a suo padre, e ai suoi fratelli, stanza e possessione nel paese di Egitto, nel meglio del paese, nella contrada di Rameses, come Faraone avea comandato. 12 E Giuseppe sostentò suo padre, e i suoi fratelli, e tutta la casa di suo padre, provvedendo loro di pane, secondo le bocche delle lor famiglie.



13 OR in tutta la terra non vi era pane; perciocchè la fame era gravissima; e il paese di Egitto, e di Canaan, si veniva meno per la fame. 14 E Giuseppe raccolse tutti i danari che si ritrovarono nel paese di Egitto, e nel paese di Canaan, per lo grano che la gente di que’ paesi comperava; e Giuseppe portò que’ danari in casa di Faraone. 15 E, quando i danari furono mancati nel paese di Egitto, e nel paese di Canaan, tutti gli Egizj vennero a Giuseppe, dicendo: Dacci del pane, perchè morremmo noi davanti agli occhi tuoi per mancamento di danari? 16 E Giuseppe disse: Datemi il vostro bestiame, ed io vi darò del pane per lo vostro bestiame, se pure i danari son mancati. 17 Ed essi menarono il lor bestiame a Giuseppe; e Giuseppe diede loro del pane per cavalli, e per gregge di pecore, e per armenti di buoi, e per asini. Così li sostentò di pane quell’anno per tutto il lor bestiame. 18 E, passato quell’anno, ritornarono l’anno seguente a lui, e gli dissero: Noi non possiamo celare il nostro bisogno al mio signore; ma i danari son mancati, e i nostri bestiami son pervenuti al mio signore; e’ non ci resta nulla che il mio signore possa pigliare, salvo i nostri corpi, e le nostre terre. 19 Perchè periremmo, e noi, e le nostre terre, davanti agli occhi tuoi? compera noi, e le nostre terre, per del pane; e noi, e le nostre terre, saremo servi a Faraone; e dacci della semenza, acciocchè viviamo, e non muoiamo, e che la terra non sia desolata. 20 Giuseppe adunque acquistò a Faraone tutte le terre di Egitto; perciocchè gli Egizj venderono ciascun la sua possessione; conciossiachè la fame si fosse aggravata sopra loro; e così le terre furono acquistate a Faraone. 21 E Giuseppe trasportò il popolo nelle città, da un capo de’ confini di Egitto infino all’altro. 22 Sol non acquistò le terre de’ sacerdoti; perciocchè vi era una provvisione assegnata da Faraone a’ sacerdoti; onde essi mangiarono la provvisione che Faraone dava loro, e perciò non venderono le lor terre. 23 E Giuseppe disse al popolo: Ecco io ho oggi acquistati a Faraone e voi e le vostre terre; eccovi della semenza: seminate la terra. 24 E al tempo della ricolta, voi darete il quinto di essa a Faraone, e le altre quattro parti saranno vostre, per la sementa de’ campi, e per lo mangiar di voi, e di coloro che son nelle vostre case, e per lo mangiar delle vostre famiglie. 25 Ed essi dissero: Tu ci hai scampata la vita; troviamo pur grazia appo il mio signore, e siamo servi a Faraone. 26 E Giuseppe, per istatuto che dura infino ad oggi, fece una imposta sopra le terre di Egitto, del quinto della rendita, per Faraone; sol le terre de’ sacerdoti non furono di Faraone.



27 Così gl’Israeliti abitarono nel paese di Egitto, nella contrada di Gosen, e ne furono fatti possessori, e moltiplicarono, e crebbero grandemente. 28 E Giacobbe visse nel paese di Egitto diciassette anni; e gli anni della vita di Giacobbe furono cenquarantasette. 29 Or avvicinandosi il tempo della morte di Israele, egli chiamò il suo figliuolo Giuseppe, e gli disse: Deh! se io ho trovato grazia appo te, metti ora la tua mano sotto la mia coscia, promettendomi che tu userai inverso me benignità e lealtà; deh! non seppellirmi in Egitto. 30 Anzi, quando io giacerò co’ miei padri, portami fuor di Egitto, e seppelliscimi nella lor sepoltura. E Giuseppe disse: Io farò secondo la tua parola. 31 E Israele disse: Giuramelo. Ed egli gliel giurò. E Israele, inchinatosi verso il capo del letto, adorò.

