domenica 7 ottobre 2007

PRIMA EPISTOLA DI S. PAOLO APOSTOLO A' CORINTI.

PRIMA EPISTOLA DI S. PAOLO APOSTOLO A' CORINTI.

1:1 PAOLO, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio, e il fratello Sostene; 2 alla chiesa di Dio, la quale è in Corinto, a’ santificati in Gesù Cristo, chiamati santi; insieme con tutti coloro, i quali in qualunque luogo invocano il nome di Gesù Cristo, Signor di loro, e di noi; 3 grazia, e pace a voi, da Dio, nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. 4 Io del continuo rendo grazie di voi all’Iddio mio, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù. 5 Perciocchè in lui siete stati arricchiti in ogni cosa, in ogni dono di parola, e in ogni conoscenza; 6 secondo che la testimonianza di Cristo è stata confermata fra voi. 7 Talchè non vi manca dono alcuno, aspettando la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo; 8 il quale eziandio vi confermerà infino al fine, acciocchè siate senza colpa nel giorno del nostro Signor Gesù Cristo. 9 Fedele è Iddio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figliuolo Gesù Cristo, nostro Signore.

10 ORA, fratelli, io vi esorto, per lo nome del nostro Signor Gesù Cristo, che abbiate tutti un medesimo parlare, e che non vi sieno fra voi scismi; anzi che siate uniti insieme in una medesima mente, e in un medesimo sentire. 11 Perciocchè, fratelli miei, mi è stato di voi significato da que’ di casa Cloe, che vi son fra voi delle contenzioni. 12 Or questo voglio dire, che ciascun di voi dice: Io son di Paolo, ed io di Apollo, ed io di Cefa ed io di Cristo. 13 Cristo è egli diviso? Paolo è egli stato crocifisso per voi? ovvero siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?

14 Io ringrazio Iddio, che io non ho battezzato alcun di voi, fuori che Crispo e Gaio; 15 acciocchè alcuno non dica ch’io abbia battezzato nel mio nome. 16 Ho battezzata ancora la famiglia di Stefana; nel rimanente, non so se ho battezzato alcun altro.

17 PERCIOCCHÈ Cristo non mi ha mandato per battezzare, ma per evangelizzare; non in sapienza di parlare, acciocchè la croce di Cristo non sia resa vana. 18 Perciocchè la parola della croce è ben pazzia a coloro che periscono; ma a noi, che siam salvati, è la potenza di Dio. 19 Poichè egli è scritto: Io farò perir la sapienza dei savi, ed annullerò l’intendimento degl’intendenti. 20 Dov’è alcun savio? dov’è alcuno scriba? dov’è alcun ricercatore di questo secolo? non ha Iddio resa pazza la sapienza di questo mondo? 21 Perciocchè, poichè nella sapienza di Dio, il mondo non ha conosciuto Iddio per la sapienza, è piaciuto a Dio di salvare i credenti per la pazzia della predicazione. 22 Poichè e i Giudei chieggono segno, e i Greci cercano sapienza. 23 Ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo a’ Giudei, e pazzia a’ Greci. 24 Ma a coloro che son chiamati, Giudei e Greci, noi predichiam Cristo, potenza di Dio, e sapienza di Dio. 25 Poichè la pazzia di Dio è più savia che gli uomini, e la debolezza di Dio più forte che gli uomini. 26 Perciocchè, fratelli, vedete la vostra vocazione; che non siete molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. 27 Anzi Iddio ha scelte le cose pazze del mondo, per isvergognare le savie. E Iddio ha scelte le cose deboli del mondo, per isvergognare le forti. 28 E Iddio ha scelte le cose ignobili del mondo, e le cose spregevoli, e le cose che non sono, per ridurre al niente quelle che sono. 29 Acciocchè niuna carne si glorii nel cospetto di Dio. 30 Or da lui voi siete in Cristo Gesù, il quale ci è stato fatto da Dio sapienza, e giustizia, e santificazione, e redenzione; 31 acciocchè, siccome è scritto: Chi si gloria, si glorii nel Signore.

2:1 ED io, fratelli, quando venni a voi, venni, non con eccellenza di parlare, o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio. 2 Perciocchè io non mi era proposto di sapere altro fra voi, se non Gesù Cristo, ed esso crocifisso. 3 Ed io sono stato presso di voi con debolezza, e con timore, e gran tremore. 4 E la mia parola, e la mia predicazione non è stata con parole persuasive dell’umana sapienza; ma con dimostrazione di Spirito e di potenza. 5 Acciocchè la vostra fede non sia in sapienza d’uomini, ma in potenza di Dio.

6 Or noi ragioniamo sapienza fra gli uomini compiuti; ed una sapienza, che non è di questo secolo, nè de’ principi di questo secolo, i quali son ridotti al niente. 7 Ma ragioniamo in misterio la sapienza di Dio occulta, la quale Iddio ha innanzi i secoli determinata a nostra gloria. 8 La quale niuno de’ principi di questo secolo ha conosciuta; perciocchè, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signor della gloria. 9 Ma egli è come è scritto: Le cose che occhio non ha vedute, ed orecchio non ha udite, e non son salite in cuor d’uomo, son quelle che Iddio ha preparate a quelli che l’amano. 10 Ma Iddio le ha rivelate a noi per lo suo Spirito; perciocchè lo Spirito investiga ogni cosa, eziandio le cose profonde di Dio. 11 Perciocchè, fra gli uomini, chi conosce le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo, che’ è in lui? così ancora, niuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio. 12 Or noi abbiam ricevuto, non lo spirito del mondo, ma lo Spirito, il quale è da Dio; acciocchè conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio. 13 Le quali ancora ragioniamo, non con parole insegnate della sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito Santo; adattando cose spirituali a cose spirituali. 14 Or l’uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio, perciocchè gli sono pazzia, e non le può conoscere; perchè si giudicano spiritualmente. 15 Ma lo spirituale giudica d’ogni cosa, ed egli non è giudicato da alcuno. 16 Perciocchè, chi ha conosciuto la mente del Signore, per poterlo ammaestrare? or noi abbiamo la mente di Cristo.

3:1 OR io, fratelli, non ho potuto parlare a voi, come a spirituali, anzi vi ho parlato come a carnali, come a fanciulli in Cristo. 2 Io vi ho dato a bere del latte, e non vi ho dato del cibo, perciocchè voi non potevate ancora portarlo; anzi neppure ora potete, perchè siete carnali. 3 Imperocchè, poichè fra voi vi è invidia, e contenzione, e divisioni, non siete voi carnali, e non camminate voi secondo l’uomo? 4 Perciocchè, quando l’uno dice: Quant’è a me, io son di Paolo; e l’altro: Ed io d’Apollo; non siete voi carnali?