48:1 ORA, dopo queste cose, fu detto a Giuseppe: Ecco, tuo padre è infermo. Allora egli prese seco i suoi due figliuoli, Manasse ed Efraim. 2 Ed egli fu rapportato, e detto a Giacobbe: Ecco, Giuseppe, tuo figliuolo, viene a te. E Israele, isforzatosi, si mise a sedere in sul letto. 3 E Giacobbe disse a Giuseppe: L’Iddio Onnipotente mi apparve in Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse. 4 E mi disse: Ecco, io ti farò moltiplicare, e ti accrescerò, e ti farò divenir raunanza di popoli; e darò questo paese alla tua progenie dopo te, per possession perpetua. 5 Ora dunque, i tuoi due figliuoli, che ti son nati nel paese di Egitto, prima che io venissi a te in Egitto, son miei; Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone. 6 Ma i figliuoli che tu genererai dopo loro, saranno tuoi; nella loro eredità saranno nominati del nome de’ lor fratelli. 7 Or, quant’è a me, quando io veniva di Paddan, Rachele morì appresso di me nel paese di Canaan, per cammino, alquanto spazio lungi di Efrata; e io la seppellii quivi nel cammino di Efrata, ch’è Betlehem.



8 E Israele, veduti i figliuoli di Giuseppe, disse: Chi son costoro? 9 E Giuseppe disse a suo padre: Sono i miei figliuoli, i quali Iddio mi ha dati qui. E Giacobbe disse: Deh! falli appressare a me, ed io li benedirò. 10 Or gli occhi d’Israele erano gravi per la vecchiezza, talchè egli non potea vedere. E Giuseppe glieli fece appressare. 11 Ed egli li baciò, e li abbracciò. E Israele disse a Giuseppe: Io non pensava di veder mai più la tua faccia; ed ecco, Iddio mi ha fatto vedere eziandio della tua progenie. 12 Poi Giuseppe, fattili levar d’appresso alle ginocchia di esso, s’inchinò con la faccia in terra. 13 E li prese amendue, e pose Efraim alla sua destra, dalla sinistra d’Israele; e Manasse alla sua sinistra, dalla destra d’Israele; e così glieli fece appressare. 14 E Israele porse la sua man destra, e la pose sopra il capo di Efraim, ch’era il minore, e pose la sinistra sopra il capo di Manasse; e, benchè Manasse fosse il primogenito, nondimeno avvedutamente pose così le mani. 15 E benedisse Giuseppe, e disse: Iddio, nel cui cospetto i miei padri, Abrahamo ed Isacco, son camminati; Iddio, che mi ha pasciuto da che io sono al mondo infino a questo giorno; 16 l’Angelo, che mi ha riscosso d’ogni male, benedica questi fanciulli, e sieno nominati del mio nome, e del nome de’ miei padri, Abrahamo ed Isacco; e moltiplichino copiosamente sulla terra. 17 Ora, veggendo Giuseppe che suo padre avea posta la sua man destra sopra il capo di Efraim, ciò gli dispiacque, e prese la mano di suo padre, per rimoverla d’in sul capo di Efraim, e per metterla in sul capo di Manasse. 18 E Giuseppe disse a suo padre: Non così, padre mio; conciossiachè questo sia il primogenito, metti la tua man destra sopra il suo capo. 19 Ma suo padre ricusò di farlo, e disse: Io il so, figliuol mio, io il so; ancora esso diventerà un popolo, e ancora esso sarà grande; ma pure il suo fratel minore sarà più grande di lui, e la progenie di esso sarà una piena di genti. 20 Così in quel giorno li benedisse, dicendo: Israele benedirà altrui, prendendone l’esempio in te; dicendo: Iddio ti faccia esser simile ad Efraim ed a Manasse. E Israele antepose Efraim a Manasse. 21 Poi Israele disse a Giuseppe: Ecco, io muoio, e Iddio sarà con voi, e vi ricondurrà al paese de’ vostri padri. 22 Ed io ti dono una parte sopra i tuoi fratelli, la quale io ho conquistata dalle mani degli Amorrei con la mia spada e col mio arco.
49:1 POI Giacobbe chiamò i suoi figliuoli, e disse: Adunatevi, ed io vi dichiarerò ciò che vi avverrà nel tempo a venire. 2 Adunatevi e ascoltate, figliuoli di Giacobbe! Prestate udienza a Israele, vostro padre. 3 RUBEN, tu sei il mio primogenito, La mia possa, e il principio delle mie forze, Eccellente in dignità, ed eccellente in forza. 4 Tutto ciò è scolato come acqua; non aver la maggioranza! Perciocchè tu salisti in sul letto di tuo padre; Allora che tu contaminasti il mio letto, tutto ciò sparì.



5 SIMEONE e LEVI son fratelli; Le loro spade sono arme di violenza. 6 Non entri l’anima mia nel lor consiglio segreto; Non uniscasi la gloria mia alla lor raunanza; Perciocchè nella loro ira hanno uccisi uomini, E hanno a lor voglia spianato il muro. 7 Maledetta sia l’ira loro, perciocchè è stata violenta; E il furor loro, perciocchè è stato aspro; Io li dividerò per Giacobbe, E li spargerò per Israele.



8 GIUDA, te celebreranno i tuoi fratelli; La tua mano sarà sopra il collo de’ tuoi nemici; I figliuoli di tuo padre s’inchineranno a te; 9 Giuda è un leoncello; Figliuol mio, tu sei ritornato dalla preda; Quando egli si sarà chinato, e si sarà posto a giacere come un leone, Anzi come un gran leone, chi lo desterà? 10 Lo Scettro non sarà rimosso da Giuda, Nè il Legislatore d’infra i piedi di esso, Finchè non sia venuto colui al quale quello appartiene; E inverso lui sarà l’ubbidienza de’ popoli. 11 Egli lega il suo asinello alla vite, E al tralcio della vite nobile il figlio della sua asina; Egli lava il suo vestimento nel vino, E i suoi panni nel liquor delle uve. 12 Egli ha gli occhi rosseggianti per lo vino, E i denti bianchi per lo latte.



13 ZABULON abiterà nel porto de’ mari Egli sarà al porto delle navi; E il suo confine sarà fino a Sidon. 14 ISSACAR è un asino ossuto, Che giace fra due sbarre. 15 E avendo egli veduto che il riposo è cosa buona, E che il paese è ameno, Chinerà la spalla per portar la soma, E diverrà tributario. 16 DAN giudicherà il suo popolo, Come una delle tribù d’Israele. 17 Dan sarà una serpe in su la strada, Un colubro in sul sentiero, Il qual morde i pasturali del cavallo, Onde colui che lo cavalca cade indietro. 18 O Signore, io ho aspettata la tua salute. 19 Quant’è a GAD, schiere lo scorreranno; Ma egli in iscambio scorrerà altri. 20 Dal paese di ASER procederà la grascia della sua vittuaglia, Ed esso produrrà delizie reali. 21 NEFTALI è una cerva sciolta; Egli proferisce belle parole.



22 GIUSEPPE è un ramo di una vite fruttifera, Un ramo di una vite fruttifera appresso ad una fonte, I cui rampolli si distendono lungo il muro. 23 E benchè egli sia stato amaramente afflitto, E che degli arcieri l’abbiano saettato e nimicato; 24 Pur è dimorato l’arco suo nella sua forza; E le sue braccia e le sue mani si son rinforzate, Per l’aiuto del Possente di Giacobbe: Quindi egli è stato il pastore, la pietra d’Israele, 25 Ciò è proceduto dall’Iddio di tuo padre, il quale ancora ti aiuterà; E dall’Onnipotente, il quale ancora ti benedirà Delle benedizioni del cielo di sopra, Delle benedizioni dell’abisso che giace disotto, Delle benedizioni delle mammelle e della matrice. 26 Le benedizioni di tuo padre Hanno avanzate le benedizioni de’ miei genitori, E son giunte fino al sommo de’ colli eterni. Esse saranno sopra il capo di Giuseppe, E sopra la sommità del capo di lui, Ch’è stato messo da parte d’infra i suoi fratelli. 27 BENIAMINO è un lupo rapace; La mattina egli divorerà la preda, E in su la sera partirà le spoglie.



28 Tutti costoro sono i capi delle dodici tribù d’Israele; e questo è quello che il padre loro disse loro, quando il benedisse, benedicendo ciascuno di essi secondo la sua propria benedizione. 29 Poi comandò, e disse loro: Tosto sarò raccolto al mio popolo; seppellitemi coi miei padri, nella spelonca ch’è nel campo di Efron Hitteo; 30 nella spelonca, ch’è nel campo di Macpela, il quale è dirincontro a Mamre, nel paese di Cannan; la quale spelonca Abrahamo comperò da Efron Hitteo, insieme col campo, per possession di sepoltura. 31 Quivi fu seppellito Abrahamo e Sara, sua moglie; quivi fu seppellito Isacco e Rebecca, sua moglie; quivi ancora ho seppellita Lea. 32 L’acquisto di quel campo, e della spelonca ch’è in esso, fu fatto da’ figliuoli di Het. 33 E, dopo che Giacobbe ebbe finito di dar questi comandamenti a’ suoi figliuoli, ritrasse i piedi dentro al letto, e trapassò, e fu raccolto a’ suoi popoli.