5 Chi è adunque Paolo? e chi è Apollo? se non ministri, per i quali voi avete creduto, e ciò secondo che il Signore ha dato a ciascuno? 6 Io ho piantato, Apollo ha adacquato, ma Iddio ha fatto crescere. 7 Talchè, nè colui che pianta, nè colui che adacqua, non è nulla; ma non vi è altri che Iddio, il quale fa crescere. 8 Ora, e colui che pianta, e colui che adacqua, sono una medesima cosa; e ciascuno riceverà il suo proprio premio, secondo la sua fatica. 9 POICHÈ noi siamo operai nell’opera di Dio; voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. 10 Io, secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto, ho posto il fondamento, ed altri edifica sopra; ora ciascun riguardi come egli edifica sopra.

11 Perciocchè niuno può porre altro fondamento che quello ch’è stato posto, il quale è Gesù Cristo. 12 Ora, se alcuno edifica sopra questo fondamento oro, argento, pietre preziose, ovvero legno, fieno, stoppia, 13 l’opera di ciascuno sarà manifestata; perciocchè il giorno la paleserà; poichè ha da esser manifestata per fuoco; e il fuoco farà la prova qual sia l’opera di ciascuno. 14 Se l’opera d’alcuno, la quale egli abbia edificata sopra il fondamento, dimora, egli ne riceverà premio. 15 Se l’opera d’alcuno è arsa, egli farà perdita; ma egli sarà salvato, per modo però, che sarà come per fuoco.

16 Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se alcuno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; perciocchè il tempio del Signore è santo, il quale siete voi.

18 Niuno inganni sè stesso; se alcuno fra voi si pensa esser savio in questo secolo, divenga pazzo, acciocchè diventi savio. 19 Perciocchè la sapienza di questo mondo è pazzia presso Iddio; poichè è scritto: Egli è quel che prende i savi nella loro astuzia. 20 Ed altrove: Il Signore conosce i pensieri de’ savi, e sa che son vani.

21 Perciò, niuno si glorii negli uomini, perciocchè ogni cosa è vostra. 22 E Paolo, ed Apollo, e Cefa, e il mondo, e la vita, e la morte, e le cose presenti, e le cose future; ogni cosa è vostra. 23 E voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio.

4:1 COSÌ faccia l’uomo stima di noi, come di ministri di Cristo, e di dispensatori de’ misteri di Dio. 2 Ma nel resto ei si richiede ne’ dispensatori, che ciascuno sia trovato fedele. 3 Ora, quant’è a me, io tengo per cosa minima d’esser giudicato da voi, o da alcun giudicio umano; anzi, non pur mi giudico me stesso. 4 Perciocchè non mi sento nella coscienza colpevole di cosa alcuna; tuttavolta, non per questo sono giustificato; ma il Signore è quel che mi giudica. 5 Perciò, non giudicate di nulla innanzi al tempo, finchè sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli de’ cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. 6 ORA, fratelli, io ho rivolte queste cose, per una cotal maniera di parlare, in me, e in Apollo, per amor vostro, acciocchè impariate in noi a non esser savi sopra ciò ch’è scritto; affin di non gonfiarvi l’un per l’altro contro ad altrui.

7 Perciocchè, chi ti discerne? e che hai tu che tu non lo abbi ricevuto? e se pur tu l’hai ricevuto, perchè ti glorii, come non avendolo ricevuto? 8 Già siete saziati, già siete arricchiti, già siete divenuti re senza noi; e fosse pur così, che voi foste divenuti re, acciocchè noi ancora regnassimo con voi. 9 Perciocchè io stimo che Iddio ci ha menati in mostra, noi gli ultimi apostoli, come uomini dannati a morte; poichè noi siamo stati fatti un pubblico spettacolo al mondo, agli angeli, ed agli uomini. 10 Noi siam pazzi per Cristo, e voi siete savi in Cristo; noi siam deboli, e voi forti; voi siete gloriosi, e noi disonorati. 11 Infino ad ora sofferiamo fame, e sete, e nudità; e siam battuti di guanciate, e non abbiamo alcuna stanza ferma. 12 E ci affatichiamo, lavorando con le proprie mani; ingiuriati, benediciamo, perseguitati, comportiamo; 13 biasimati, supplichiamo; noi siamo divenuti come le spazzature del mondo, e come la lordura di tutti infino ad ora.

14 Io non scrivo queste cose per farvi vergogna, ma vi ammonisco come miei cari figli. 15 Perciocchè, avvegnachè voi aveste diecimila pedagoghi in Cristo, non però avreste molti padri; poichè io vi ho generati in Cristo Gesù, per l’evangelo. 16 Io vi esorto adunque che siate miei imitatori.

17 Per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio figliuol diletto, e fedele nel Signore, il qual vi rammemorerà quali son le mie vie in Cristo, come io insegno per tutto in ogni chiesa. 18 Or alcuni si son gonfiati, come se io non dovessi venire a voi. 19 Ma tosto verrò a voi, se piace al Signore; e conoscerò, non il parlar di coloro che si son gonfiati, ma la potenza. 20 Perciocchè il regno di Dio non consiste in parlare, ma in potenza. 21 Che volete? verrò io a voi con la verga? ovvero con amore, e con ispirito di mansuetudine?

5:1 DEL tutto si ode che vi è fra voi fornicazione; e tal fornicazione, che non pur fra i Gentili è nominata, cioè, che alcuno si tien la moglie del padre. 2 E pure ancora voi siete gonfi, e più tosto non avete fatto cordoglio, acciocchè colui che ha commesso questo fatto fosse tolto del mezzo di voi. 3 Poichè io, come assente del corpo, ma presente dello spirito, ho già giudicato, come presente, che colui che ha commesso ciò in questa maniera 4 voi, e lo spirito mio essendo raunati nel nome del nostro Signor Gesù Cristo, con la podestà del Signor nostro Gesù Cristo; 5 che il tale, dico, sia dato in mano di Satana, alla perdizion della carne, acciocchè lo spirito sia salvato nel giorno del Signor Gesù. 6 Il vostro vanto non è buono; non sapete voi che un poco di lievito levita tutta la pasta?

7 Purgate adunque il vecchio lievito, acciocchè siate nuova pasta, secondo che siete senza lievito; poichè la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata per noi. 8 Perciò facciam la festa, non con vecchio lievito, nè con lievito di malvagità, e di nequizia, ma con azzimi di sincerità, e di verità.

9 Io vi ho scritto in quell’epistola che voi non vi mescoliate co’ fornicatori; 10 non però del tutto co’ fornicatori di questo secolo, o con gli avari, o co’ rapaci, o con gl’idolatri; perciocchè altrimenti vi converrebbe uscire del mondo. 11 Ma ora, ecco coloro co’ quali vi ho scritto che non vi mescoliate, cioè, che se alcuno, che si nomina fratello, è o fornicatore, o avaro, o idolatra, o ubbriaco, o maldicente, o rapace, non pur mangiate con un tale. 12 Perciocchè che ho io da far di giudicar que’ di fuori? non giudicate voi que’ di dentro? 13 Or Iddio giudica que’ di fuori; ma togliete il malvagio d’infra voi stessi.
6:1 ARDISCE alcun di voi, avendo qualche affare con un altro, chiamarlo in giudizio davanti agl’iniqui, e non davanti a’ santi? 2 Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? e se il mondo è giudicato per voi, siete voi indegni de’ minimi giudicii? 3 Non sapete voi che noi giudicheremo gli angeli? quanto più possiamo giudicar delle cose di questa vita? 4 Dunque, se avete delle liti per cose di questa vita, fate seder per giudici quelli che nella chiesa sono i più dispregevoli. 5 Io lo dico per farvi vergogna. Così non vi è egli pur un savio fra voi, il qual possa dar giudicio fra l’uno de’ suoi fratelli e l’altro? 6 Ma fratello con fratello litiga, e ciò davanti agl’infedeli. 7 Certo adunque già vi è del tutto del difetto in voi, in ciò che voi avete delle liti gli uni con gli altri; perchè non sofferite voi più tosto che torto vi sia fatto? perchè non vi lasciate più tosto far qualche danno? 8 Ma voi fate torto, e danno; e ciò a’ fratelli.

9 Non sapete voi che gl’ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’ingannate; nè i fornicatori, nè gl’idolatri, nè gli adulteri, nè i molli, nè quelli che usano co’ maschi; 10 nè i ladri, nè gli avari, nè gli ubbriachi, nè gli oltraggiosi, nè i rapaci, non erederanno il regno di Dio. 11 Or tali eravate già alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati, nel nome del Signore Gesù, e per lo Spirito dell’Iddio nostro.

12 OGNI cosa mi è lecita, ma ogni cosa non è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non però sarò per cosa alcuna reso soggetto. 13 Le vivande son per il ventre, ed il ventre per le vivande; e Iddio distruggerà e quello, e queste; ma il corpo non è per la fornicazione, anzi per lo Signore, e il Signore per lo corpo. 14 Or Iddio, come egli ha risuscitato il Signore, così ancora risusciterà noi, per la sua potenza. 15 Non sapete voi che i vostri corpi son membra di Cristo? torrò io adunque le membra di Cristo, e faronne membra d’una meretrice? Così non sia. 16 Non sapete voi che chi si congiunge con una meretrice è uno stesso corpo con essa? perciocchè i due, dice il Signore, diverranno una stessa carne. 17 Ma chi è congiunto col Signore è uno stesso spirito con lui. 18 Fuggite la fornicazione; ogni altro peccato che l’uomo commette è fuor del corpo; ma chi fornica, pecca contro al suo proprio corpo. 19 Non sapete voi che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo ch’è in voi, il quale avete da Dio? e che non siete a voi stessi? 20 Poichè siete stati comperati con prezzo; glorificate adunque Iddio col vostro corpo, e col vostro spirito, i quali sono di Dio.

7:1 ORA, quant’è alle cose delle quali mi avete scritto, egli sarebbe bene per l’uomo di non toccar donna. 2 Ma, per le fornicazioni, ogni uomo abbia la sua moglie, ed ogni donna il suo proprio marito. 3 Il marito renda alla moglie la dovuta benivoglienza; e parimente la moglie al marito. 4 La moglie non ha podestà sopra il suo proprio corpo, ma il marito; parimente ancora il marito non ha podestà sopra il suo proprio corpo, ma la moglie. 5 Non frodate l’un l’altro, se pur non è di consentimento, per un tempo, per vacare a digiuno, e ad orazione; poi di nuovo tornate a stare insieme, acciocchè Satana non vi tenti per la vostra incontinenza. 6 Or io dico questo per concessione, non per comandamento. 7 Perciocchè io vorrei che tutti gli uomini fossero come son io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio: l’uno in una maniera, l’altro in un’altra. 8 Or io dico a quelli che non son maritati, ed alle vedove, ch’egli è bene per loro che se ne stieno come me ne sto io ancora. 9 Ma, se non si contengono, maritinsi, perciocchè meglio è maritarsi, che ardere.

10 Ma a’ maritati ordino, non io, ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito. 11 E se pure ella si separa, rimanga senza maritarsi, o si riconcilii col marito. Il marito altresì non lasci la moglie. 12 Ma agli altri dico io, non il Signore: Se alcun fratello ha moglie infedele, ed ella consente d’abitar con lui, non la lasci. 13 Parimente ancora la donna che ha un marito infedele, se egli consente d’abitar con lei, non lo lasci. 14 Perciocchè il marito infedele è santificato nella moglie, e la moglie infedele è santificata nel marito; altrimenti, i vostri figliuoli sarebbero immondi; ma ora son santi. 15 Che se l’infedele si separa, separisi; in tal caso il fratello, o la sorella, non son sottoposti a servitù; ma Iddio ci ha chiamati a pace. 16 Perciocchè, che sai tu, moglie, se tu salverai il marito? ovvero tu, marito, che sai se tu salverai la moglie?

17 Ad ogni modo, secondo che Iddio ha distribuito a ciascuno, secondo che il Signore ha chiamato ciascuno, così cammini; e così ordino in tutte le chiese. 18 Alcuno è egli stato chiamato, essendo circonciso? non voglia sembrare incirconciso; alcuno è egli stato chiamato, essendo incirconciso? non circoncidasi. 19 La circoncisione è nulla, e l’incirconcisione è nulla; ma il tutto è l’osservanza dei comandamenti a Dio. 20 Ciascuno rimanga nella vocazione, nella quale è stato chiamato. 21 Sei tu stato chiamato, essendo servo? non curartene; ma se pur puoi divenir libero, usa più tosto quella comodità. 22 Perciocchè colui che è chiamato nel Signore, essendo servo, è servo francato del Signore; parimente ancora colui ch’è chiamato, essendo libero, è servo di Cristo. 23 Voi siete stati comperati con prezzo, non divenite servi degli uomini. 24 Fratelli, ognun rimanga dinnanzi a Dio nella condizione, nella quale egli è stato chiamato.

25 Or intorno alle vergini, io non ne ho comandamento dal Signore; ma ne do avviso, come avendo ottenuta misericordia dal Signore d’esser fedele. 26 Io stimo adunque ciò esser bene per la soprastante necessità; perciocchè egli è bene per l’uomo di starsene così. 27 Sei tu legato a moglie? non cercar d’essere sciolto; sei tu sciolto da moglie? non cercar moglie. 28 Che se pure ancora prendi moglie, tu non pecchi; e se la vergine si marita, non pecca; ma tali persone avranno tribolazione nella carne; or io vi risparmio. 29 Ma questo dico, fratelli, che il tempo è omai abbreviato; acciocchè, e coloro che hanno mogli sieno come se non l’avessero; 30 e coloro che piangono, come se non piangessero; e coloro che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e coloro che comperano, come se non dovessero possedere; 31 e coloro che usano questo mondo, come non abusandolo; perciocchè la figura di questo mondo passa. 32 Or io desidero che voi siate senza sollecitudine. Chi non è maritato, ha cura delle cose del Signore, come egli sia per piacere al Signore; 33 ma colui che è maritato ha cura delle cose del mondo, come egli sia per piacere alla sua moglie. 34 Vi è differenza tra la donna e la vergine; quella che non è maritata ha cura delle cose del Signore, acciocchè sia santa di corpo e di spirito; ma la maritata ha cura delle cose del mondo, come ella sia per piacere al marito. 35 Ora, questo dico io per la vostra propria comodità; non per mettervi addosso un laccio, ma per ciò che è decente, e convenevole da attenervi costantemente al Signore, senza esser distratti.