50:1 E GIUSEPPE, gittatosi sopra la faccia di suo padre, pianse sopra lui, e lo baciò. 2 Poi comandò a’ suoi servitori medici, che imbalsamassero suo padre. E i medici imbalsamarono Israele. 3 E quaranta giorni intieri furono posti ad imbalsamarlo; perciocchè tanto tempo appunto si metteva ad imbalsamar coloro che s’imbalsamavano; e gli Egizj lo piansero per settanta giorni. 4 E, dopo che furono passati i giorni del pianto che si fece per lui, Giuseppe parlò alla famiglia di Faraone, dicendo: Deh! se io ho trovata grazia appo voi, parlate, vi prego, a Faraone, e ditegli: 5 Che mio padre mi ha fatto giurare, dicendo: Ecco, io mi muoio; seppelliscimi nella mia sepoltura, la quale io mi ho cavata nel paese di Canaan. Deh! lascia ora dunque che io vada a seppellire mio padre; poi ritornerò. 6 E Faraone disse: Va’, seppellisci tuo padre, come egli ti ha fatto giurare.



7 Giuseppe adunque salì, per seppellir suo padre; e con lui andarono tutti gli anziani della casa di Faraone, servitori di esso, e tutti gli anziani del paese di Egitto; 8 e tutta la famiglia di Giuseppe, e i suoi fratelli, e la famiglia di suo padre; sol lasciarono nella contrada di Gosen le lor famiglie, e le lor gregge, e i loro armenti. 9 Con lui andarono eziandio carri e cavalieri; talchè lo stuolo fu grandissimo. 10 E, come furono giunti all’aia di Atad, che era di là dal Giordano, fecero quivi un grande e molto grave lamento. E Giuseppe fece cordoglio di suo padre per sette giorni. 11 Or i Cananei, abitanti di quel paese, veggendo il cordoglio che si faceva nell’aia di Atad, dissero: Quest’è un duolo grave agli Egizj: perciò fu posto nome a quell’aia, Abel-Misraim, ch’è di là dal Giordano. 12 E i figliuoli di Giacobbe gli fecero come egli avea lor comandato. 13 E lo portarono nel paese di Canaan, e lo seppellirono nella spelonca del campo di Macpela, dirimpetto a Mamre, la quale Abrahamo avea comperata, insieme col campo, da Efron Hitteo, per possession di sepoltura. 14 E Giuseppe, dopo ch’ebbe seppellito suo padre, se ne ritornò in Egitto, co’ suoi fratelli, e con tutti coloro che erano andati con lui, per seppellir suo padre.



15 Or i fratelli di Giuseppe, veggendo che il padre loro era morto, dissero: Forse Giuseppe ci porterà odio, e nimistà, e non mancherà di renderci tutto il male che gli abbiam fatto. 16 Laonde commisero ad alcuni di andare a Giuseppe, per dirgli; Tuo padre, avanti che morisse, ordinò, e disse: 17 Dite così a Giuseppe: Perdona, ti prego, ora a’ tuoi fratelli il lor misfatto, e il lor peccato; conciossiachè essi ti abbiano fatto del male. Deh! perdona dunque ora a’ servitori dell’Iddio di tuo padre il lor misfatto. E Giuseppe pianse, quando coloro gli parlarono. 18 I suoi fratelli andarono eziandio a lui; e, gittatisi in terra davanti a lui, gli dissero: Eccociti per servi. 19 Ma Giuseppe disse loro: Non temiate; perciocchè, sono io in luogo di Dio? 20 Voi certo avevate pensato del male contro a me; ma Iddio ha pensato di convertir quel male in bene, per far ciò che oggi appare, per conservare in vita una gran gente. 21 Ora dunque, non temiate; io sostenterò voi, e le vostre famiglie. Così li consolò, e li riconfortò.



22 E Giuseppe dimorò in Egitto, con la famiglia di suo padre, e visse centodieci anni. 23 E vide ad Efraim figliuoli della terza generazione; i figliuoli di Machir, figliuolo di Manasse, nacquero anch’essi, e furono allevati sopra le ginocchia di Giuseppe. 24 E Giuseppe disse a’ suoi fratelli: Tosto morrò, e Iddio per certo vi visiterà, e vi farà salire fuor di questo paese, nel paese il quale egli giurò ad Abrahamo, a Isacco, e a Giacobbe. 25 E Giuseppe fece giurare i figliuoli d’Israele, dicendo: Iddio per certo vi visiterà; allora trasportate di qui le mie ossa. 26 Poi Giuseppe morì, essendo di età di centodieci anni; e fu imbalsamato, e posto in un cataletto in Egitto.