36 Ma, se alcuno stima far cosa disonorevole inverso la sua vergine, se ella trapassa il fior dell’età, e che così pur si debba fare, faccia ciò ch’egli vuole, egli non pecca; sieno maritate. 37 Ma chi sta fermo nel suo cuore, e non ha necessità, ed è padrone della sua volontà, ed ha determinato questo nel cuor suo, di guardar la sua vergine, fa bene. 38 Perciò, chi marita la sua vergine fa bene, e chi non la marita, fa meglio.

39 La moglie è legata per la legge, tutto il tempo che il suo marito vive; ma, se il marito muore, ella è libera di maritarsi a cui vuole, purchè nel Signore. 40 Nondimeno, ella è più felice, secondo il mio avviso, se rimane così; or penso d’avere anch’io lo Spirito di Dio.

8:1 ORA, quant’è alle cose sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che tutti abbiam conoscenza; la conoscenza gonfia, ma la carità edifica. 2 Ora, se alcuno si pensa saper qualche cosa, non sa ancora nulla, come si convien sapere. 3 Ma, se alcuno ama Iddio, esso è da lui conosciuto.

4 Perciò, quant’è al mangiar delle cose sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo, e che non vi è alcun altro Dio, se non uno. 5 Perciocchè, benchè ve ne sieno, ed in cielo, ed in terra, di quelli che son nominati dii secondo che vi son molti dii, e molti signori, 6 nondimeno, quant’è a noi, abbiamo un solo Iddio, il Padre; dal quale son tutte le cose, e noi in lui; ed un sol Signor Gesù Cristo, per lo quale son tutte le cose, e noi per lui.

7 Ma la conoscenza non è in tutti; anzi alcuni mangiano quelle cose infino ad ora, con coscienza dell’idolo, come cosa sacrificata all’idolo; e la lor coscienza, essendo debole, è contaminata. 8 Ora il mangiare non ci commenda a Dio; perciocchè, avvegnachè noi mangiamo, non abbiamo però nulla di più; e avvegnachè non mangiamo, non abbiamo però nulla di meno. 9 Ma, guardate che talora questa vostra podestà non divenga intoppo a’ deboli. 10 Perciocchè, se alcuno vede te, che hai conoscenza, essere a tavola nel tempio degl’idoli, non sarà la coscienza d’esso, che è debole, edificata a mangiar delle cose sacrificate agl’idoli? 11 E così, per la tua conoscenza, perirà il fratello debole, per cui Cristo è morto? 12 Ora, peccando così contro a’ fratelli, e ferendo la lor coscienza debole, voi peccate contro a Cristo. 13 Per la qual cosa, se il mangiare dà intoppo al mio fratello, giammai in perpetuo non mangerò carne, acciocchè io non dia intoppo al mio fratello.

9:1 NON sono io apostolo? non sono io libero? non ho io veduto il nostro Signor Gesù Cristo? non siete voi l’opera mia nel Signore? 2 Se io non sono apostolo agli altri, pur lo sono a voi; poichè voi siete il suggello del mio apostolato nel Signore.

3 Quest’è quel ch’io dico a mia difesa a coloro che mi accusano. 4 Non abbiamo noi podestà di mangiare e di bere? 5 Non abbiamo noi podestà di menare attorno una donna sorella, come ancora gli altri apostoli, e i fratelli del Signore, e Cefa? 6 Ovvero, io solo, e Barnaba, non abbiam noi podestà di non lavorare? 7 Chi guerreggia mai al suo proprio soldo? chi pianta una vigna, e non ne mangia del frutto? o chi pastura una greggia, e non mangia del latte della greggia? 8 Dico io queste cose secondo l’uomo? la legge non dice ella eziandio queste cose? 9 Poichè nella legge di Mosè è scritto: Non metter la museruola in bocca al bue che trebbia. Ha Iddio cura dei buoi? 10 Ovvero, dice egli del tutto ciò per noi? certo, queste cose sono scritte per noi, perciocchè, chi ara deve arare con isperanza, e chi trebbia deve trebbiare con isperanza d’esser fatto partecipe di ciò ch’egli spera. 11 Se noi vi abbiam seminate le cose spirituali, è egli gran cosa se mietiamo le vostre carnali? 12 Se gli altri hanno parte a questa podestà sopra voi, non l’avremmo noi molto più? ma noi non abbiamo usata questa podestà; anzi sofferiamo ogni cosa, per non dare alcuno sturbo all’evangelo di Cristo. 13 Non sapete voi che coloro che fanno il servigio sacro mangiano delle cose del tempio? e che coloro che vacano all’altare partecipano con l’altare? 14 Così ancora il Signore ha ordinato a coloro che annunziano l’evangelo, che vivano dell’evangelo.

15 MA pure io non ho usata alcuna di queste cose; ed anche non ho scritto questo, acciocchè così sia fatto inverso me; perciocchè, meglio è per me morire, che non che alcuno renda vano il mio vanto. 16 Perciocchè, avvegnachè io evangelizzi, non ho però da gloriarmi; poichè necessità me ne è imposta; e guai a me, se io non evangelizzo! 17 Perciocchè, se io lo facessi volontariamente, meriterei un premio; ma, se lo fo non di mia volontà, è un ministerio che m’è stato confidato. 18 Qual premio ne ho io adunque? questo, che, predicando l’evangelo, io faccia che l’evangelo di Cristo non costi nulla; e non usi della podestà che ho dall’evangelo.

19 Perciocchè, benchè io sia libero da tutti, pur mi son fatto servo a tutti, per guadagnarne il maggior numero. 20 E sono stato a’ Giudei come Giudeo, per guadagnare i Giudei; a coloro che son sotto la legge, come se io fossi sotto la legge, per guadagnare quei che son sotto la legge; 21 a quanti son senza la legge, come se io fossi senza la legge benchè io non sia a Dio senza la legge, ma a Cristo sotto la legge, per guadagnar quanti sono senza la legge. 22 Io sono stato come debole a’ deboli, per guadagnare i deboli; a tutti sono stato ogni cosa, per salvarne del tutto alcuni. 23 Or io fo questo per l’evangelo, acciocchè ne sia partecipe io ancora.

24 Non sapete voi che coloro che corrono nell’arringo, corrono ben tutti, ma un solo ne porta il palio? correte per modo, che ne portiate il palio. 25 Ora, chiunque si esercita ne’ combattimenti è temperato in ogni cosa; e que’ tali fanno ciò, per ricevere una corona corruttibile; ma noi dobbiam farlo per riceverne una incorruttibile. 26 Io dunque corro per modo, che non corra all’incerto; così schermisco, come non battendo l’aria; 27 anzi, macero il mio corpo, e lo riduco in servitù; acciocchè talora, avendo predicato agli altri, io stesso non sia riprovato.

10:1 ORA, fratelli, io non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, e che tutti passarono per lo mare; 2 e che tutti furono battezzati in Mosè, nella nuvola, e nel mare; 3 e che tutti mangiarono il medesimo cibo spirituale; 4 e che tutti bevvero la medesima bevanda spirituale; perciocchè bevevano della pietra spirituale, che li seguitava; or quella pietra era Cristo. 5 Ma Iddio non gradì la maggior parte di loro; perciocchè furono abbattuti nel deserto.

6 Or queste cose furon figure a noi; acciocchè noi non appetiamo cose malvage, siccome anch’essi le appetirono. 7 E che non diveniate idolatri, come alcuni di loro; secondo ch’egli è scritto: Il popolo si assettò per mangiare, e per bere, poi si levò per sollazzare. 8 E non fornichiamo, come alcuni di loro fornicarono, onde ne caddero in un giorno ventitremila. 9 E non tentiamo Cristo, come ancora alcuni di loro lo tentarono, onde perirono per li serpenti. 10 E non mormoriate, come ancora alcuni di loro mormorarono, onde perirono per lo distruttore. 11 Or tutte queste cose avvennero loro per servir di figure; e sono scritte per ammonizion di noi, ne’ quali si sono scontrati gli ultimi termini de’ secoli. 12 Perciò, chi si pensa star ritto, riguardi che non cada. 13 Tentazione non vi ha ancora colti, se non umana; or Iddio è fedele, il qual non lascerà che siate tentati sopra le vostre forze; ma con la tentazione darà l’uscita, acciocchè la possiate sostenere. 14 PERCIÒ, cari miei, fuggite dall’idolatria.

15 Io parlo come ad intendenti; giudicate voi ciò che io dico. 16 Il calice della benedizione, il qual noi benediciamo, non è egli la comunione del sangue di Cristo? il pane, che noi rompiamo, non è egli la comunione del corpo di Cristo? 17 Perciocchè vi è un medesimo pane, noi, benchè molti, siamo un medesimo corpo; poichè partecipiamo tutti un medesimo pane. 18 Vedete l’Israele secondo la carne; non hanno coloro che mangiano i sacrificii comunione con l’altare? 19 Che dico io adunque? che l’idolo sia qualche cosa? o che ciò che è sacrificato agl’idoli sia qualche cosa? 20 Anzi dico, che le cose che i Gentili sacrificano, le sacrificano a’ demoni, e non a Dio; or io non voglio che voi abbiate comunione co’ demoni. 21 Voi non potete bere il calice del Signore, e il calice de’ demoni; voi non potete partecipar la mensa del Signore, e la mensa de’ demoni. 22 Vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? siamo noi più forti di lui?

23 OGNI cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa edifica. 24 Niuno cerchi il suo proprio, ma ciascuno cerchi ciò che è per altrui. 25 Mangiate di tutto ciò che si vende nel macello, senza farne scrupolo alcuno per la coscienza; 26 perciocchè del Signore è la terra, e tutto ciò che ella contiene. 27 E se alcuno degl’infedeli vi chiama, e volete andarvi, mangiate di tutto ciò che vi è posto davanti, senza farne scrupolo alcuno per la coscienza. 28 Ma, se alcuno vi dice: Questo è delle cose sacrificate agl’idoli, non ne mangiate, per cagion di colui che ve l’ha significato, e per la coscienza. 29 Or io dico coscienza, non la tua propria, ma quella d’altrui; perciocchè, perchè sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza altrui? 30 Che se per grazia io posso usar le vivande, perchè sarei biasimato per ciò di che io rendo grazie? 31 Così adunque, o che mangiate, o che beviate, o che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio. 32 Siate senza dare intoppo nè a’ Giudei, nè a’ Greci, nè alla chiesa di Dio. 33 Siccome io ancora compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando la mia propria utilità, ma quella di molti, acciocchè sieno salvati.
11:1 Siate miei imitatori, siccome io ancora lo son di Cristo. 2 OR io vi lodo, fratelli, di ciò che vi ricordate di me in ogni cosa; e che ritenete gli ordinamenti, secondo che io ve li ho dati. 3 Ma io voglio che sappiate, che il capo d’ogni uomo è Cristo, e che il capo della donna è l’uomo, e che il capo di Cristo è Iddio. 4 Ogni uomo, orando, o profetizzando, col capo coperto, fa vergogna al suo capo. 5 Ma ogni donna, orando, o profetizzando, col capo scoperto, fa vergogna al suo capo; perciocchè egli è una medesima cosa che se fosse rasa. 6 Imperocchè, se la donna non si vela, si tagli anche i capelli! Ora se è cosa disonesta per la donna il tagliarsi i capelli, o il radersi il capo, si veli. 7 Poichè, quant’è all’uomo, egli non deve velarsi il capo, essendo l’immagine, e la gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo. 8 Perciocchè l’uomo non è dalla donna, ma la donna dall’uomo. 9 Imperocchè ancora l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. 10 Perciò, la donna deve, per cagion degli angeli, aver sul capo un segno della podestà da cui dipende. 11 Nondimeno, nè l’uomo è senza la donna, nè la donna senza l’uomo, nel Signore. 12 Perciocchè, siccome la donna è dall’uomo, così ancora l’uomo è per la donna; ed ogni cosa è da Dio. 13 Giudicate fra voi stessi: è egli convenevole che la donna faccia orazione a Dio, senza esser velata? 14 La natura stessa non v’insegna ella ch’egli è disonore all’uomo se egli porta chioma? 15 Ma, se la donna porta chioma, che ciò le è onore? poichè la chioma le è data per velo. 16 Ora, se alcuno vuol parer contenzioso, noi, nè le chiese di Dio, non abbiamo una tale usanza.

17 OR io non vi lodo in questo, ch’io vi dichiaro, cioè, che voi vi raunate non in meglio, ma in peggio. 18 Perciocchè prima, intendo che quando vi raunate nella chiesa, vi son fra voi delle divisioni; e ne credo qualche parte. 19 Poichè bisogna che vi sieno eziandio delle sette fra voi, acciocchè coloro che sono accettevoli, sien manifestati fra voi. 20 Quando adunque voi vi raunate insieme, ciò che fate non è mangiar la Cena del Signore. 21 Perciocchè, nel mangiare, ciascuno prende innanzi la sua propria cena; e l’uno ha fame, e l’altro è ebbro. 22 Perciocchè, non avete voi delle case per mangiare, e per bere? ovvero, sprezzate voi la chiesa di Dio, e fate vergogna a quelli che non hanno? che dirovvi? loderovvi in ciò? io non vi lodo.

23 Poichè io ho dal Signore ricevuto ciò che ancora ho dato a voi, cioè: che il Signore Gesù, nella notte ch’egli fu tradito, prese del pane; 24 e dopo aver rese grazie, lo ruppe, e disse: Pigliate, mangiate; quest’è il mio corpo, il qual per voi è rotto; fate questo in rammemorazione di me. 25 Parimente ancora prese il calice, dopo aver cenato, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel sangue mio; fate questo, ogni volta che voi ne berrete, in rammemorazione di me. 26 Perciocchè, ogni volta che voi avrete mangiato di questo pane, o bevuto di questo calice, voi annunzierete la morte del Signore, finchè egli venga. 27 Perciò, chiunque avrà mangiato questo pane, o bevuto il calice del Signore, indegnamente, sarà colpevole del corpo, e del sangue del Signore. 28 Or provi l’uomo sè stesso, e così mangi di questo pane, e beva di questo calice. 29 Poichè chi ne mangia, e beve indegnamente, mangia e beve giudicio a sè stesso, non discernendo il corpo del Signore. 30 Perciò fra voi vi son molti infermi, e malati; e molti dormono. 31 Perciocchè, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati. 32 Ora, essendo giudicati, siamo dal Signore corretti, acciocchè non siamo condannati col mondo. 33 Per tanto, fratelli miei, raunandovi per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri. 34 E se alcuno ha fame, mangi in casa; acciocchè non vi rauniate in giudicio. Or quant’è alle altre cose, io ne disporrò, quando sarà venuto.

12:1 ORA, intorno a’ doni spirituali, fratelli, io non voglio che siate in ignoranza. 2 Voi sapete che eravate Gentili, trasportati dietro agl’idoli mutoli, secondo che eravate menati. 3 Perciò, io vi fo assapere che niuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice Gesù essere anatema; e che altresì niuno può dire Gesù esser il Signore, se non per lo Spirito Santo. 4 Or vi sono diversità di doni; ma non vi è se non un medesimo Spirito. 5 Vi sono ancora diversità di ministeri; ma non vi è se non un medesimo Signore. 6 Vi son parimente diversità d’operazioni; ma non vi è se non un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti. 7 Ora a ciascuno è data la manifestazion dello Spirito per ciò che è utile e spediente. 8 Poichè ad uno è data, per lo Spirito, parola di Sapienza; e ad un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di scienza; 9 e ad un altro fede, nel medesimo Spirito; e ad un altro doni delle guarigioni, per lo medesimo Spirito; e ad un altro l’operar potenti operazioni; e ad un altro profezia; e ad un altro discernere gli spiriti; 10 e ad un altro diversità di lingue; e ad un altro l’interpretazion delle lingue. 11 Or tutte queste cose opera quell’uno e medesimo Spirito, distribuendo particolarmente i suoi doni a ciascuno, come egli vuole.

12 PERCIOCCHÈ, siccome il corpo è un solo corpo, ed ha molte membra, e tutte le membra di quel corpo, che è un solo, benchè sieno molte, sono uno stesso corpo, così ancora è Cristo. 13 Poichè in uno stesso Spirito noi tutti siamo stati battezzati, per essere un medesimo corpo; e Giudei, e Greci; e servi, e franchi; e tutti siamo stati abbeverati in un medesimo Spirito. 14 Perciocchè ancora il corpo non è un sol membro, ma molti. 15 Se il piè dice: Perciocchè io non son mano, io non son del corpo, non è egli però del corpo? 16 E se l’orecchio dice: Perciocchè io non son occhio, io non son del corpo; non è egli però del corpo? 17 Se tutto il corpo fosse occhio, ove sarebbe l’udito? se tutto fosse udito, ove sarebbe l’odorato? 18 Ma ora Iddio ha posto ciascun de’ membri nel corpo, siccome egli ha voluto. 19 Che se tutte le membra fossero un sol membro, dove sarebbe il corpo? 20 Ma ora, ben vi son molte membra, ma vi è un sol corpo. 21 E l’occhio non può dire alla mano: Io non ho bisogno di te; nè parimente il capo dire a’ piedi: Io non ho bisogno di voi. 22 Anzi, molto più necessarie che le altre son le membra del corpo, che paiono essere le più deboli. 23 Ed a quelle, che noi stimiamo esser le mano onorevoli del corpo, mettiamo attorno più onore, e le parti nostre meno oneste son più onestamente adorne. 24 Ma le parti nostre oneste non ne hanno bisogno; anzi Iddio ha temperato il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne avea mancamento; 25 acciocchè non vi sia dissensione nel corpo, anzi le membra abbiano tutte una medesima cura le une per le altre. 26 E se pure un membro patisce, tutte le membra patiscono con lui; e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme.

27 Or voi siete il corpo di Cristo, e membra di esso, ciascuno per parte sua. 28 E Iddio ne ha costituiti nella chiesa alcuni, prima apostoli, secondamente profeti, terzamente dottori; poi ha ordinate le potenti operazioni; poi i doni delle guarigioni, i sussidii, i governi, le diversità delle lingue. 29 Tutti sono eglino apostoli? tutti sono eglino profeti? tutti sono eglino dottori? 30 Tutti hanno eglino il dono delle potenti operazioni? tutti hanno eglino i doni delle guarigioni? parlano tutti diverse lingue? tutti sono eglino interpreti? 31 Or appetite, come a gara, i doni migliori; e ancora io ve ne mostrerò una via eccellentissima.

13:1 QUAND’anche io parlassi tutti i linguaggi degli uomini e degli angeli se non ho carità, divengo un rame risonante, ed un tintinnante cembalo. 2 E quantunque io avessi profezia, e intendessi tutti i misteri, e tutta la scienza; e benchè io avessi tutta la fede, talchè io trasportassi i monti, se non ho carità, non son nulla. 3 E quand’anche io spendessi in nudrire i poveri tutte le mie facoltà, e dessi il mio corpo ad essere arso; se non ho carità, quello niente mi giova.

4 La carità è lenta all’ira, è benigna; la carità non invidia, non procede perversamente, non si gonfia. 5 Non opera disonestamente, non cerca le cose sue proprie, non s’inasprisce, non divisa il male. 6 Non si rallegra dell’ingiustizia, ma congioisce della verità. 7 Scusa ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.

8 La carità non iscade giammai; ma le profezie saranno annullate, e le lingue cesseranno, e la scienza sarà annullata. 9 Poichè noi conosciamo in parte, ed in parte profetizziamo. 10 Ma, quando la perfezione sarà venuta, allora quello che è solo in parte sarà annullato. 11 Quando io era fanciullo, io parlava come fanciullo, io avea senno da fanciullo, io ragionava come fanciullo; ma, quando son divenuto uomo, io ho dismesse le cose da fanciullo, come non essendo più d’alcuno uso. 12 Perciocchè noi veggiamo ora per ispecchio, in enimma; ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò come ancora sono stato conosciuto. 13 Or queste tre cose durano al presente; fede, speranza, e carità; ma la maggiore di esse è la carità.
14:1 PROCACCIATE la carità, ed appetite, come a gara, i doni spirituali; ma principalmente che voi profetizziate. 2 Perciocchè, chi parla in linguaggio strano non parla agli uomini, ma a Dio; poichè niuno l’intende, ma egli ragiona misteri in ispirito. 3 Ma chi profetizza ragiona agli uomini, in edificazione, ed esortazione, e consolazione. 4 Chi parla in linguaggio strano edifica sè stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa. 5 Or io voglio bene che voi tutti parliate linguaggi; ma molto più che profetizziate; perciocchè maggiore è chi profetizza che chi parla linguaggi, se non ch’egli interpreti, acciocchè la chiesa ne riceva edificazione.



6 Ed ora, fratelli, se io venissi a voi parlando in linguaggi strani, che vi gioverei, se non che io vi parlassi o in rivelazione, o in scienza, o in profezia, o in dottrina? 7 Le cose inanimate stesse che rendono suono, o flauto, o cetera, se non dànno distinzione a’ suoni, come si riconoscerà ciò che è sonato in sul flauto, o in su la cetera? 8 Perciocchè, se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si apparecchierà alla battaglia? 9 Così ancor voi, se per lo linguaggio non proferite un parlare intelligibile, come s’intenderà ciò che sarà detto? perciocchè voi sarete come se parlaste in aria. 10 Vi sono, per esempio, cotante maniere di favelle nel mondo, e niuna nazione fra gli uomini è mutola. 11 Se dunque io non intendo ciò che vuol dir la favella, io sarò barbaro a chi parla, e chi parla sarà barbaro a me. 12 Così ancor voi, poichè siete desiderosi de’ doni spirituali, cercate d’abbondarne, per l’edificazion della chiesa. 13 Perciò, chi parla linguaggio strano, preghi di potere interpretare. 14 Perciocchè, se io fo orazione in linguaggio strano, ben fa lo spirito mio orazione, ma la mia mente è infruttuosa.



15 Che si deve adunque fare? io farò orazione con lo spirito, ma la farò ancora con la mente; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò ancora con la mente. 16 Poichè, se tu benedici con lo spirito, come dirà colui che occupa il luogo dell’idiota Amen al tuo ringraziamento, poichè egli non intende ciò che tu dici? 17 Perciocchè tu rendi ben grazie, ma altri non è edificato. 18 Io ringrazio l’Iddio mio, che io ho più di questo dono di parlar diverse lingue che tutti voi. 19 Ma nella chiesa io amo meglio dir cinque parole per la mia mente, acciocchè io ammaestri ancora gli altri, che diecimila in lingua strana. 20 Fratelli, non siate fanciulli di senno; ma siate bambini in malizia, e uomini compiuti in senno.



21 Egli è scritto nella legge: Io parlerò a questo popolo per genti di lingua strana, e per labbra straniere; e non pur così mi ascolteranno, dice il Signore. 22 Per tanto, i linguaggi son per segno, non a’ credenti, anzi agli infedeli; ma la profezia non è per gl’infedeli, anzi per li credenti. 23 Se dunque, quando tutta la chiesa è raunata insieme, tutti parlano linguaggi strani, ed entrano degl’idioti, o degl’infedeli, non diranno essi che voi siete fuori del senno? 24 Ma, se tutti profetizzano, ed entra alcun infedele, o idiota, egli è convinto da tutti, è giudicato da tutti. 25 E così i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi in terra sopra la sua faccia, egli adorerà Iddio, pubblicando che veramente Iddio è fra voi.



26 CHE convien dunque fare, fratelli? Quando voi vi raunate, avendo ciascun di voi, chi salmo, chi dottrina, chi linguaggio, chi rivelazione, chi interpretazione, facciasi ogni cosa ad edificazione. 27 Se alcuno parla linguaggio strano, facciasi questo da due, o da tre al più; e l’un dopo l’altro; ed uno interpreti. 28 Ma, se non vi è alcuno che interpreti, tacciasi nella chiesa colui che parla linguaggi strani; e parli a sè stesso, e a Dio. 29 Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino. 30 E se ad un altro che siede è rivelata alcuna cosa, tacciasi il precedente. 31 Poichè tutti ad uno ad uno potete profetizzare; acciocchè tutti imparino, e tutti sieno consolati. 32 E gli spiriti de’ profeti son sottoposti a’ profeti. 33 Perciocchè Iddio non è Dio di confusione, ma di pace; e così si fa in tutte le chiese de’ santi.



34 Tacciansi le vostre donne nelle raunanze della chiesa, perciocchè non è loro permesso di parlare, ma debbono esser soggette, come ancora la legge dice. 35 E se pur vogliono imparar qualche cosa, domandino i lor propri mariti in casa; perciocchè è cosa disonesta alle donne di parlare in chiesa.



36 La parola di Dio è ella proceduta da voi? ovvero è ella pervenuta a voi soli? 37 Se alcuno si stima esser profeta, o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo son comandamenti del Signore. 38 E se alcuno è ignorante, sialo. 39 Così dunque, fratelli miei, appetite, come a gara, il profetizzare, e non divietate il parlar linguaggi. 40 Facciasi ogni cosa onestamente, e per ordine.

15:1 ORA, fratelli, io vi dichiaro l’evangelo, il quale io vi ho evangelizzato, il quale ancora avete ricevuto, e nel quale state ritti. 2 Per lo quale ancora siete salvati, se lo ritenete nella maniera, che io ve l’ho evangelizzato; se non che abbiate creduto in vano. 3 Poichè imprima io vi ho dato ciò che ancora ho ricevuto: che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le scritture. 4 E ch’egli fu seppellito, e che risuscitò al terzo giorno, secondo le scritture. 5 E ch’egli apparve a Cefa, e dipoi a’ dodici. 6 Appresso apparve ad una volta a più di cinquecento fratelli, dei quali la maggior parte resta infino ad ora; ed alcuni ancora dormono. 7 Poi apparve a Giacomo, e poi a tutti gli apostoli insieme. 8 E dopo tutti, è apparito ancora a me, come all’abortivo. 9 Perciocchè io sono il minimo degli apostoli, e non son pur degno d’esser chiamato apostolo, perciocchè io ho perseguitata la chiesa di Dio. 10 Ma, per la grazia di Dio, io son quel che sono; e la grazia sua, ch’è stata verso me, non è stata vana; anzi ho vie più faticato che essi tutti; or non già io, ma la grazia di Dio, la quale è meco. 11 Ed io adunque, ed essi, così predichiamo, e così avete creduto.

12 Ora, se si predica che Cristo è risuscitato da’ morti, come dicono alcuni fra voi che non vi è risurrezione de’ morti? 13 Ora, se non vi è risurrezione de’ morti, Cristo ancora non è risuscitato. 14 E se Cristo non è risuscitato, vana è adunque la nostra predicazione, vana è ancora la vostra fede. 15 E noi ancora siamo trovati falsi testimoni di Dio; poichè abbiamo testimoniato di Dio, ch’egli ha risuscitato Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se pure i morti non risuscitano. 16 Perciocchè, se i morti non risuscitano, Cristo ancora non è risuscitato. 17 E se Cristo non è risuscitato, vana è la vostra fede, voi siete ancora ne’ vostri peccati. 18 Quelli adunque ancora che dormono in Cristo son periti. 19 Se noi speriamo in Cristo solo in questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini.

20 Ma ora Cristo è risuscitato da’ morti; egli è stato fatto le primizie di coloro che dormono. 21 Perciocchè, poichè per un uomo è la morte, per un uomo altresì è la risurrezione de’ morti. 22 Imperocchè, siccome in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati. 23 Ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo è le primizie; poi, nel suo avvenimento, saranno vivificati coloro che son di Cristo. 24 Poi sarà la fine, quando egli avrà rimesso il regno in man di Dio Padre; dopo ch’egli avrà ridotta al niente ogni signoria, ed ogni podestà, e potenza. 25 Poichè conviene ch’egli regni, finchè egli abbia messi tutti i nemici sotto i suoi piedi. 26 Il nemico, che sarà distrutto l’ultimo, è la morte. 27 Perciocchè Iddio ha posta ogni cosa sotto i piedi di esso; ora, quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è cosa chiara che ciò è detto da colui infuori, che gli ha sottoposta ogni cosa. 28 Ora, dopo che ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora il Figliuolo sarà anch’egli sottoposto a colui che gli ha sottoposta ogni cosa, acciocchè Iddio sia ogni cosa in tutti. 29 Altrimenti, che faranno coloro che son battezzati per li morti? se del tutto i morti non risuscitano, perchè son eglino ancora battezzati per li morti? 30 Perchè siamo noi ancora ad ogni ora in pericolo? 31 Io muoio tuttodì; sì, per la gloria di voi, ch’io ho in Cristo Gesù, nostro Signore. 32 Se, secondo l’uomo, io ho combattuto con le fiere in Efeso, che utile ne ho io? se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perciocchè domani morremo. 33 Non errate: cattive compagnie corrompono i buoni costumi. 34 Svegliatevi giustamente, e non peccate; perciocchè alcuni sono ignoranti di Dio; io lo dico per farvi vergogna.

35 Ma dirà alcuno: Come risuscitano i morti, e con qual corpo verranno? 36 Pazzo! quel che tu semini non è vivificato, se prima non muore. 37 E quant’è a quel che tu semini, tu non semini il corpo che ha da nascere; ma un granello ignudo, secondo che accade, o di frumento, o d’alcun altro seme. 38 E Iddio, secondo che ha voluto, gli dà il corpo; a ciascuno de’ semi il suo proprio corpo. 39 Non ogni carne è la stessa carne; anzi, altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra la carne de’ pesci, altra la carne degli uccelli. 40 Vi sono ancora de’ corpi celesti, e de’ corpi terrestri; ma altra è la gloria de’ celesti, altra quella de’ terrestri. 41 Altro è lo splendore del sole, ed altro lo splendor della luna, ed altro lo splendor delle stelle; perciocchè un astro è differente dall’altro astro in isplendore. 42 Così ancora sarà la risurrezione dei morti; il corpo è seminato in corruzione, e risusciterà in incorruttibilità. 43 Egli è seminato in disonore, e risusciterà in gloria; egli è seminato in debolezza, e risusciterà in forza; egli è seminato corpo animale, e risusciterà corpo spirituale. 44 Vi è corpo animale, e vi è corpo spirituale. 45 Così ancora è scritto: Il primo uomo Adamo fu fatto in anima vivente; ma l’ultimo Adamo in ispirito vivificante. 46 Ma lo spirituale non è prima; ma prima è l’animale, poi lo spirituale. 47 Il primiero uomo, essendo di terra, fu terreno; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. 48 Qual fu il terreno, tali sono ancora i terreni; e quale è il celeste, tali ancora saranno i celesti. 49 E come noi abbiam portata l’immagine del terreno, porteremo ancora l’immagine del celeste. 50 Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue, non possono eredare il regno di Dio; parimente, la corruzione non ereda l’incorruttibilità.

51 Ecco, io vi dico un misterio: non già tutti morremo, ma ben tutti saremo mutati; in un momento, in un batter d’occhio, al sonar dell’ultima tromba. 52 Perciocchè la tromba sonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati. 53 Poichè conviene che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità. 54 E quando questo corruttibile avrà rivestita incorruttibilità, e che questo mortale avrà rivestita immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata abissata in vittoria. 55 O morte, ov’è il tuo dardo? o inferno, ov’è la tua vittoria? 56 Or il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge. 57 Ma ringraziato sia Iddio, il qual ci dà la vittoria per lo Signor nostro Gesù Cristo.

58 Perciò, fratelli miei diletti, state saldi, immobili, abbondanti del continuo nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

16:1 ORA, quant’è alla colletta che si fa per i santi, come ne ho ordinato alle chiese della Galazia, così ancor fate voi. 2 Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi riponga appresso di sè ciò che gli sarà comodo; acciocchè, quando io sarò venuto, le collette non si abbiano più a fare. 3 E quando io sarò giunto, io manderò coloro che voi avrete approvati per lettere a portar la vostra liberalità in Gerusalemme. 4 E se converrà ch’io stesso ci vada, essi verranno meco.



5 OR io verrò a voi, dopo che sarò passato per la Macedonia, perciocchè io passerò per la Macedonia. 6 E forse farò qualche dimora appresso di voi, ovvero ancora ci vernerò; acciocchè voi mi accompagniate dovunque io andrò. 7 Perciocchè io non voglio questa volta vedervi di passaggio; ma spero dimorar qualche tempo appresso di voi, se il Signore lo permette. 8 Or io resterò in Efeso fino alla Pentecosta. 9 Perciocchè una grande ed efficace porta mi è aperta; e vi son molti avversari.



10 Ora, se Timoteo viene, vedete ch’egli stia sicuramente appresso di voi; perciocchè egli si adopera nell’opera del Signore, come io stesso. 11 Niuno adunque lo sprezzi, anzi accompagnatelo in pace, acciocchè egli venga a me; perciocchè io l’aspetto co’ fratelli. 12 Ora, quant’è al fratello Apollo, io l’ho molto confortato di andare a voi co’ fratelli; ma egli del tutto non ha avuta volontà di andarvi ora; ma pur vi andrà, quando avrà l’opportunità.



13 Vegliate, state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi. 14 Tutte le cose vostre facciansi con carità. 15 Ora, fratelli, io vi esorto che voi conoscete la famiglia di Stefana, e sapete che è le primizie dell’Acaia e che si son dedicati al servigio de’ santi 16 voi ancora vi sottomettiate a tali, ed a chiunque si adopera, e s’affatica nell’opera comune. 17 Or io mi rallegro della venuta di Stefana, e di Fortunato, e d’Acaico; poichè hanno supplito alla vostra assenza. 18 Perciocchè hanno ricreato lo spirito mio, ed il vostro; riconoscete adunque coloro che son tali.



19 Le chiese dell’Asia vi salutano; Aquila, e Priscilla, insieme con la chiesa che è nella lor casa, vi salutano molto nel Signore. 20 Tutti i fratelli vi salutano; salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. 21 Il saluto di man propria di me Paolo. 22 Se alcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema! Maranata. 23 La grazia del Signor Gesù Cristo sia con voi. 24 La mia carità sia con tutti voi, in Cristo Gesù. Amen.

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